Le astenute: «No ai cibi sintetici, ma non sosteniamo il disegno di legge del Governo»
Le due consigliere di minoranza: «Si chiedeva di promuovere un atto che deve ancora essere discusso democraticamente alla Camera e al Senato»
Non si è fatta attendere la risposta delle consigliere di minoranza della lista civica "Salussola nel terzo Millennio", dopo che ieri, giovedì 25 maggio, il vicesindaco Valter Pozzo ha stigmatizzato quanto avvenuto in consiglio comunale martedì scorso, quando è mancato il voto all'unanimità sulla delibera a sostegno del disegno di legge varato dal Governo Meloni contenente le disposizioni in merito al divieto di produzione e vendita di alimenti sintetici.
«Avremmo preferito che il vicesindaco avesse replicato di persona alle nostre considerazioni, invece di limitarsi ad “osservare”, in silenzio, per poi ribattere sui giornali, manifestando di non aver ben compreso quanto da noi affermato», scrivono in una nota le consigliere Simonetta Magnone e Stefania Lacchia.
I motivi dell'astensione
Questa la posizione delle consigliere di minoranza in merito alla loro astensione:
«Dal punto di vista personale condividiamo la contrarietà alla produzione e messa in commercio di alimenti creati in laboratorio. Troppe sono le incertezze sugli effetti sulla salute umana, difficilmente calcolabili gli effetti negativi sulla nostra economia, discutibile porre in mano a soli 4 soggetti nel mondo tecnologie e brevetti; inoltre sembrano una chimera gli effetti benefici dal punto di vista ambientale.
«Il testo della delibera però non si limita a esprimere contrarietà agli alimenti sintetici, o ad auspicare genericamente che si legiferi nel merito: la delibera esprime sostegno a quel disegno di legge, che ha un articolato preciso. Si chiede ai consiglieri comunali di promuovere un atto del Governo che per altro non ci è nemmeno stato fornito in copia per prenderne visione, un disegno di legge che deve ancora essere discusso democraticamente alla Camera e al Senato, seguendo l’iter previsto dalla Costituzione, e dal quale potrebbe uscire un testo diverso. Chi si è astenuto ha semplicemente valutato di non avere competenza per pronunciarsi su una iniziativa del Governo».
«Sono altri i problemi di cui dolersi»
Secondo le due consigliere di minoranza, semmai, i problemi sarebbero altri. «Pensiamo che il signor Pozzo - scrivono Simonetta Magnone e Stefania Lacchia - farebbe meglio a dolersi per altre questioni, come il Rendiconto desolante presentato in consiglio con 23 giorni di ritardo sui termini perentori previsti dalla legge, pena il commissariamento e lo scioglimento del consiglio comunale. Un rendiconto che racconta di una amministrazione inefficace, che non ha iniziato nessuna delle tre opere pubbliche previste per il 2022, che investe pochissimo ed esternalizza troppi servizi; dovrebbe dolersi per la Tari, la cui tariffa il sindaco (Manuela Chioda, ndr) non è stata capace di spiegare; dovrebbe preoccuparsi di dare risposte concrete alle 112 persone che hanno firmato una petizione per chiedere al Comune di acquistare uno scuolabus piuttosto che spendere 48.000 euro all’anno per esternalizzare il servizio trasporto scolastico, come sta avvenendo.
«Il signor Pozzo - concludono - dovrebbe insomma preoccuparsi di amministrare meglio il suo paese, che ne ha tanto bisogno».