Dalla Questura

Biella, sospesa la licenza a un bar: scattati quattro "Daspo Willy"

La Questura intensifica le misure preventive: rissa tra quattro uomini fa scattare il giro di vite.

Biella, sospesa la licenza a un bar: scattati quattro "Daspo Willy"
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Una rissa scoppiata nei giorni scorsi nei pressi di un bar cittadino ha acceso i riflettori della Questura di Biella su un episodio che ha messo in allarme le autorità e portato a misure immediate e incisive. Quattro le persone coinvolte nella violenta lite – due residenti a Biella, uno straniero e un italiano, entrambi di mezza età, e due uomini provenienti da comuni limitrofi, un 27enne e un 40enne – che sono state denunciate per il reato di rissa.

Rissa davanti al bar, interviene la Polizia

L’intervento tempestivo della Squadra Volante ha evitato conseguenze peggiori, ma avrebbe anche evidenziato una mancanza da parte del gestore del locale, che non ha provveduto ad allertare le forze dell’ordine per prevenire il degenerare della situazione, né durante i concitati momenti della colluttazione. Una negligenza che, secondo la Questura, ha aumentato il rischio di una degenerazione ulteriore della situazione.

Il titolare non chiama la Polizia: sospesa la licenza a un bar

Dopo un’attenta valutazione, il Questore ha disposto la sospensione della licenza del bar per cinque giorni, in applicazione dell’articolo 100 del Testo Unico delle Leggi di Pubblica Sicurezza (TULPS).

Scattano quattro Daspo Willy: vietato tornare nel locale

Il giro di vite, però, non si è fermato qui: a seguito di un’approfondita attività istruttoria, la Questura ha poi emesso quattro misure di prevenzione personale, note come “Daspo Willy” - introdotte per arginare la violenza nei luoghi pubblici - che vietano ai soggetti coinvolti l’accesso al bar teatro della rissa e alle sue immediate vicinanze per un periodo di un anno. La violazione di tali misure comporta pene severe: reclusione da uno a tre anni e una multa compresa tra i 10.000 e i 24.000 euro.

Il “Daspo Willy”, ispirato alla tragica vicenda di Willy Monteiro Duarte, si configura come uno strumento preventivo sempre più utilizzato dalle forze dell’ordine per impedire a soggetti ritenuti pericolosi di frequentare luoghi in cui potrebbero nuovamente mettere a rischio l’incolumità pubblica.

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