Il gesto di coraggio

Parà biellese della "Folgore" in licenza, insegue e fa arrestare un rapinatore di catenine

Il bandito poco prima aveva aggredito una pensionata ai giardini "Vittorio Emanuele II". Il padre: "Troppi personaggi poco raccomandabili in quei giardini. Il sindaco non ha mantenuto le promesse".

Parà biellese della "Folgore" in licenza, insegue e fa arrestare un rapinatore di catenine
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Ha inseguito il rapinatore che poco prima aveva strappato una catenina e un bracciale d'oro dal collo e dal polso di una pensionata di 74 anni con evidenti problemi fisici. L’ha rincorso per almeno un chilometro, dai giardini Vittorio Emanuele II che si trovano tra via La Marmora e via Delleani, sino a San Biagio, nel pressi della sede della Croce Bianca dove il bandito, stravolto, ha ancora cercato di nascondersi dietro a una siepe. Nonostante il rapinatore fosse di corporatura robusta, il suo inseguitore - militare in forza alla Brigata Paracadutisti "Folgore", in forma e bene addestrato - lo ha messo a terra e lo ha bloccato fino all’arrivo dei poliziotti di una volante che lo hanno preso in consegna e arrestato per rapina.

Grave accusa

Prima in carcere e poi ai domiciliari (su decisione del giudice che ha prima convalidato l’arresto e ha poi concesso all’indagato gli arresti a casa della madre), per la grave accusa, è finito un trentenne già noto alle forze dell'ordine e alla giustizia, Matteo C., 30 anni, per l'anagrafe residente a Mongrando, in realtà domiciliato a Biella, difeso dall’avvocato Pierpaolo Finotto.

Brutale aggressione

Prima di essere fermato dal "parà" biellese, l’indagato aveva aggredito la pensionata in uno dei vialetti dei giardini a due passi dalla sede di Banca Sella. L'ha afferrata alle spalle con una violenza tale che la signora è caduta riportando alla fine, per fortuna, solo ferite che al pronto soccorso hanno giudicato guaribili in una settimana, tra cui dei vistosi graffi al collo provocati dalla catenina che è stata strappata. Quando è stata aggredita, la signora stava tornando a casa dopo essere stata al centro della Biver per farsi somministrare la quarta dose del vaccino anti-Covid 19. «Quella collana l’avevo pagata 800mila lire trent’anni fa, per me aveva un grandissimo valore...», ha spiegato ai poliziotti.

Chi è il parà eroe

Il militare eroe - a Biella in questi giorni per una licenza - si chiama Michael Quintavalle (nella foto), 29 anni, figlio del proprietario del bar caffetteria “RossoArancio”, il noto locale che si affaccia lungo via La Marmora. Fisico atletico, sempre sorridente, il giovane non è nuovo a episodi del genere di estremo coraggio. Qualche mese fa, infatti, ha ottenuto un encomio per un fatto analogo avvenuto a Roma.

Cos'è la Folgore

E anche stavolta, pare, il generale comandante della Brigata più famosa d'Italia, una delle Grandi Unità che la Forza Armata annovera tra le sue forze di proiezione, avebbe chiamato il militare per congratularsi del bellissimo gesto. Dislocata in Toscana, Lazio e Veneto, la Brigata paracadutisti "Folgore" si compone di un Reparto Comando e Supporto, tre reggimenti d'arma base, un reggimento di artiglieria, un reggimento di cavalleria di linea, un reggimento genio guastatori ed un reggimento logistico​. Nella brigata è inquadrato anche il Centro Addestramento di Paracadutismo.

Parla il padre

A dare una mano al parà della Folgore, ci ha pensato per qualche istante anche il padre, titolare del bar caffetteria: «Non sono riuscito a correre veloce come mio figlio - racconta abbozzando un sorriso -. Quando sono arrivato, mio figlio stava bloccando quel tizio a terra. Si era già formato un capannello di persone ed erano già stati chiamati i poliziotti che infatti sono arrivati e hanno arrestato quell’uomo. Sono orgoglioso di mio figlio perché, nel menefreghismo generale, si è dato da fare per rendere giustizia alla signora aggredita. Non è la prima volta che lo fa e anche stavolta ha ricevuto la telefonata di un alto ufficiale della Folgore che gli ha fatto i complimenti per essersi nuovamente distinto come già era avvenuto a Roma».

Quei giardini sono pericolosi

La situazione nei giardini dov’è avvenuta la rapina, appare critica per la presenza di numerosi soggetti non sempre graditi. Il padre del giovane parà-eroe se la prende con il sindaco Claudio Corradino in persona: «In campagna elettorale e dopo il suo insediamento - spiega, macinando parole come fiume in piena, scosso dalla grave situazione - il sindaco aveva promesso che si sarebbe occupato della questione e avrebbe spostato dal centro alla periferia il Sert (il servizio per le tossicodipendenze), forte dell’appoggio della Regione grazie alla vittoria anche a Torino della Lega. Anche in questo caso sono state però promesse da marinaio, non mantenute. Così, ogni giorno all’ora di pranzo, in quei viali si piazzano anche 30-40 persone che occupano le panchine a dispetto degli anziani che non possono più nemmeno passeggiare per non rischiare di essere aggrediti come purtroppo è successo la scorsa settimana a quella signora. Le scene da far venire i brividi sono all’ordine del giorno: c’è chi piscia nelle aiuole o chi si sdraia in mezzo all’erba o sulle panchine. Senza contare che parecchi di loro girano con cani sciolti che non permettono a nessuno di avvicinarsi. I controlli latitano e la responsabilità di tutto questo per me è del sindaco Corradino che ha promesso e non ha mantenuto...».

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