Voskuil, tartassato dalle difese e ignorato dagli arbitri

Il caso Voskuil continua a far discutere la tifoseria biellese sui social network. Già infervorata con la terna arbitrale formata da Ursi, Riosa e Buttinelli dopo la direzione poco equilibrata di domenica scorsa nella gara persa dall’Angelico in casa con l’Upea, la tifoseria ha espresso ulteriore indignazione dopo la notifica della squalifica per una giornata comminata dal giudice sportivo al giocatore («Perchè al termine della gara faceva con la mano il gesto di una pistola puntata alla nuca del primo arbitro») e della multa di 2500 euro complessivi per gli eccessi nelle proteste di parte dei tifosi rossoblu.
Il fatto. Partendo dal presupposto che la squalifica è sacrosanta (e pure le multe, a parte l’inutile eccesso nel referto arbitrale verso uno steward-tifoso, bastava sinceramente la nota sul registro alla curva), poichè il rispetto in campo non deve mai venire meno nemmeno quando le proteste hanno motivo d’essere come in questo caso, la questione Voskuil rimane aperta.
Il giocatore, prima fonte d’attacco dell’Angelico, viene sistematicamente tartassato dalle difese avversarie che limitando lui, cercano di mettere in difficoltà l’attacco biellese. Mani addosso, spinte: tutta roba già vista e rivista, ma l’ormai costante permissività arbitrale nei confronti di questo trattamento comincia a diventare fuori dal normale.
Medie. Voskuil gioca una media di 34,1’ a gara eseguendo 12,4 tiri, mentre in lunetta ci va solo 3,4 volte. In sei partite non ci è neppure andato: come sia possibile è roba veramente poco comprensibile per chi mastica di basket, poichè Volskuil è costantemente raddoppiato se non triplicato dai difensori.
Mettendosi nei panni dell’avvocato del diavolo si potrebbe obiettare: Voskuil tira quasi sempre da tre e da sette metri, come fa a subire fallo?
Osservazione veritiera per chi conosce superficialmente il gioco, poichè i falli non si pretendono solo sul tiro, ma durante la fatica assurda che la guardia rossoblu fa liberandosi per andare al tiro, passando sui blocchi, tra spinte e manate sulle braccia.
Situazione che dura dall’inizio del torneo e che domenica scorsa è sublimata nell’arbitraggio di una terna che addirittura si è accanita contro Voskuil come dimostrano le foto del duello Voskuil-Nicevic pubblicate da Eco (nella foto di Stefano Certetti) nel momento in cui le fischiate errate arbitrali hanno agevolato il break decisivo dell’Upea.
Oltre al danno pure la beffa: comprensibile (ma non giustificabile) che il giocatore a fine gara fosse carico di risentimento nei confronti dei tre fischietti.
Equità. Tuttavia, considerando chiuso l’episodio e sperando che per gli arbitri ora Voskuil non diventi il cowboy della pistola alla nuca di Ursi, tutto quello che si chiede alle direzioni arbitrali non è protezione, ma solo correttezza e serenità nei giudizi.
Poi tutti sbagliano, ma dopo un po’ (17 giornate) anche basta, grazie.
Gabriele Pinna
pinna@primabiella.it