"I BANCHI A ROTELLE NON C'ENTRANO"

Querela all'odontotecnico per gli insulti sessisti - La dura replica dell'ex ministro Azzolina

Ecco perché la deputata biellese non ritirerà la denuncia: "Condotte reiterate che non possono essere oggetto di semplicismi e banalizzazioni". Ed elenca gli insulti sessisti subiti

Querela all'odontotecnico per gli insulti sessisti - La dura replica dell'ex ministro Azzolina
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L'ex ministro dell'Istruzione Lucia Azzolina replica duramente dopo gli articoli legati alla vicenda dell'odontotecnico torinese querelato per le offese sessiste su facebook. Nei giorni scorsi, attraverso il suo legale Giuseppe Sbriglio, il professionista aveva fatto sapere di aver inviato una lettera di scuse all'onorevole Azzolina e fatto una donazione al Telefono Rosa, che non aveva sortito alcun effetto. L'ex ministro ha deciso di non ritirare la denuncia e andare avanti con il processo.

Ora, attraverso il suoi legali, Giulio Cristofori e Giovanni Rinaldi, Lucia Azzolina ne spiega le ragioni e chiede di precisare i termini della vicenda e rettificare quanto riportato negli articoli che davano la notizia, sottolineando che "quanto narrato negli articoli parzialmente non corrisponde al vero e anche la notizia riportata risulta tendenziosamente veicolata al lettore". Inoltre Azzolina, insegnante per anni a Biella, prima dell'impegno politico nel Movimento 5 Stelle, contesta la ricostruzione secondo la quale "la reazione esasperata del denunciato" sia da ricollegare "alla vicenda dei banchi a rotelle che, nondimeno emergeva pubblicamente soltanto alla fine del mese di giugno, inizio luglio dello scorso anno".   Quindi successivamente alle offese.

La lettera dell'ex ministro Lucia Azzolina, che ricostruisce la vicenda e fornisce la sua versione dei fatti

Spett.le Redazione, con riferimento all'articolo apparso in data 7.6.2021 corre l'obbligo di rappresentare che le condotte oggetto di querela riguardano, nella specie, reiterati insulti, chiare minacce di violenza e morte nonché offese grandemente sessiste, posti in essere non solo nei miei confronti, all'epoca dei fatti Ministro dell'Istruzione, ma anche di altri membri del Parlamento e del Governo. Un lungo elenco di aggressioni, violenze verbali e oscenità che mi vedo costretta a riportare in parte appresso, al fine di evitare che la vicenda possa essere derubricata a mera arrabbiatura ovvero ad una giustificabile perdita di controllo, come viceversa sembra voler far intendere l'articolo pubblicato: "Vi veniamo a prendere a casa... Vi spariamo un colpo in testa", o, ad esempio, "sei una bastarda devi andare a fare i p***", "Azzolina continua a fare i p*** in Parlamento", sono solo alcuni estratti di condotte reiterate che non possono essere oggetto di semplicismi e banalizzazioni, che tenderebbero a lasciar passare un messaggio sbagliato: cioè che sui social chiunque può arrivare alle minacce di morte, agli insulti, alle offese, specialmente alle donne, che ogni giorno sono bersaglio di violenze di tal guisa, o persino alle Istituzioni dello Stato, magari sperando poi di sottrarsi alle responsabilità connesse a quelle azioni, con atti - forse anche poco spontanei e dovuti all'instaurazione dei procedimenti giudiziari conseguenti - di erogazioni in denaro.

Come dimostrato già dai passaggi richiamati, inoltre, nelle minacce in questione non c'è e non poteva esserci alcuna critica politica all'utilizzo dei banchi e delle sedute innovative, per il semplice fatto che, alla data della commissione del fatto di reato, tale strumento di innovazione degli arredi delle istituzioni scolastiche italiane non era ancora presente né nel dibattito politico né nelle azioni del precedente Esecutivo. In ogni caso, né l'acquisto dei banchi, scelti dai dirigenti scolastici, né altra misura finalizzata alla messa in sicurezza delle scuole avrebbe potuto giustificare in alcun modo minacce e aggressioni verbali come quelle riportate.

On. Lucia Azzolina

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