Costantino Rocca a Le Betulle per insegnare il golf

Costantino Rocca a Le Betulle <br> per insegnare il golf
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Costatino Rocca si divide tra  il Senior tour, qualche saltuaria apparizione nello European Tour e l’insegnamento e questa settimana sarà al Golf Club Biella Le Betulle mercoledì e giovedì dove cercherà di trasmettere ai partecipanti di un clinic di allenamento i suoi preziosi consigli.

È stato il più grande giocatore italiano di golf della storia, ha sfiorato la vittoria nel British Open del 1995,  ha vinto la Ryder Cup (match Europa-Stati Uniti) due volte e battuto in una sfida diretta Tiger Woods: parliamo del “grande Costantino Rocca” perché questo è l’aggettivo che si abbina sempre al campione bergamasco. Campione e uomo con una storia vera che sembra la sceneggiatura di un film: nato nel dicembre del 1956 ad Almeno San Bartolomeo, un paesino a nord di Bergamo, dove sorge uno dei più esclusivi percorsi della penisola e dove i giovani del posto andavano a fare i portabastoni ai ricchi soci del club per portare a casa qualche spicciolo. Il piccolo Costantino negli anni sessanta/settanta fa il caddie e intanto impara a giocare, tanto bene che il maestro del circolo, colpito dal suo talento, lo convince ad abbandonare il lavoro da operaio in fabbrica, iniziato poco più che bambino e provare a diventare un professionista. I primi anni sono difficili poi a fine anni ’80 la svolta.
 
Una storia da favola. Il resto è storia nota, Rocca è il primo italiano a prender parte alla Ryder Cup (sfida Europa-Stati Uniti), realizzando una delle poche hole in one della manifestazione, 5 titoli dell’European Tour vinti in carriera, di lui tutti ricordano l’esultanza dopo aver imbucato un putt di 18 metri per andare al play-off contro John Daly al British Open del 1995.

 Con Rocca il golf italiano ha sprecato la prima grossa occasione per fare il salto di qualità, ma se esistono i fratelli Molinari e Matteo Manassero lo si deve a lui, che per il golf ha rappresentato quello che sono stati Adriano Panatta per il tennis e Thoeni per lo sci.

Ora Costatino si divide tra  il Senior tour, qualche saltuaria apparizione nello European Tour e l’insegnamento e questa settimana sarà al Golf Club Biella Le Betulle mercoledì e giovedì dove cercherà di trasmettere ai partecipanti di un clinic di allenamento i suoi preziosi consigli.

Le piace insegnare?
«E’ una cosa che faccio con grande passione, d’altronde sono diventato professionista per insegnare e nei primi anni ho svolto questo lavoro, anche se poi la mia strada ha preso un altro percorso».

Cosa si può fare per far diventare il golf sempre di più uno sport alla portata di tutti?
«Per promuoverlo bisognerebbe costruire campi pratica pubblici, campi a 9 buche e campi turistici. Realizzare strutture con tariffe accessibili a tutti perché così si creano nuovi giocatori, gli stessi che poi andranno a giocare in giro nei campi».

Dovesse convincere un giovane a scegliere il golf rispetto ad un altro sport cosa gli direbbe?
«Gli racconterei della mia esperienza, il golf mi ha regalato una lezione di vita fantastica, è uno sport che ti insegna a rispettare la natura e le regole e poi c’è l’aspetto della sfida contro il campo. 
Stai all'aria aperta e ti diverti e anche quando ti sembra di aver capito tutto c’è sempre qualcosa di nuovo da imparare».

  Il momento più bello della carriera?
«Ricordi brutti per fortuna pochi, a parte quando faccio un triplo bogey! Tanti bei momenti dal 1989 al 2003, concentrati soprattutto nel 1995/96/97. Certo che partecipare e vincere la Ryder Cup, anche se è una gara a squadre in uno sport individuale, è stata una grandissima soddisfazione».
 
I suoi eredi Molinari e Manassero?
«Mi è piaciuto Francesco nell’ultimo torneo vinto, ha avuto la forza e l’umiltà di tenere i piedi per terra ed aspettare la settimana giusta. Ad Edoardo speriamo risolva in fretta l’infortunio. Manassero è giovane, sono contento che stia giocando di più. Per gli altri è importate fare esperienza ed imparare a gestire i momenti difficili. Sarebbe poi determinante che quando arrivano le difficoltà ci fossero le persone giuste in grado di aiutarti e supportarti, perché è più importante imparare a perdere che imparare a vincere».
  
Qualche ricordo legato a Biella?
«Ci sono stato la prima volta a 14 anni ad accompagnare una signora. Le Betulle è un campo molto tecnico, uno dei più belli d’Italia. Poi conosco Maurizio Guerisoli che ha più o meno la mia età ed ha fatto il tour con me e i fratelli Reale, bravi ragazzi di grande talento». 

La golf clinic  (info: Gc Biella 015679151 e info@savioloedizioni.it), proporrà ai partecipanti un full immersion golfistica di due giorni, nasce su iniziativa dell’editore vercellese Paolo Saviolo che nei prossimi mesi pubblicherà la prima autobiografia sulla vita del campione.
Roberto Lanza

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