Il caso social

Offesa sui social, l’ex ministra Azzolina non accetta scuse: le offese sui banchi a rotelle valgono più di una donazione benefica

La vicenda risale al maggio scorso, quando la Azzolina era nell'occhio del ciclone per le sue scelte politiche in seno al Governo Conte.

Offesa sui social, l’ex ministra Azzolina non accetta scuse: le offese sui banchi a rotelle valgono più di una donazione benefica
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Come riporta Prima Torino l’ex-ministra M5S  Lucia Azzolina non ha accettato le scuse, con contorno di cospicua donazione in beneficenza, da parte dell'odontotecnico di Torino che l'aveva offesa su Facebook. La vicenda risale al maggio scorso, quando l'ex ministra biellese era finita  nell'occhio del ciclone per le sue scelte politiche in seno al Governo Conte.

La querelle scatenata sui social 

In particolare i banchi a rotelle, uno scandalo che si trascina ancor oggi, avevano scatenato le critiche di molti detrattori. L'odontotecnico torinese, al pari di molti altri, se l'era presa per le inefficienze (qualcuno dice sprechi) statali nella gestione della scuola in un momento peraltro difficile di pandemia. Chi critica civilmente, ovvio, non rischia nulla. Peggio è scadere nella provocazione o addirittura nell'insulto, come in questo caso. L'uomo, che ha 50 anni, aveva invitato l'allora ministra a compiere atti sessuali all'interno del Parlamento. Cattivo gusto, volgarità, mancanza di stile e di argomenti. Tutto vero. Sono cose che non dovrebbero succedere, ma che troppo spesso capitano: certo è importante accorgersene subito e porre rimedio. Come? Scusandosi, innanzitutto, in modo sincero. Poi magari anche attestando in concreto che si è capito l'errore.

L'odontotecnico ha provato a farlo, con una lettera e una donazione per evitare di finire sotto processo. Ha cioè  deciso di... "rafforzare" le sue scuse con una sostanziosa donazione in beneficenza. Ecco quindi che è partito un bonifico al Telefono Rosa, sull'entità del quale al momento non vi sono indizi, così da dare più peso alle scuse. La Azzolina, però, non si è fatta intenerire e il processo al momento va avanti. Si tratterebbe, nel caso in cui la vicenda giudiziaria dovesse proseguire, di un reato non secondario poiché la Azzolina ai tempi era ministro: la legge prevede (art. 342 Codice Penale) una multa che può arrivare anche a 5.000 euro per Offese a un corpo dello Stato.

Parla l'avvocato della difesa

L'odontotecnico è difeso dall'avvocato Giuseppe Sbriglio, che ha dichiarato:

"La donazione fatta dal mio cliente al Telefono Rosa è un gesto simbolico. Ci rimettiamo alla sensibilità della parte lesa, nella convinzione che un errore può capitare a chiunque: l'importante è chiedere scusa e in modo concreto. La beneficenza è un qualcosa in più che dovrebbe convincere sulle buone intenzioni. Il mio cliente era esasperato dai tanti problemi anche economici dovuti alla pandemia ed ha perso il controllo, scadendo dalla critica all'offesa".

La pratica è in capo al Pubblico ministero Valentina Sellaroli che ha già interrogato l'imputato. Egli, in fase di deposizione, avrebbe detto di non essere "un leone da tastiera" ed anzi di essersi molto pentito per quanto scritto. L'ultima uscita da parte dell'ex-ministra grillina, invece, riguarda la polemica sul vitalizio a Formigoni definito letteralmente "una scatarrata". Per il momento, comunque, la Azzolina non ha ancora voluto accettare le scuse dell'odontotecnico che l'ha offesa.

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