candelo

«Annelie “rivuole” la sua cantina»

La storia della pittrice Weischer. Il sindaco: «Da ottobre via ai lavori risolutivi»

«Annelie “rivuole” la sua cantina»
Pubblicato:

Il gruppo di minoranza “Candelo per Tutti” torna sulla questione delle infiltrazioni nelle cantine del Ricetto. E lo fa raccontando la storia di Annelie Weischer, «moglie di Luigi Sottile, candelese doc, che si è trasferita a Candelo negli anni ‘70».

«Annelie “rivuole” la sua cantina»

La vicenda personale di Annelie Weischer viene così riassunta: «Con sacrifici, impegno e simpatia è entrata a far parte della comunità come moglie, madre, insegnante e traduttrice di lingua tedesca - spiega la capogruppo Elettra Veronese - Cresciuti i figli, le doti innate di pittrice hanno finalmente potuto trovare spazio, orgogliosamente seguendo le orme del proprio nonno. Erano gli anni ‘90: un momento perfetto. La famiglia Sottile dispone di una cantina nel Ricetto, nostro famoso borgo storico ed è proprio lì che la pittrice ha aperto laboratorio e sala esposizioni. La tecnica di pittura da lei usata, di nicchia, ovvero la pittura su seta, l’ha portata in pochi anni ad avere riconoscimenti nazionali e internazionali e a esporre in Italia e all’estero. Con il nuovo secolo la sua passione, che ormai l’assorbiva completamente ed era diventata l’unica fonte di reddito, è venuta però a scontrarsi con un evento imprevedibile che ha segnato la fine prematura della sua carriera. Nei primi anni del 2000, per assecondare le visionarie mire di espansione turistica dell’allora nuova amministrazione comunale, venivano tagliate le falde dei tetti che coprivano la “via di Lizza”, il camminamento sul lato Sud-Est del Ricetto che corre lungo le mura perimetrali del borgo e sopra le cantine della prima rua, tra cui quella di Annelie: l’obiettivo era creare una via di passeggio per i turisti disposti a pagare 1 euro.

La modifica

Questa modifica ha condannato le cantine sottostanti ad allagarsi dopo ogni pioggia. L’acqua ha impregnato i muri, insinuandosi tra mattoni, pietre e malte secolari, rendendo inutilizzabili i locali e insalubre l’aria, rovinando mobilio e, nel caso di Annelie, accartocciando dipinti e soprattutto la sua stessa vita. In oltre vent’anni il problema non è mai stato risolto».
Da qui, Veronese fa notare: «Da un decennio l’amministrazione comunale avrebbe a disposizione gratuitamente un progetto efficace, perché già realizzato da uno dei proprietari per la propria parte risolvendo il problema, ma si rifiuta di utilizzarlo: l’attuale amministrazione, medesima compagine di quella responsabile dei danni, ha invece messo in cantiere l’ennesimo progetto questa volta del valore di 450/500mila euro (inizialmente erano 300mila) che - a detta del tecnico che lo ha partorito - non risolverà il problema… di nuovo. Sta di fatto che la pittrice tedesca di Candelo, presa in mezzo, continua a desiderare soltanto una cosa, riavere la propria cantina come era un tempo per poter ricominciare a dipingere».

La replica del sindaco

“Eco di Biella” ha dunque chiesto una replica al sindaco Paolo Gelone, che dice: «Questa amministrazione, nei suoi primi quattro anni di gestione (dei quali due minati dalla pandemia), non solo ha lavorato per risolvere il problema ma concretamente ha provveduto ad accantonare le risorse per il progetto preliminare, trovato le risorse per eseguire i lavori tramite contributi, predisposto un progetto definitivo ovviamente nell'ottica di risolvere una volta per tutte i problemi di infiltrazioni e a ottobre faremo partire il cantiere.
La risposta migliore come sempre sono i fatti: abbiamo lavorato molto su questo problema e i lavori stanno per iniziare».
Giovanna Boglietti

Seguici sui nostri canali