Chamizo e Basile, la gioventù vincente

Chamizo e Basile, la gioventù vincente
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BIELLA - Le medaglie portate al collo con orgoglio. Quellorgoglio che non nasce solamente dalla consapevolezza di aver tradotto i tanti anni di lavoro e fatica in risultati, ma anche dalla felicita? di aver regalato alle persone care e allItalia intera unemozione indimenticabile. Fabio Basile, oro a Rio 2016 nel judo, e Frank Chamizo, bronzo nella lotta libera, entrano nellauditorium di Citta? Studi tra gli applausi dei presenti. I due campioni, chiamati ad intervenire in occasione del corso di formazione e aggiornamento rivolto a oltre 250 insegnanti tecnici del Piemonte delle discipline Judo, Lotta e Karate organizzato dalla Fijlkam, testimoniano la loro storia di vita e di sport, raccontando come si vince una medaglia alle Olimpiadi.

Loro di Fabio Basile e? passato alla storia come la duecentesima medaglia italiana ai giochi olimpici. Il giovane 21enne, poco piu? di un mese fa, sconfiggeva in finale il coreano An Bul, salendo sul gradino piu? alto del podio. Spontaneita?, semplicita? ed entusiasmo possono essere tre aggettivi che ben descrivono il judoka di origini torinesi, che appena un anno fa non era neanche nel ranking mondiale. «Pochi credevano in me - racconta - e questo per me e? stata una forza, ho dato tutto quello che avevo e alla fine sono riuscito a conquistare una medaglia». Una medaglia sudata e sognata, che alla partenza per i giochi di Rio era lobbiettivo minimo: «Una medaglia la volevo, ma sinceramente non pensavo che sarebbe arrivata doro».

 

Per quanto riguarda Frank Chamizo, il prestigioso bronzo conquistato nella lotta libera lha lasciato soddisfato a a meta?. «Dopo aver fatto un quadriennio stupendo, - spiega - alle Olimpiadi volevo la medaglia doro. Purtroppo non ci sono riuscito e mi e? dispiaciuto ma vedere la gioia di chi mi stava vicino al rientro dal Brasile pero?, mi ha fatto rialzare. Ho capito che non dovevo essere cosi? severo con me stesso e dovevo essere orgoglioso di aver scritto la storia con quel bronzo». Frank e? un campione schietto e determinato, con una storia di vita alle spalle difficile. Dalla poverta? toccata con mano a Cuba, alla medaglia d’oro a Rio nel giro di cinque anni: una vittoria sportiva, ma anche un’importante riscatto morale.

Una medaglia di bronzo resa piu? bella anche per le condizioni in cui Chamizo si e? ritrovato a combattere, con un gomito malandato. «Un anno fa alleuropeo mi e? uscito il gomito, ho fatto una preparazione sfiancante per le Olimpiadi e non mi ha mai dato problemi. - spiega - In semifinale mi e? successo di nuovo e ho dovuto combattere per il bronzo con il dolore al gomito». Un brutto colpo che solo la testa di un grande campione poteva superare. «A quel punto mi sono chiesto: Hai lavorato per quattro anni per non vin- cere niente?. Non potevo non arrivare alla medaglia: ho ritrovato lenergia positiva nella mia testa e sono andato a prendermi quello che volevo. Questo ha reso la medaglia ancora piu? bella».

Frank Chamizo e? passato alla storia per aver conquistato, a Las Vegas nel 2015, la prima medaglia mondiale per lItalia. Ma mondiale e Olimpiadi non sono paragonabili per latleta. «Il mondiale hai la possibilita? di farlo ogni anno, i giochi Olimpici hai unoccasione ogni quattro anni: il sogno di ogni atleta non puo? che essere lOlimpiade». Lappuntamento con loro olimpico e? solo rimandato: Frank ci sara? tra quattro anni, a Tokyo, per provare a prendersi quello che, nel caldo agosto di Rio, non e? riuscito ad agguantare.

Luca Rondi 

Leggi di più sull'Eco di Biella di lunedì 12 settembre 2016 

BIELLA - Le medaglie portate al collo con orgoglio. Quell’orgoglio che non nasce solamente dalla consapevolezza di aver tradotto i tanti anni di lavoro e fatica in risultati, ma anche dalla felicita? di aver regalato alle persone care e all’Italia intera un’emozione indimenticabile. Fabio Basile, oro a Rio 2016 nel judo, e Frank Chamizo, bronzo nella lotta libera, entrano nell’auditorium di Citta? Studi tra gli applausi dei presenti. I due campioni, chiamati ad intervenire in occasione del corso di formazione e aggiornamento rivolto a oltre 250 insegnanti tecnici del Piemonte delle discipline Judo, Lotta e Karate organizzato dalla Fijlkam, testimoniano la loro storia di vita e di sport, raccontando come si vince una medaglia alle Olimpiadi.

L’oro di Fabio Basile e? passato alla storia come la duecentesima medaglia italiana ai giochi olimpici. Il giovane 21enne, poco piu? di un mese fa, sconfiggeva in finale il coreano An Bul, salendo sul gradino piu? alto del podio. Spontaneita?, semplicita? ed entusiasmo possono essere tre aggettivi che ben descrivono il judoka di origini torinesi, che appena un anno fa non era neanche nel ranking mondiale. «Pochi credevano in me - racconta - e questo per me e? stata una forza, ho dato tutto quello che avevo e alla fine sono riuscito a conquistare una medaglia». Una medaglia sudata e sognata, che alla partenza per i giochi di Rio era l’obbiettivo minimo: «Una medaglia la volevo, ma sinceramente non pensavo che sarebbe arrivata d’oro».

 

Per quanto riguarda Frank Chamizo, il prestigioso bronzo conquistato nella lotta libera l’ha lasciato soddisfato a a meta?. «Dopo aver fatto un quadriennio stupendo, - spiega - alle Olimpiadi volevo la medaglia d’oro. Purtroppo non ci sono riuscito e mi e? dispiaciuto ma vedere la gioia di chi mi stava vicino al rientro dal Brasile pero?, mi ha fatto rialzare. Ho capito che non dovevo essere cosi? severo con me stesso e dovevo essere orgoglioso di aver scritto la storia con quel bronzo». Frank e? un campione schietto e determinato, con una storia di vita alle spalle difficile. Dalla poverta? toccata con mano a Cuba, alla medaglia d’oro a Rio nel giro di cinque anni: una vittoria sportiva, ma anche un’importante riscatto morale.

Una medaglia di bronzo resa piu? bella anche per le condizioni in cui Chamizo si e? ritrovato a combattere, con un gomito malandato. «Un anno fa all’europeo mi e? uscito il gomito, ho fatto una preparazione sfiancante per le Olimpiadi e non mi ha mai dato problemi. - spiega - In semifinale mi e? successo di nuovo e ho dovuto combattere per il bronzo con il dolore al gomito». Un brutto colpo che solo la testa di un grande campione poteva superare. «A quel punto mi sono chiesto: “Hai lavorato per quattro anni per non vin- cere niente?”. Non potevo non arrivare alla medaglia: ho ritrovato l’energia positiva nella mia testa e sono andato a prendermi quello che volevo. Questo ha reso la medaglia ancora piu? bella».

Frank Chamizo e? passato alla storia per aver conquistato, a Las Vegas nel 2015, la prima medaglia mondiale per l’Italia. Ma mondiale e Olimpiadi non sono paragonabili per l’atleta. «Il mondiale hai la possibilita? di farlo ogni anno, i giochi Olimpici hai un’occasione ogni quattro anni: il sogno di ogni atleta non puo? che essere l’Olimpiade». L’appuntamento con l’oro olimpico e? solo rimandato: Frank ci sara? tra quattro anni, a Tokyo, per provare a prendersi quello che, nel caldo agosto di Rio, non e? riuscito ad agguantare.

Luca Rondi 

Leggi di più sull'Eco di Biella di lunedì 12 settembre 2016 

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