«Doping? Si può vincere senza!»

«Doping? Si può vincere senza!»
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Domani notte iniziano i Giochi di Rio, in Brasile. La cerimonia d’apertura si terrà allo stadio Mário Filho, più conosciuto con il nome di Maracanà, alle ore 20 locali che corrispondono all’una di notte italiana. Biella, dopo diverse edizioni non vedrà atleti in gara. Chi poteva ambire ad una qualificazione non ce l’ha fatta per diverse circostanze, anche sfortunate; in primis Enrico Pozzo, fresco campione italiano che resterà incredibilmente a casa.

A Rio, avrebbe potuto eguagliare le quattro partecipazioni dell’icona sportiva biellese per eccellenza Elisabetta Perrone, oggi guardia forestale, in passato campionessa di marcia con tanto di argento olimpico nella 10 km ad Atlanta 1996 (foto) e un oro strappatole di dosso a Sydney nel 2000, per una guerra tra giudici, in vista del traguardo.

Guarderà questi Giochi in tv?

«Certo, l’atletica di sicuro, poi la ginnastica che mi piace molto. Peccato per Enrico, e per Biella che non verrà rappresentata. Nella marcia tiferò la Giorgi che ha fatto ottimi tempi e senza le russe potrebbe fare bene».

Di avversarie russe ne ha conosciute tante. La stupiscono le notizie su un presunto doping di Stato e le conseguenti squalifiche a raffica?

«Non sono stupita, ma non credevo che il sistema potesse arrivare fino a questo punto, sempre che si arrivi a prove inconfutabili. Il fatto che abbiano escluso l’atletica russa fa pensare, anche se è possibile che anche in quel contesto qualcuno abbia scelto di non doparsi. Non è mai giusto dire: quelli si dopano tutti».

Di dubbi sulle atlete dell’Est mentre gareggiava ne avrà avuti tanti...

«Ovvio, ma anche con concorrenti di altri Paesi. Quando stai gareggiando fianco a fianco e sai cosa hai fatto, allenandoti, per arrivare a quel livello e tu hai il fiatone e quella che marcia a fianco sembra stia passeggiando in

via Italia.. il dubbio ti viene».

E in quei momenti la tentazione di doparsi non viene mai?

«No, io penso che sia una cosa molto personale. Chi lo fa, lo usa come alibi. Io ho sempre pensato di andare a dormire serena, sapendo che quello che ho vinto l’ho vinto con le mie forze. Altre magari hanno vinto dieci medaglie barando, ma io sono la dimostrazione che si può ottenere un grande risultato senza doparsi. Ci sono momenti di crisi lungo una carriera, ma basta razionalizzare il tutto e rimettersi sotto, magari in modo diverso».

 

Gabriele Pinna

Vuoi leggere l’intervista completa? La trovi sull’Eco di Biella di giovedì 4 agosto

Domani notte iniziano i Giochi di Rio, in Brasile. La cerimonia d’apertura si terrà allo stadio Mário Filho, più conosciuto con il nome di Maracanà, alle ore 20 locali che corrispondono all’una di notte italiana. Biella, dopo diverse edizioni non vedrà atleti in gara. Chi poteva ambire ad una qualificazione non ce l’ha fatta per diverse circostanze, anche sfortunate; in primis Enrico Pozzo, fresco campione italiano che resterà incredibilmente a casa.

A Rio, avrebbe potuto eguagliare le quattro partecipazioni dell’icona sportiva biellese per eccellenza Elisabetta Perrone, oggi guardia forestale, in passato campionessa di marcia con tanto di argento olimpico nella 10 km ad Atlanta 1996 (foto) e un oro strappatole di dosso a Sydney nel 2000, per una guerra tra giudici, in vista del traguardo.

Guarderà questi Giochi in tv?

«Certo, l’atletica di sicuro, poi la ginnastica che mi piace molto. Peccato per Enrico, e per Biella che non verrà rappresentata. Nella marcia tiferò la Giorgi che ha fatto ottimi tempi e senza le russe potrebbe fare bene».

Di avversarie russe ne ha conosciute tante. La stupiscono le notizie su un presunto doping di Stato e le conseguenti squalifiche a raffica?

«Non sono stupita, ma non credevo che il sistema potesse arrivare fino a questo punto, sempre che si arrivi a prove inconfutabili. Il fatto che abbiano escluso l’atletica russa fa pensare, anche se è possibile che anche in quel contesto qualcuno abbia scelto di non doparsi. Non è mai giusto dire: quelli si dopano tutti».

Di dubbi sulle atlete dell’Est mentre gareggiava ne avrà avuti tanti...

«Ovvio, ma anche con concorrenti di altri Paesi. Quando stai gareggiando fianco a fianco e sai cosa hai fatto, allenandoti, per arrivare a quel livello e tu hai il fiatone e quella che marcia a fianco sembra stia passeggiando in

via Italia.. il dubbio ti viene».

E in quei momenti la tentazione di doparsi non viene mai?

«No, io penso che sia una cosa molto personale. Chi lo fa, lo usa come alibi. Io ho sempre pensato di andare a dormire serena, sapendo che quello che ho vinto l’ho vinto con le mie forze. Altre magari hanno vinto dieci medaglie barando, ma io sono la dimostrazione che si può ottenere un grande risultato senza doparsi. Ci sono momenti di crisi lungo una carriera, ma basta razionalizzare il tutto e rimettersi sotto, magari in modo diverso».

 

Gabriele Pinna

Vuoi leggere l’intervista completa? La trovi sull’Eco di Biella di giovedì 4 agosto

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