Jurak: «Le gare vere diranno chi siamo»

Jurak: «Le gare vere diranno chi siamo»
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Il gladiatore non si arrende mai, lotta fino allo stremo delle sue forze ed anche quando sembra soccombere eccolo rialzarsi più forte di prima. E così è Goran Jurak, mai domo, grande cuore e coraggio al servizio della squadra.  «Biella è la mia seconda casa - afferma il lungo sloveno - , qui conosco l’ambiente, i tifosi e sono contento quindi di potere continuare la mia avventura con l’Angelico».
I compagni sono quasi tutti nuovi, alcuni alla prima esperienza  europea, altri già a conoscenza del vecchio continente, ma non dell’Italia: «I ragazzi - continua Jurak - sono cambiati quasi tutti, a parte me , Matteo ora infortunato (Soragna, ndr.) e Linos (Chrysikopoulos, ndr.) che però è rimasto fermo un anno. Giochiamo con quattro americani, e ci vorrà quindi del tempo per fare conoscere loro come si gioca in Italia. Sono tutti bravi ragazzi, con quali si lavora duramente, ma sarà solamente quando inizieranno le partite vere che potremo vedere se funzioneremo...».

Questo anno, più che nel passato, sembra che l’Angelico si affiderà maggiormente ad un gioco corale, esigenza dovuta ai tanti volti nuovi rossoblu, che rende difficile individuare subito un leader. Anche se in realtà Robinson e Brackins sembrano avere le giuste qualità per potersi mettere in mostra e guidare i compagni nel campionato alle porte.«Giocheremo più insieme in questa stagione, anche perchè ora è difficile capire il nostro livello e solamente il campo potrà emettere il reale verdetto. Di certo rispetto ad alcune settimane fa siamo migliorati, perchè ci conosciamo meglio e stiamo lavorando molto per essere pronti fra circa una settimana per l’esordio fuori casa».

Il lungo sloveno classe 1977 sta per affrontare la quarta stagione in maglia rossoblu, la terza consecutiva. Alcuni mesi fa Jurak aveva spiegato proprio a Eco che si trovava bene a Biella e che sua figlia Lin aveva iniziato il primo anno alla scuola elementare Santa Caterina, descrivendo con molto orgoglio il fatto che la figlia parlasse bene l’italiano: «Ma ti ricordi proprio tutto eh? - commenta divertito il lungo -. Sì, è vero, ora mia figlia compirà 8 anni e qui ha molte amiche, gioca, si diverte e balla! E mia moglie che l’anno scorso si era sentita un po’ sola, forse anche per il fatto che nostra figlia aveva iniziato la scuola, ora anche lei si sente a suo agio. E quindi la decisione di fermarmi qui in Italia con l’Angelico - conclude Jurak- si è rivelata la più azzeccata».Marta Coda Luchinasport@primabiella.it

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