Coach Cancellieri racconta di sé

Coach Cancellieri racconta di sé
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"Ebbi la sensazione che ricordi ancestrali si sollevassero come vapore dagli abissi del tempo. Erano i miei geni. Sentii nella carne l’eccitazione del processo evolutivo. Oltrepassai le complicate spirali del mio dna … L’enorme gomitolo del tempo era sospeso nel cielo. Il Nulla inghiottiva le persone, poi era inghiottito da un Nulla ancora più grande".
Così scrive Haruki Murakami in "Dance Dance Dance" e da questa dimensione a metà tra l’onirico e la realtà descritta dallo scrittore giapponese si può partire per parlare di Massimo Cancellieri. Della sua visione del sogno e della condizione di fanciullo che rivive quando si prepara per riposare: «La sera mi infilo a letto -  esordisce il coach dell’Angelico Biella - e ripenso a quando ero bambino. E’ come tornare allo stato primitivo, con la postura ed il calore in primo piano. Nel dormire si entra in un altro mondo: quello dei sogni, bello da vivere, diverso dalla realtà e momento unico dell’essere».

"Ebbi la sensazione che ricordi ancestrali si sollevassero come vapore dagli abissi del tempo. Erano i miei geni. Sentii nella carne l’eccitazione del processo evolutivo. Oltrepassai le complicate spirali del mio dna … L’enorme gomitolo del tempo era sospeso nel cielo. Il Nulla inghiottiva le persone, poi era inghiottito da un Nulla ancora più grande".
Così scrive Haruki Murakami in "Dance Dance Dance" e da questa dimensione a metà tra l’onirico e la realtà descritta dallo scrittore giapponese si può partire per parlare di Massimo Cancellieri. Della sua visione del sogno e della condizione di fanciullo che rivive quando si prepara per riposare: «La sera mi infilo a letto -  esordisce il coach dell’Angelico Biella - e ripenso a quando ero bambino. E’ come tornare allo stato primitivo, con la postura ed il calore in primo piano. Nel dormire si entra in un altro mondo: quello dei sogni, bello da vivere, diverso dalla realtà e momento unico dell’essere».

Il carisma di Cancellieri. Perché il coach ha un suo fascino magnetico, e nel poco tempo libero a disposizione scopri che al di là di una esistenza di basket vive anche di un mondo diverso, fatto di letteratura, filosofia e musica: «Cerco di mantenermi aggiornato ed ascolto quella indie-rock. Non leggo gli autori italiani, sono molto più attratto da quelli stranieri, tra i quali proprio Murakami, Welsh, Coe: questi scrittori sono in grado di toccare le corde dell’animo umano, grazie alle particolari caratteristiche che li contraddistinguono».

Le donne e la letteratura. L’allenatore teramano sorride un momento e poi sottolinea quanto il genere femminile abbia sicuramente qualcosa in più di quello maschile: «Delle donne apprezzo la sensibilità e la comprensione che sono delle loro peculiarità. Ammiro anche i loro istinti che sembrano razionali come quello di essere madre. E poi stimo l’emancipazione della donna e la capacità di comprendere che la coppia non è un compromesso, ma deve essere complementare».
Spesso Cancellieri regala all’interlocutore una prospettiva più ampia e dalle mille sfaccettature accompagnata da un certo grado di profondità.
E così capisci anche perché invece che allenare avrebbe potuto percorrere un cammino diverso: «Nella vita ho seguito abbastanza l’istinto e non cambierei nulla di quello che ho fatto, ma davanti a me c’erano scelte completamente differenti: avrei potuto essere un insegnante di lettere classiche o filosofia e sono certo che anche questa strada mi avrebbe dato delle soddisfazioni».

La crisi politica e quella economica. E’ simpatico e diretto Cancellieri ed a seconda del tema trattato può diventare un fiume in piena, come è nel suo istinto, oppure riflettere con calma ed essere molto introspettivo: «Non parlerei di crisi politica, ma del tentativo da parte dei politici italiani, mutando la loro natura, di imitare il modello americano ed il suo bipolarismo: questo ha cambiato tutto lo scenario con il risultato che un solo uomo ha governato per 20 anni. I partiti vogliono evolversi, ma nessuno è pronto ad un cambiamento così radicale e nemmeno è in grado di proporre una via consona verso questa direzione».

Secondo Cancellieri la crisi economica globale è il frutto dei corsi e ricorsi storici: «E’ un discorso ciclico che ogni tanto colpisce una nazione più duramente dell’altra».  Ha le idee molto chiare sul discorso dell’Euro e su quanto la moneta unica abbia pesato nell’economia di ogni Paese: «Gli Stati che sono entrati nell’area dell’euro non avevano tutti gli stessi parametri: questi infatti sono stati tarati in seguito e spesso non sono stati rispettati, con il risultato di un grosso sbilanciamento tra le nazioni» .
La passionalità e le paure. Dal modo di parlare, dalla gestualità ti accorgi della sua forte impulsività, unita però, e lo scopri man mano che gli parli, anche ad una certa logica: «In generale io vivo molto di emozioni, avendo una carcassa di grande razionalità che contiene un mondo di atteggiamenti istintivi e non verbali».
E poi si accalora su quanto lo fa arrabbiare: «Dando per scontato che partecipo alle grandi affezioni del mondo, mi dà fastidio che ci sia una tendenza delle generazioni successive alla mia a non avere spirito e capacità critiche ed a non essere in grado di ragionare». Quando gli domandi che cosa lo intimorisca di più, ci riflette con attenzione e poi ti dichiara sincero: «Molte cose mi spaventano, ma l’unica vera paura è quella della morte».

Un essere superiore. Anche in questa occasione ti stupisce perché scopri che ha studiato molto le religioni per poterne avere un’idea più chiara e capire come porsi in questo ambito nei confronti del mondo circostante: «Dai 18 ai 22 anni ho approfondito questo argomento e la mia certezza è che esista un Essere al quale noi tendiamo a dare una forma diversa. Credo nel rapporto diretto con questa entità e diffido delle istituzioni che hanno sradicato la purezza della religione».
 

Il contratto con Biella. E poi, per chiudere in bellezza provi a porre la fatidica domanda di basket, quella sul suo contratto, oggetto di grande curiosità da parte di tutti i sostenitori di pallacanestro Biella: ti aspetti che non si sbilanci come da manuale, invece, colpo di scena, ancora una volta ti spiazza ed afferma: «Il mio contratto non scade a giugno 2012, ma a giugno 2013. Mesi fa l’ho rinnovato firmando per un ulteriore anno a Biella, ma non avevamo diffuso la notizia fino ad ora …».

Marta Coda Luchina

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