Spari ai testimoni

Il presidente provinciale dei cacciatori a difesa dell'uomo che ha sparato ai testimoni di Geova: «Sarà assolto».

«Mai e poi mai un cacciatore rischierebbe il porto d’armi o peggio per proposte religiose più o meno noiose».

Il presidente provinciale dei cacciatori a difesa dell'uomo che ha sparato ai testimoni di Geova: «Sarà assolto».
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Guido Dellarovere, presidente della Federazione Italiana della Caccia (F.I.D.C.), è voluto intervenire sul caso degli ultimi giorni per difendere il cacciatore di 72 anni che ha sparato in aria per allontanare alcuni testimoni di Geova. Di seguito le sue dichiarazioni complete.

Una ricostruzione

«Lunghi articoli, titoloni fatti ad arte, condivisioni sul web e un’esposizione mediatica degna di miglior causa. Tutto per dare risalto ad un evento che, nella realtà, non ha avuto l’epilogo riportato dalla carta stampata e poi ripreso dai vari social. Mi riferisco a quanto successo nei giorni scorsi a Viverone dove, leggendo cosa hanno riportato i media, sembrerebbe che un cacciatore stanco per le scampanellate di alcuni testimoni di Geova, avrebbe imbracciato il fucile sparando in aria alcuni colpi, allo scopo di allontanarli. A prescindere dall’insistenza e il disturbo arrecato da queste persone, ci tengo a raccontare la reale dinamica dei fatti, frutto della ricostruzione del cacciatore con il quale ho parlato a lungo. E che mi ha raccontato che stava tornando da una battuta di caccia, accompagnato dal suo ausiliario e, arrivato in prossimità della propria abitazione in aperta campagna, si è trovato i due predicatori nei pressi del suo cancello di casa. Per paura che il cane in qualche modo potesse infastidire o peggio aggredire i due soggetti, li ha invitati ad andarsene. In tutta risposta questi hanno continuato a mantenere la propria posizione, parlando, parlando e parlando… Nel frattempo il cane, come avviene spesso, ha iniziato ad allontanarsi senza ascoltare il richiamo del padrone. Come consuetudine quando il cane non risponde al richiamo, l’uomo ha provato a riprendere la sua attenzione, sparando dei colpi a salve in aria. Un comportamento diffuso e noto a tutti i cacciatori. E così il cacciatore, con oltre 50 licenze di caccia, in tanti anni d’esperienza, ha fatto. Nessuna minaccia e soprattutto nessuna intenzione di spaventare i predicatori, i quali invece da persone con idee anti-caccia hanno preso la palla al balzo e strumentalizzando la situazione, creando un “caso”».

«Nessun cacciatore rischierebbe così il porto d'armi»

«E’ davvero impossibile, o quasi, pensare che ci sia un minimo di veridicità in quanto letto sui giornali. Mai e poi mai un cacciatore, soprattutto se esperto e di lungo corso, rischierebbe il porto d’armi o peggio per proposte religiose più o meno noiose. Sono quindi certo che la versione che tanto successo mediatico ha riscontrato sia, in realtà, infondata. Ovviamente non sono un giudice né posso leggere nel cuore del mio amico cacciatore, ma dopo averlo più volte ascoltato, credo proprio sia lui la vittima della situazione. E non certo i due testimoni di Geova».

«La verità trionferà»

«La vicenda da mediatica è ora diventata giudiziaria, con ritiro del porto d’armi. La giustizia farà il suo corso, ma con che tempi? Sono certo che alla fine il cacciatore (72 anni) vedrà riconosciute le sue ragioni e la bontà della sua ricostruzione dei fatti. Mi addolora, però, il fatto che probabilmente avrà perso le sue ultime occasioni di vivere le stagioni venatorie.
Rivolgo quindi un messaggio direttamente all’amico cacciatore, che rappresenta un appello al buon senso ed ai valori della caccia che da generazioni coltiviamo e tramandiamo: “Sono certo della bontà del tuo comportamento, forse ingenuo ma proprio per questo genuino, autentico. La giustizia farà il suo corso. Dobbiamo avere fiducia, anche se fino ad oggi prevale la versione dei fatti addomesticata e falsata. La verità trionferà. Mi auguro di vederti nuovamente a solcare i sentieri della nostra pianura biellese con la doppietta in spalla. E di vederti presto».

 

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