La gara della verità

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Due squadre simili, Biella e Pesaro. Condividono l’ultimo posto in classifica, ma anche una squadra mal costruita in estate per evidenti difficoltà di budget. La Scavolini è riuscita ad anticipare un po’ i tempi della rifondazione e si presenta alla sfida decisiva più pronta. Come l’Angelico, aveva problemi in regia. E li ha risolti prendendo Stipcevic. Oggi il playmaker ex Varese e Milano ha preso le redini della squadra e riesce a dirigere l’orchestra pesarese, che non è esattamente la Filarmonica di Berlino. Anzi, contro Roma l’attacco è apparso spesso macchinoso e i buoni tiri costruiti non sono stati molti. E tuttavia, in una partita dal punteggio basso (sconfitta 65-64), è riuscita a restare a contatto fino alla fine e ha avuto più volte il tiro del sorpasso, l’ultimo con la penetrazione di Cavaliero a 2” dalla sirena: ma il suo tiro è arrivato oltre tempo massimo (e comunque fuori). Segnali di una squadra viva, anche se non si può dire un orologio svizzero.

Differenze. Ecco, qui c’è la differenza più grande. Perché all’Angelico di oggi manca proprio quel quid che le permetta di stare in partita per 40’ senza sfilacciarsi. Domani servirà una prestazione di gruppo, se si vuole vincere e magari ribaltare la differenza canestri  (servirebbe una vittoria di cinque o più punti). A cominciare da Trey Johnson, giocatore che sembra essersi smarrito per strada tra forzature e palle perse: la guardia di Jackson ha nel suo bagaglio tecnico la capacità di mettere in ritmo i compagni, e sarebbe davvero utile se tornasse a farlo. Magari in una squadra più saldamente in mano a Rochestie, l’uomo di maggior talento. Servirà inoltre più spessore sotto canestro, perché un giocatore con 250 gare in Serie A come Crosariol potrebbe far male al giovane Mavunga.

Tattica.  Lo Stipcevic pesarese  tende a monopolizzare il gioco: prende quasi 14 tiri a partita, mettendone 6 di media. Per il resto, Kinsey e Barbour sono esterni di buon atletismo, Flamini e Crosariol due lunghi di esperienza. Coach Markovski ha annunciato l’utilizzo di Barbour anche come quattro, il che creerebbe dei mismatch interessanti sotto entrambi i canestri. L’impressione, comunque, è che sarà una partita poco tattica: ci saranno probabilmente blackout, minuti senza canestri, basse percentuali e tante transizioni. Dunque, più degli schemi, conteranno carattere e sangue freddo per gestire la confusione.

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