Perilli & Forestier, il Biella sogna
Il primo punto di partenza è sempre il mercato, a seconda della qualità dei giocatori che riesci a regalare all’allenatore alzi o abbassi l’asticella delle ambizioni e degli obbiettivi stagionali. Il Biella Rugby Club ha decisamente regalato due gioielli a mister Callum McLean trasformando l’obbiettivo playoff in un traguardo quasi obbligato, sicuramente più realistico di quello che fino a un mese fa era poco più di un sogno di mezza estate. I due nuovi arrivati sono Mauro Perilli e Nicolas Forestier e vantano un curriculum che spiega da solo il perché l’asticella si sia decisamente alzata.
La campagna di rafforzamento si è poi chiusa con l’arrivo dalla Puglia del giovane Dario Panaro, classe ’94, 188 cm di altezza per 103 kg di peso, che si alternerà tra la seconda e la terza linea. Insomma un Biella Rugby ambizioso, soprattutto per la presenza dei primi due acquisti.
«Sono venuto qua per vincere, anche tutte le partite se si può: non mi piace perdere!», è diretto Mauro Perilli che ha ben chiari in testa gli obbiettivi stagionali «vogliamo giocare i playoff per salire di categoria».
Il nuovo numero 6 del Biella rugby (100 kg, 188 cm) nasce in Uruguay, a Montevideo, nel 1985 e a soli 18 anni sbarca in Europa frequentando con il passare degli anni in tutti i campionati più importanti: Spagna, Galles, Francia, Italia formando un curriculum di grande spessore.
Arriva dalla Spagna dove, nella stagione precedente, ha giocato per l’Hernani. Sbarcato a Biella un mese fa è già contento della sua scelta «preferisco città piccole come Biella piuttosto che città più grosse, al momento mi trovo molto bene anche grazie al fatto che so l’italiano ed è più facile comunicare con i compagni», ha cominciato l’altra settimana la preparazione atletica con la squadra «gli allenamenti sono molto duri in questo periodo dell’anno, tanta corsa e poca palla». Guardandosi indietro non ha dubbi nell’individuare quali siano state le esperienze più importante della sua carriera: «Sicuramente i due anni giocati nel Maistag in Seconda Divisione in Galles (vicino a Cardiff), lì il rugby è come una religione; ma anche essere stato contattato da Lisandro Arbizu (rugbista titolare del record di presenze internazionali per i Pumas, ndr), per fare parte del suo progetto ed aver giocato con lui una partita è uno dei ricordi più nitidi e belli della mia carriera».
Perilli è stato anche chiamato in nazionale ma «purtroppo per motivi personali non sono potuto andare» e, a proposito di nazionale, è consapevole che nel prossimo mondiale il suo Uruguay «non potrà andare lontanissimo essendoci solo quattro professionisti che giocano in Europa» ma è altrettanto consapevole che per «tutti i giocatori sarà un’esperienza indimenticabile e importantissima per la carriera: giocare contro giocatori che hai sempre solo visto in televisione fa un certo effetto».
Se il cambiamento per Mauro Perilli, quantomeno a livello di città è stato meno drastico, per Nicolas Forestier passare dalla Tour Eiffel alle montagne biellesi è stato leggermente diverso. Alla domanda se gli piace Cossato (città in cui attualmente vive) storce un po’ il naso e sorridendo dice: «Un poco pequena».
Un po’ piccola insomma, sia rispetto a Parigi sia rispetto alla sua Buenos Aires, città in cui nasce nel 1988 e muove i suoi primi passi nel mondo della palla ovale. Il suo primo club è il C.A.S.I (Club Atletico San Idro) ed è anche quello che gli lascia l’esperienza più bella «il viaggio con i compagni nel 2008 in Sudafrica e nel 2010 in Argentina». Poi arriva in Europa e gioca prima Spagna e poi in Francia dove la stagione scorsa ha militato nelle fila dello Stade Domontois in Federal 2, «in Francia l’alto numero di squadre ti permette di incontrare sia team più tecnici sia team più fisici, giocatori molto forti che magari hanno giocato ad altissimo livello ma anche giocatori meno forti, è stata una bella esperienza». L’impatto con l’Italia e con il mondo di Biella è positivo «l’italiano è simile allo spagnolo e quindi capisco meglio e questo sicuramente mi aiuta, l’ambiente è molto famigliare. Sono curioso di conoscere il campionato italiano». Forestier può giocare da estremo, da centro e anche da mediano d’apertura ma se gli si chiede quale di questi ruoli preferisca non ha dubbi, «in assoluto preferisco giocare come estremo o come mediano d’apertura». La sua Argentina ha invece obbiettivi ben diversi da quelli dell’Uruguay di Perillo, è convinto che ci «siano le condizioni per ripetere quanto fatto nel 2007 (terza classificata, ndr)». Obiettivo per la sua nazionale chiaro quanto il suo per la sua stagione e quella del Biella Rugby «riuscire a giocare il miglior rugby possibile e centrare i playoff con la squadra».
Luca Rondi
Il primo punto di partenza è sempre il mercato, a seconda della qualità dei giocatori che riesci a regalare all’allenatore alzi o abbassi l’asticella delle ambizioni e degli obbiettivi stagionali. Il Biella Rugby Club ha decisamente regalato due gioielli a mister Callum McLean trasformando l’obbiettivo playoff in un traguardo quasi obbligato, sicuramente più realistico di quello che fino a un mese fa era poco più di un sogno di mezza estate. I due nuovi arrivati sono Mauro Perilli e Nicolas Forestier e vantano un curriculum che spiega da solo il perché l’asticella si sia decisamente alzata.
La campagna di rafforzamento si è poi chiusa con l’arrivo dalla Puglia del giovane Dario Panaro, classe ’94, 188 cm di altezza per 103 kg di peso, che si alternerà tra la seconda e la terza linea. Insomma un Biella Rugby ambizioso, soprattutto per la presenza dei primi due acquisti.
«Sono venuto qua per vincere, anche tutte le partite se si può: non mi piace perdere!», è diretto Mauro Perilli che ha ben chiari in testa gli obbiettivi stagionali «vogliamo giocare i playoff per salire di categoria».
Il nuovo numero 6 del Biella rugby (100 kg, 188 cm) nasce in Uruguay, a Montevideo, nel 1985 e a soli 18 anni sbarca in Europa frequentando con il passare degli anni in tutti i campionati più importanti: Spagna, Galles, Francia, Italia formando un curriculum di grande spessore.
Arriva dalla Spagna dove, nella stagione precedente, ha giocato per l’Hernani. Sbarcato a Biella un mese fa è già contento della sua scelta «preferisco città piccole come Biella piuttosto che città più grosse, al momento mi trovo molto bene anche grazie al fatto che so l’italiano ed è più facile comunicare con i compagni», ha cominciato l’altra settimana la preparazione atletica con la squadra «gli allenamenti sono molto duri in questo periodo dell’anno, tanta corsa e poca palla». Guardandosi indietro non ha dubbi nell’individuare quali siano state le esperienze più importante della sua carriera: «Sicuramente i due anni giocati nel Maistag in Seconda Divisione in Galles (vicino a Cardiff), lì il rugby è come una religione; ma anche essere stato contattato da Lisandro Arbizu (rugbista titolare del record di presenze internazionali per i Pumas, ndr), per fare parte del suo progetto ed aver giocato con lui una partita è uno dei ricordi più nitidi e belli della mia carriera».
Perilli è stato anche chiamato in nazionale ma «purtroppo per motivi personali non sono potuto andare» e, a proposito di nazionale, è consapevole che nel prossimo mondiale il suo Uruguay «non potrà andare lontanissimo essendoci solo quattro professionisti che giocano in Europa» ma è altrettanto consapevole che per «tutti i giocatori sarà un’esperienza indimenticabile e importantissima per la carriera: giocare contro giocatori che hai sempre solo visto in televisione fa un certo effetto».
Se il cambiamento per Mauro Perilli, quantomeno a livello di città è stato meno drastico, per Nicolas Forestier passare dalla Tour Eiffel alle montagne biellesi è stato leggermente diverso. Alla domanda se gli piace Cossato (città in cui attualmente vive) storce un po’ il naso e sorridendo dice: «Un poco pequena».
Un po’ piccola insomma, sia rispetto a Parigi sia rispetto alla sua Buenos Aires, città in cui nasce nel 1988 e muove i suoi primi passi nel mondo della palla ovale. Il suo primo club è il C.A.S.I (Club Atletico San Idro) ed è anche quello che gli lascia l’esperienza più bella «il viaggio con i compagni nel 2008 in Sudafrica e nel 2010 in Argentina». Poi arriva in Europa e gioca prima Spagna e poi in Francia dove la stagione scorsa ha militato nelle fila dello Stade Domontois in Federal 2, «in Francia l’alto numero di squadre ti permette di incontrare sia team più tecnici sia team più fisici, giocatori molto forti che magari hanno giocato ad altissimo livello ma anche giocatori meno forti, è stata una bella esperienza». L’impatto con l’Italia e con il mondo di Biella è positivo «l’italiano è simile allo spagnolo e quindi capisco meglio e questo sicuramente mi aiuta, l’ambiente è molto famigliare. Sono curioso di conoscere il campionato italiano». Forestier può giocare da estremo, da centro e anche da mediano d’apertura ma se gli si chiede quale di questi ruoli preferisca non ha dubbi, «in assoluto preferisco giocare come estremo o come mediano d’apertura». La sua Argentina ha invece obbiettivi ben diversi da quelli dell’Uruguay di Perillo, è convinto che ci «siano le condizioni per ripetere quanto fatto nel 2007 (terza classificata, ndr)». Obiettivo per la sua nazionale chiaro quanto il suo per la sua stagione e quella del Biella Rugby «riuscire a giocare il miglior rugby possibile e centrare i playoff con la squadra».
Luca Rondi