«Otto anni impegnativi, tante le conquiste per migliorare il carcere»
Dopo due mandati lascia la garante dei diritti Sonia Caronni: «La vita carceraria è cambiata».
Verrà comunicato questa sera al termine del Consiglio comunale di Biella il nome del nuovo garante dei diritti delle persone private della libertà personale, che andrà a rimpiazzare Sonia Caronni, che per gli ultimi otto anni ha ricoperto questa funzione. «Sono stata eletta nell’aprile del 2016 - ricorda la criminologa cinquantacinquenne - durante i miei due mandati ho raccolto tantissime testimonianze della vita carceraria biellese, con più di mille colloqui intrapresi con i detenuti».
Ecco com’è evoluta la situazione in questi anni secondo Sonia Caronni
«Nel tempo i loro bisogni sono cambiati: durante il mio primo mandato quel che creava più problemi era l’aspetto sanitario. C’erano delle lacune molto importanti, oltre alla vera e propria mancanza di attenzioni nei confronti dei detenuti su questo aspetto. Nel secondo mandato, invece, mi sono accorta di quanto fosse cambiata la popolazione carceraria: oggi oltre la metà dei detenuti nel carcere di Biella è di origine straniera (in passato abbiamo raggiunto anche il 65%), molti dei quali hanno dipendenze da sostanze stupefacenti e problemi psichiatrici».
Oggi quali sono le criticità nel carcere di Biella?
«Bisogna aumentare le ore di visite psichiatriche e psicologiche e assumere più mediatori culturali di lingua madre: occorrono professionisti che conoscano l’arabo, per esempio, che sono molto utili per instaurare il dialogo e mediare i conflitti. Occorre anche introdurre la figura dell’antropologo, che può aiutare i funzionari a capire quel che avviene a livello di gruppi etnici. Il 9 settembre scorso si è insediata la nuova direttrice, nella quale confido molto affinché possa riorganizzare il carcere biellese. Credo occorra riprendere in mano anche il discorso educativo: a Biella, a differenza di quel che avviene in altre carceri, bisogna rincorrere i detenuti affinché frequentino i corsi o le attività proposte».
Qual è stato l’obiettivo più grande che ha portato a termine?
«Quando sono stata eletta non c’erano tutte attività rieducative che ci sono adesso. Penso al laboratorio di sartoria, un progetto partito nel 2017, inaugurato quest’anno grazie al contributo sinergico di diversi protagonisti del territorio biellese e divenuto in pochi mesi un modello d’eccellenza che ispirerà sicuramente altre carceri. È stata poi ampliata l’offerta formativa, aprendo anche un polo universitario all’interno del carcere. Questi sono risultati importanti che mi porto a casa. Ho anche la soddisfazione di aver implementato la collaborazione con l’Asl, seppur faticosamente, per migliorare il servizio sanitario all’interno dell’istituto. Tanti eventi che abbiamo fatto, penso anche al Festival Fuoriluogo, di cui ho portato qualche appuntamento all’interno del carcere».
Sonia Caronni, che cosa si sente di raccomandare o augurare al suo successore?
«Gli raccomanderei di continuare a insistere sul diritto allo studio e sulla partecipazione dei detenuti alle attività rieducative. Gli augurerei anche di riuscire a svolgere il lavoro appieno per tutta la durata del mandato: è una mansione difficilissima che viene per altro svolta gratuitamente. A chi svolge una funzione con responsabilità così importanti dovrebbe essere riconosciuto almeno una piccola retribuzione, fosse anche solo il rimborso della benzina per gli spostamenti».
Gianmaria Laurent Jacazio