Pozzo cacciato dalla palestra

Pozzo cacciato dalla palestra
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(18 lug) In cima al curriculum sportivo, lungo e prestigioso come una maratona, del ginnasta azzurro Enrico Pozzo (nella foto), ci sono le due Olimpiadi di Atene e Pechino, seguite da risultati internazionali di primo livello e da numerosi titoli tricolori (è il campione italiano in carica nell’artistica), che evidentemente non sono sufficienti per guadagnarsi il rispetto di una città come Novara, che invece avrebbe dovuto adottarlo, considerato che Pozzo vive e si allena lì da sei anni poiché la sua Libertas Vercelli non ha una palestra adeguata dove allenarsi nella città del riso.

Baracca e burattini. Da circa due settimane Pozzo dovrebbe allenarsi mattina e sera, rinchiuso in palestra per affinare gli esercizi da portare al Mondiale di Tokio, in programma dal 7 al 16 ottobre in Giappone, che qualificherà squadre e atleti per l’ormai imminente Olimpiade di Londra 2012. «Invece domani (martedì, ndr) mi tocca smontare tutto e trasferirmi a Mortara, dove sono gentilissimi, per poi andare a Vercelli a fine anno, dove stanno ultimando i lavori per ospitarci. Non mi sembra davvero il migliore dei modi per preparare un Mondiale, senza contare le energie mentali e il tempo spesi per evitare che questo accadesse. Ma non è finita qui». In cima al curriculum sportivo, lungo e prestigioso come una maratona, del ginnasta azzurro Enrico Pozzo (nella foto), ci sono le due Olimpiadi di Atene e Pechino, seguite da risultati internazionali di primo livello e da numerosi titoli tricolori (è il campione italiano in carica nell’artistica), che evidentemente non sono sufficienti per guadagnarsi il rispetto di una città come Novara, che invece avrebbe dovuto adottarlo, considerato che Pozzo vive e si allena lì da sei anni poiché la sua Libertas Vercelli non ha una palestra adeguata dove allenarsi nella città del riso.

Baracca e burattini. Da circa due settimane Pozzo dovrebbe allenarsi mattina e sera, rinchiuso in palestra per affinare gli esercizi da portare al Mondiale di Tokio, in programma dal 7 al 16 ottobre in Giappone, che qualificherà squadre e atleti per l’ormai imminente Olimpiade di Londra 2012. «Invece domani (martedì, ndr) mi tocca smontare tutto e trasferirmi a Mortara, dove sono gentilissimi, per poi andare a Vercelli a fine anno, dove stanno ultimando i lavori per ospitarci. Non mi sembra davvero il migliore dei modi per preparare un Mondiale, senza contare le energie mentali e il tempo spesi per evitare che questo accadesse. Ma non è finita qui». Pozzo non è certo conosciuto per la sua diplomazia, ma poche volte, forse mai, è stato così arrabbiato con mezzo mondo. «E’ una questione di principio - spiega - ci si impone di andare via all’improvviso, nel momento più delicato del periodo di preparazione, nonostante un contratto di affitto firmato fino a dicembre. Il modo in cui è avvenuto lo sfratto è incredibile e nessuno dice niente».

Assurdo. I fatti sono questi. La Libertas Novara affitta alla Libertas Vercelli (che si porta dietro anche l’attrezzatura ufficiale da gara) una delle due palestre dello stadio Piola a Novara, nell’altra ci sta la Pro Novara, piccola società che svolge attività solo promozionale giovanile, mentre in quella di Pozzo, oltre ad ospitare i suoi compagni, è attivo anche il Centro tecnico regionale coordinato da Andrea Sacchi, allenatore del biellese e della Nazionale. La promozione in Serie A del Novara Calcio ora impone che una delle due palestre venga adibita a spazi imposti dalla Lega Calcio, un fatto normale.
Il Comune, fresco di vittoria del centro sinistra, quindi sonda le società interessate, anche se la soluzione è più scontata di quella del maggiordomo assassino nei libri gialli. Però si dovrebbe approfondire con due domande semplici semplici e questo non viene fatto.
A sorpresa, allora, il presidente della Libertas Novara, Marzio Liuni, senza chiedere il parere della Libertas, si offre di sbaraccare tutto e trasferirsi in una struttura meno accogliente, lasciando l’altra palestra alla Pro Novara, miracolata dopo aver già intravisto la più ovvia e intelligente delle soluzioni: spostarsi.

Politichese. Guarda caso, l’imprenditore Liuni è anche assessore provinciale all’Agricoltura in quota alla Lega Nord e la mossa insensata sembra invece un abile stratagemma politico per mettere in serio imbarazzo il Comune, che pare essere cascato in pieno nel tranello, rimediando una figuraccia in grande stile.

Colpe. «Non ce l’ho né col Novara né col Comune, anche se penso che avrebbero dovuto chiedersi il perché del gesto, per me senza senso, di Liuni che mi sta danneggiando» spiega Pozzo. «Ringrazio la Fig nazionale, non quella regionale che non ci ha appoggiato finora, l’Aeronautica, la Libertas Vercelli, Mortara e le altre città che si sono offerte di ospitarmi fino a quando non andrò a Vercelli a fine anno».
Ma la diatriba non è finita, sempre che il Comune di Novara non rimedi in extremis.
Gabriele Pinna

18 luglio 2011

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