«Ritmo alto, ma si gioca di sistema»

«Ritmo alto, ma si gioca di sistema»
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Molti leggendo il curriculum di Diego Banti hanno storto il naso. Molti guardando i numeri (e anche qualche filmato) di Marcel Jones a Cantù hanno fatto lo stesso. Magari dimenticando che un giocatore come Simone Berti, determinante nelle ultime due stagioni, non aveva un curriculum tanto migliore. O che Damian Hollis a Cantù non ha fatto tanto meglio di Jones. Ma questi sono i classici discorsi da bar: il campo, come sempre, darà i suoi verdetti. Quello che invece si può affermare con certezza già oggi è che, al di là dei palmares (figli del budget ridotto), questa Angelico appare costruita secondo un progetto tattico chiaro.

Coach Michele Carrea, ce lo può spiegare?

«Siamo rimasti fedeli alle idee iniziali, questa sarà una squadra all’insegna della continuità, in grado di giocare in transizione e a ritmi elevati. Da questo punto di vista Jones è il “quattro” che stavamo cercando».

In quanto a caratteristiche assomiglia abbastanza ad Hollis...

«Sa giocare sia in post che negli uno contro uno fronte a canestro, sia in area che sul perimetro. Ma è un giocatore diverso perché ha meno talento e più grinta. Hollis è un’ala grande come se ne sono viste poche in A2. Jones può darci il contributo che ha dato Hollis due anni fa, anche se con un gioco diverso».

La più grande differenza rispetto agli scorsi anni sarà però nello spot di guardia.

«Mi aspetto molto da Ferguson perché sa giocare in molti modi. Può tirare in uscita dai blocchi,ma anche piazzato, sa spingere in campo aperto e attaccare a difesa schierata. Ma non sarà un terminale come è stato Voskuil. Sia per necessità che per volontà. La prossima Angelico sarà una squadra più di sistema. Vogliamo responsabilizzare in attacco giocatori come De Vico e La Torre. E anche Pierich, anche se ha sicuramente meno atletismo di Lombardi, può garantire un grande contributo offensivo».

A proposito di La Torre, in Nazionale non ha fatto benissimo. Dobbiamo preoccuparci?

«No, arriva da una stagione in cui ha giocato in A2, in B, in Under 19 e in due nazionali. È arrivato a luglio stanco, è comprensibile. Il lavoro che dovremo fare è di ripulitura, dobbiamo togliere un po’ di confusione che ha in testa: negli ultimi anni ha giocato in quattro ruoli, perché i suoi allenatori hanno visto in lui tante caratteristiche. Ora è il momento di specializzarsi, diventare un giocatore da A2 in un ruolo, poi aggiungere altri fondamentali».

Ha già un’idea su quale ruolo?

«Sì, ma me la sono fatta guardandolo dall’esterno. Dovrò verificarla sul campo. Abbiamo Grande e Ferguson in grado di garantirci un contributo in regia, da La Torre mi aspetto più un gioco da guardia, per quanto molto fisica e in grado di giocare anche in post».

L’unico momento in cui il progetto di squadra ha traballato è stato quando vi siete buttati su Gigli, qual era la riflessione?

«Avendo già Infante la nostra idea era di scegliere un giocatore che desse continuità in campo. Banti è dinamico, può giocare sui cambi difensivi e intercambiarsi con “Infa” senza togliere riferimenti alla squadra. Tra l’altro abbassando i minutaggi potranno rendere di più entrambi. Era il giocatore che cercavamo, ma quando abbiamo intravisto la possibilità di arrivare a Gigli ci abbiamo provato. Lui poteva darci la possibilità di alternare una pallacanestro completamente diversa perché è un giocatore opposto a Infante. Tramontata questa ipotesi siamo tornati alla nostra prima idea».

Raduno. La stagione prenderà il via il 18 agosto con il raduno, poi due giorni di test medici e altri due di lavoro atletico per rimettere in moto i muscoli. A quel punto la squadra si sposterà a Bielmonte per un ritiro di cinque giorni. La prima amichevole, invece, è in programma l’ultimo weekend di agosto contro Desio.

Matteo Lusiani


Molti leggendo il curriculum di Diego Banti hanno storto il naso. Molti guardando i numeri (e anche qualche filmato) di Marcel Jones a Cantù hanno fatto lo stesso. Magari dimenticando che un giocatore come Simone Berti, determinante nelle ultime due stagioni, non aveva un curriculum tanto migliore. O che Damian Hollis a Cantù non ha fatto tanto meglio di Jones. Ma questi sono i classici discorsi da bar: il campo, come sempre, darà i suoi verdetti. Quello che invece si può affermare con certezza già oggi è che, al di là dei palmares (figli del budget ridotto), questa Angelico appare costruita secondo un progetto tattico chiaro.

Coach Michele Carrea, ce lo può spiegare?

«Siamo rimasti fedeli alle idee iniziali, questa sarà una squadra all’insegna della continuità, in grado di giocare in transizione e a ritmi elevati. Da questo punto di vista Jones è il “quattro” che stavamo cercando».

In quanto a caratteristiche assomiglia abbastanza ad Hollis...

«Sa giocare sia in post che negli uno contro uno fronte a canestro, sia in area che sul perimetro. Ma è un giocatore diverso perché ha meno talento e più grinta. Hollis è un’ala grande come se ne sono viste poche in A2. Jones può darci il contributo che ha dato Hollis due anni fa, anche se con un gioco diverso».

La più grande differenza rispetto agli scorsi anni sarà però nello spot di guardia.

«Mi aspetto molto da Ferguson perché sa giocare in molti modi. Può tirare in uscita dai blocchi,ma anche piazzato, sa spingere in campo aperto e attaccare a difesa schierata. Ma non sarà un terminale come è stato Voskuil. Sia per necessità che per volontà. La prossima Angelico sarà una squadra più di sistema. Vogliamo responsabilizzare in attacco giocatori come De Vico e La Torre. E anche Pierich, anche se ha sicuramente meno atletismo di Lombardi, può garantire un grande contributo offensivo».

A proposito di La Torre, in Nazionale non ha fatto benissimo. Dobbiamo preoccuparci?

«No, arriva da una stagione in cui ha giocato in A2, in B, in Under 19 e in due nazionali. È arrivato a luglio stanco, è comprensibile. Il lavoro che dovremo fare è di ripulitura, dobbiamo togliere un po’ di confusione che ha in testa: negli ultimi anni ha giocato in quattro ruoli, perché i suoi allenatori hanno visto in lui tante caratteristiche. Ora è il momento di specializzarsi, diventare un giocatore da A2 in un ruolo, poi aggiungere altri fondamentali».

Ha già un’idea su quale ruolo?

«Sì, ma me la sono fatta guardandolo dall’esterno. Dovrò verificarla sul campo. Abbiamo Grande e Ferguson in grado di garantirci un contributo in regia, da La Torre mi aspetto più un gioco da guardia, per quanto molto fisica e in grado di giocare anche in post».

L’unico momento in cui il progetto di squadra ha traballato è stato quando vi siete buttati su Gigli, qual era la riflessione?

«Avendo già Infante la nostra idea era di scegliere un giocatore che desse continuità in campo. Banti è dinamico, può giocare sui cambi difensivi e intercambiarsi con “Infa” senza togliere riferimenti alla squadra. Tra l’altro abbassando i minutaggi potranno rendere di più entrambi. Era il giocatore che cercavamo, ma quando abbiamo intravisto la possibilità di arrivare a Gigli ci abbiamo provato. Lui poteva darci la possibilità di alternare una pallacanestro completamente diversa perché è un giocatore opposto a Infante. Tramontata questa ipotesi siamo tornati alla nostra prima idea».

Raduno. La stagione prenderà il via il 18 agosto con il raduno, poi due giorni di test medici e altri due di lavoro atletico per rimettere in moto i muscoli. A quel punto la squadra si sposterà a Bielmonte per un ritiro di cinque giorni. La prima amichevole, invece, è in programma l’ultimo weekend di agosto contro Desio.

Matteo Lusiani


 

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