Sport e diritti, la Cgil contro il recente decreto legge per i lavoratori del settore sportivo
Il sindacalista Roberto Panella della Cgil: "Neanche questa volta si è riusciti a mettere ordine nel mondo del lavoro legato allo sport"
La Cgil organizza oggi, martedì 19 alle ore 17.30, una video-conferenza aperta a tutti per fare chiarezza sull'operato del Governo, in merito al recente decreto legge (numero 120 del 29 agosto) e acquisire consapevolezza dei diritti di ogni lavoratore. “Neanche questa volta si è riusciti a mettere ordine nel mondo del lavoro legato allo sport”. Così Roberto Panella, responsabile della Cgil per i lavoratori autonomi, subordinati e partite Iva, commenta il decreto che avrebbe dovuto porre rimedio, secondo le intenzioni del Governo, agli antichi problemi legati all’attività di istruttori, preparatori, allenatori, arbitri e quanti operano in società sportive, sia quelle dilettantistiche sia quelle professionistiche.
Le parole della Cgil sul decreto legge
“Si tratta di un contesto che rappresenta una vera e propria giungla, nella quale a farne le spese sono ovviamente i lavoratori e le lavoratrici, che si trovano spesso sotto ricatto rispetto a dirigenti e presidenti - argomenta invece Alessandro Marra, referente per la Federazione lavoratori della conoscenza -. In questo settore, a vario titolo, lavorano e operano persone ad alta specializzazione professionale, in possesso di laurea o titoli importanti, ma di fatto trattati sempre e solo come collaboratori occasionali o poco di più. Senza contare situazioni di vero e proprio lavoro in nero e di finto volontariato. Dopo tante attese e promesse, è arrivato questo nuovo decreto legge che in nulla però ha migliorato la situazione generale, non risolvendo per niente i problemi specifici del settore”.
E ancora, insistono i due sindacalisti: “L’obiettivo annunciato dalla riforma dovevano essere maggiori garanzie in termini pensionistici e contributivi per i lavoratori, attraverso norme chiare e certe, per tutelarsi a fronte di prestazioni lavorative e professionali spesso di alto livello. Invece da quanto abbiamo letto in gazzetta ufficiale, nulla sostanzialmente cambia in termini normativi, non aiutando né i lavoratori né le società sportive che volessero davvero regolarizzare tutta una serie di rapporti di collaborazione e di lavoro. In questo contesto si trovano, approssimativamente, nel Biellese, diverse centinaia di persone che operano nei contesti più vari: palestre o piscine passando per i tantissimi club delle innumerevoli discipline sportive tra giovanili e seniores presenti sul territorio”.