Cinema

Il Cinema Verdi e i 15 anni della sala Belvedere: "Ci abbiamo creduto quando nessuno lo avrebbe fatto"

Il Verdi festeggia i 15 anni dall'apertura della seconda sala e da dicembre il numero di film programmati settimanalmente è aumentato

Il Cinema Verdi e i 15 anni della sala Belvedere: "Ci abbiamo creduto quando nessuno lo avrebbe fatto"
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Il Cinema Verdi negli anni si è costruito una reputazione di sala cinematografica d’essai d’eccellenza in tutto il Piemonte, attirando tanti tipi diversi di spettatori, da chi va al cinema per rilassarsi e godersi una bella storia sul grande schermo, al pubblico più cinefilo ed esigente. Da piccolo monosala rilevato da Arrigo Tomelleri negli anni ‘80, ha festeggiato da poco il 15° anniversario dell’apertura della seconda sala, chiamata Belvedere, ha rinnovato la sua offerta di film ed è riuscito a superare di poco il numero di spettatori totali del 2019, l’anno precedente alla pandemia.

Il racconto di Arrigo Tomelleri su come è stata aperta la seconda sala

Arrigo Tomelleri racconta tutta la storia che ha portato all’apertura della seconda sala: "Quando abbiamo deciso di fare la seconda sala, c’erano due motivazioni per cui mi sono battuto. La prima era quella di rinnovare la prima sala, che ho pagato alla vecchia proprietà, e di cui avevo comprato la licenza 45 anni fa (all’epoca faceva film a luci rosse) appena diplomato, abbandonando la Liabel. In quegli anni era una follia, ma oggi con il senno di poi non lo è stata. La seconda era legata al mercato che era cambiato: non si poteva più fare uno o due film la settimana. 15 anni fa sono venuto a sapere che la proprietà aveva in progetto la lottizzazione con vista pianura dell’ex sala da ballo dietro al Verdi, per fare dei garage. Sono andato a chiedere, abbiamo raggiunto un accordo economico, ho convinto mia moglie e abbiamo comprato. Il progetto è stato finanziato tramite una banca con sede a Bologna. Dopo 15 anni il mutuo non c’è più, e il trend del nostro cinema è in crescita, nonostante ci siamo ammazzati di lavoro, e abbiamo avuto l’imprevisto di doverci adeguare al digitale per quanto riguarda il proiettore, quindi con spese ingenti. All’inizio è stata molto dura, ma ci abbiamo creduto quando nessuno lo avrebbe fatto".

I film in programma sono aumentati

Michelle Peruffo, moglie di Arrigo e gestore insieme a lui del cinema, racconta invece di come si è deciso di rinnovare la programmazione dei film negli ultimi mesi: "Da dicembre abbiamo iniziato a proporre più film alla settimana, perché abbiamo visto che per crescere l’unica cosa da fare era quella. Alcuni clienti si sono lamentati perché gli orari dei film cambiano sempre, però noi pensiamo che bisogna dare sempre qualcosa in più al pubblico". E poi pone l’accento sulla clientela del Verdi: "Qual è la differenza tra un negozio di prossimità e un supermercato? Io dico la fidelizzazione. Nel nostro caso è fidelizzazione estrema, perché ad esempio io so che quel tale cliente preferisce un dato posto in una sala rispetto all’altra. I clienti ci portano i regali, spesso mi chiedono, “che film vado a vedere?” Si affidano a noi. E anche a livello comunicativo il Verdi ha un’identità precisa".

Gli spettatori

Infine entrambi hanno spiegato che il dato degli spettatori del 2023 che ha superato il 2019 deve fare capo necessariamente al caso C’è ancora domani: "Se togliamo i dati di C’è ancora domani il dato è molto diverso, anche a livello nazionale per quanto riguarda il cinema italiano. A vedere quel film abbiamo accolto persone che non andavano al cinema da 40 anni, anche candelesi. Nel 2024 ci sarà un altro film italiano come C’è ancora domani? Non crediamo, perché quello è stato un fenomeno. Il cinema è un’attività in continua evoluzione. Il Verdi però è un’eccezione rispetto ai numeri delle altre sale, proprio perché abbiamo un pubblico molto affezionato. È vero che l’età media è alta a volte, ma vediamo che alcuni giovani stanno venendo al cinema per vedere i film in lingua originale. Questo ci fa ben sperare".

M.C.

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