L'allarme di Grillenzoni: «Se riprende vita sociale, ci saranno più morti» VIDEO
Il responsabile della Struttura Semplice di Medicina d'Urgenza dell’ospedale di Biella spiega con dovizia di particolari cosa sta succedendo e cosa potrebbe succedere.
Il dottor Luca Grillenzoni, responsabile della Struttura Semplice di Medicina d'Urgenza dell’ospedale di Biella, durante questa emergenza sanitaria mondiale è diventato un sicuro punto di riferimento per sapere ciò che accade quotidianamente nei reparti di terapia intensiva, dove si lotta per mantenere in vita i pazienti gravi affetti da Covid-19. Attraverso efficaci post e video pubblicati sul proprio profilo Facebook ha aperto un canale di comunicazione scientifico emozionale, seguitissimo dal popolo social biellese.
L’ultimo video pubblicato nella notte tra sabato e domenica, spiega con grande lucidità perché occorre stare a casa, anche se dopo Pasqua dovesse arrivare un allentamento delle restrizioni.
«Se riprende vita sociale, ci saranno più morti»
Eccone una estrema sintesi, ma la visione integrale del video è estremamente consigliata
«Il concetto qual è: questa epidemia ci ha messo di fronte a dei limiti tecnici che abbiamo dimostrato di poter superare. Il problema sono i limiti umani - spiega il dottor Luca Grillenzoni -. Molti di noi possono lavorare il doppio di quello che facevano prima, ma c’è un limite che riguarda le competenze specifiche, ovvero i limiti assistenziali. I posti in terapia intensiva in Piemonte sono finiti. Se arriva un malato grave in più, occorre quindi creare un posto nuovo: un letto, un monitor, un ventilatore: ma il punto è che da soli non bastano per curare una persona. Un paziente intubato e attaccato a un ventilatore senza il personale preparato che lo guarda: muore. Il personale nuovo va formato ed è un limite che non riusciamo a superare in tempi brevi. Quindi cosa mi preoccupata tanto? La ripresa della vita sociale. Se ritorniamo alla vita di prima troppo presto, dopo due settimane il contagio riprenderà e così le terapie intensive saranno sature e con limiti assistenziali insuperabili. Il che significherà che l’aumento della mortalità aumenterà e già oggi, sui pazienti gravi ospedalizzati è del 25%, nessun’altra patologia uccide così. Comprendo la fatica di chi è a casa e presto questo malumore verrà strumentalizzato da qualcuno che invocherà il libera tutti - conclude Grillenzoni -. Questa è una sfida per noi sanitari, ma è anche una sfida di responsabilità civile: solo insieme possiamo sperare di vincerla. State a casa».