Dario Tessari pronto per la gara «più dura del mondo»

Dario Tessari pronto per la gara «più dura del mondo»

Da Susa (503 metri) fino in cima al Rocciamelone (3.538 metri): 3035 metri di dislivello. Su un tratto di 9,9 km. Da fare di corsa, o quasi: è questo, in estrema sintesi, il “Red Bull K3” che si correrà sabato e vedrà ai nastri di partenza, tra i 400 iscritti, anche il biellese Dario Tessari. Una corsa unica al mondo e mai organizzata prima, perché finora non si era mai trovato nessun altro luogo per allestire una scalata di 3 km in verticale su un tratto così breve. Bisogna avere davvero tanto coraggio per alzare gli occhi da Susa, fissare la punta del Rocciamelone e pensare di farla di corsa: «Prima della partenza un po’ di tensione c’è sempre – spiega Tessari, originario di Candelo -. Durante la gara, se alzi la testa e pensi “devo arrivare fin lassù” è finita. L’unica tattica è testa bassa e dare tutto».

I precedenti. Lo scorso anno aveva partecipato al Vertical km di Chamonix (su 3,5 km di lunghezza): «Quando ho visto lo striscione – ricorda Tessari – mi sono messo a piangere». Tuttavia la sua passione per queste gare estreme non nasce in montagna, ma in città, a Milano: «Corro da molti anni per passione, con l’Atletica Candelo – racconta -, e per caso nel 2010 mi sono imbattuto nella scalata del Pirellone. Era una tappa del Campionato mondiale Vertical sprint: 32 piani e 710 gradini in 5’30”. L’ho fatta e mi sono divertito, ho scoperto di preferire le competizioni dove bisogna dare tutto in poco tempo a quelle più lunghe, come le maratone o le mezze, nelle quali mi annoio un po’. L’anno dopo mi sono iscritto di nuovo, questa volta la gara si svolgeva nella nuova sede della Regione Lombardia: 39 piani e 866 gradini in 6’20”. Poi, navigando su internet, ho trovato una gara simile al Forte di Fenestrelle, in Val Chisone, ma questa volta i gradini erano 4 mila. Ho pensato che equivaleva a più di quattro grattacieli, ma ci ho provato lo stesso e sono arrivato in cima assieme al gruppo in 29’. Ed è così che sono approdato alle competizioni di km verticale, la prima a Cossogno con arrivo al monte Todum, vicino al lago Maggiore».
Un gradino per volta (è proprio il caso di dirlo) è approdato «alla gara più dura del mondo, il Red Bull K3. Sono stato accettato tra i 400 iscritti e ora proverò a ben figurare».

Obiettivi. La gara di sabato è divisa in tre tronconi, più o meno in corrispondenza di ogni km di dislivello. Al primo cancello intermedio (in località Trucco a 1.670 m) il 20% degli atleti viene eliminato, al secondo (al rifugio Cà d’Asti a 2.850 m) il 60%: «Il mio obiettivo è entrare tra gli 80 che accederanno all’ultimo tratto, poi vada come vada, potrei anche fermarmi e mi sentirei come se avessi vinto. Partirò tranquillo e proverò a dare tutto nel secondo tratto».
Di certo non ci si inventa “vertical runner” dall’oggi al domani: «Ogni sera – spiega il biellese, che ora risiede a Gattinara – quando chiudo il mio negozio di frutta e verdura alle 20, vado a correre un paio d’ore tra i vigneti. Tutti i giorni, anche se piove o fa freddo. Quando chiudo la porta alle mie spalle non è che muoia dalla voglia di mettermi a correre, ma una volta che parti non vorresti più fermarti».
Matteo Lusiani