Cento biker sulle piste di Coggiola
COGGIOLA - Per lungo tempo sono state le pezze di lana a regnare su Coggiola. Quando la vita della Valsessera batteva ancora al ritmo dei telai, era un destino non diverso da quello di tutto il Biellese a segnare le giornate in riva al torrente che nasce dalle pendici del Bo. Poi il tempo ha fatto la sua parte. Il corso delle cose è cambiato, la storia ha preso la sua strada, le economie si sono trasformate. E Coggiola, come il resto della valle, si è ridisegnata. Tra le difficoltà di un momento che non ha mai ritrovato la forza dei lontani tempi del tessile, una cosa alla fine è emersa tra tutte. Diventando la nuova regina di un paese che, a poco a poco, ha saputo farsi conoscere anche per qualcosa di nuovo e originale: le mountain bike. Nel circuito degli appassionati, la sforzo iniziale profuso dal biker coggiolese Fulvio Lupato e dai suoi pupilli - ora campioni - Alex e Denny alla fine si è tradotto in una nuova identità per l’intero paese. Tanto che oggi, a svariati anni di distanza da quei primi slanci e con numerose nuove forze in campo, Coggiola può vantare di essere un vero punto di riferimento italiano della disciplina, in particolare per le discese enduro. Non a caso oggi proprio qui - sulle piste dello storico Enduro dei Lupi - si raduna almeno un centinaio di appassionati biker, provenienti anche da fuori provincia. Merito di un impegno che è frutto non più del lavoro del solo Lupato, ma, per la prima volta, di un vero e proprio team: la squadra che - anche sulla scia delle lamentele con cui il papà dei campioni, lo scorso anno, aveva denunciato una certa solitudine e mancanza di collaborazione - è subentrata nella gestione, manutenzione e promozione dei percorsi. Insomma, ricalcando una formula che lo stesso Lupato aveva inaugurato già in passato, il “Coggiola enduro day” è figlio primogenito del nuovo “Coggiola enduro trail”, il gruppo di lavoro e divertimento promosso da Luigi De Santi, Ermes Brera Molinaro e lo stesso Lupato per dare nuova linfa alla disciplina sui terreni coggiolesi.Sarebbe scorretto, tuttavia, pensare che l’evento parli la sola lingua delle due ruote, chiudendosi nella nicchia degli stretti appassionati. No. La grande kermesse di oggi (cui prenderanno parte anche i campioni di casa Lupato e l’atleta di caratura nazionale Matteo Raimondi) si presenta piuttosto come un evento corale capace di raccogliere forze dall’intero paese, in linea con quell’idea - ormai non più azzardata - che vuole le mountain bike come fonte di indotto e guadagno per tutta la comunità. Forte della collaborazione del Comune - che patrocina i percorsi -, ma sostenuto soprattutto dalla volontà di numerosi amici volontari («Caio, Lorenzo, Ronni, Stefano, Roberto e tanti altri», chiarisce “Luis” De Santi) e dalla disponibilità di alcuni esercenti, il “Coggiola enduro trail” ha dunque messo in piedi una vera “macchina da guerra”: quattro percorsi perfettamente sistemati e percorribili (Bella zio, Gogher, Pian delle rape e San Pancrazio), cinque furgoni shuttle in rotazione continua dalle 9 alle 17 (12 euro giornaliero, 10 mezzo, 4 salita singola), svariate esposizioni e bike test (Team Locca presente con la gamma Specialized 2017 e due bici elettriche; Rosas Bike con la flotta Gt; Ancillotti con i nuovi telai; Red Cab e Flower Snowboardshop), lavaggio bici a disposizione e l’immancabile Pro loco di Coggiola a sfornare panini alla salamella nella piazza delle scuole. Un lavoro di squadra cui ha unito le forze anche Bruno Ventrone del Ristobar Noveis, offrendosi di tenere pulito il tratto di piste Noveis- Pian delle Rape e offrendo un pacchetto cena-notte per i biker in arrivo da fuori provincia, e al quale si auspica possano affiancarsi anche altri protagonisti: «I bar, ad esempio, sono stati tutti avvisati e coinvolti - precisa Luis De Santi - e la nostra speranza è che anche loro vogliano fare la propria parte nell’accoglienza dei tanti biker in arrivo». La trattoria Cantun Balin di Viera, ad esempio, ha già fatto sapere di essere della squadra, con un menu biker appositamente studiato per gli sportivi.
La giornata non sarà solo un modo per celebrare la mountain bike coggiolese in un anno in cui le piste non hanno ospitato alcuna competizione, come era consuetudine, ma sarà anche l’avvio di una nuova era: «Stiamo definendo gli ultimi dettagli, ma posso già annunciare che per le mtb a Coggiola sono in arrivo grandi novità», puntualizza De Santi. «Il prossimo anno le piste valsesserine saranno tappa di un campionato nazionale che stiamo allestendo con altre quattro località: Oasi Zegna, Pogno e Rive Rosse», chiarisce infatti Fulvio Lupato, promotore dell’idea. «Sarà un evento estremamente interessante - aggiunge De Santi -, che andrà ad affiancarsi ad un’ulteriore novità in arrivo: l’allestimento in paese, nell’area di arrivo delle piste, di una postazione permanente di lavaggio delle biciclette, grazie anche alla disponiblità del Comune». Tasselli che si uniscono a formare un quadro sempre più completo. A dimostrazione del fatto - nel caso qualcuno non ne fosse ancora convinto - che le mountain bike sono realmente in grado di costituire oggi, in questo mondo così diverso da quello di un tempo, una fonte di ricchezza.Veronica Balocco
COGGIOLA - Per lungo tempo sono state le pezze di lana a regnare su Coggiola. Quando la vita della Valsessera batteva ancora al ritmo dei telai, era un destino non diverso da quello di tutto il Biellese a segnare le giornate in riva al torrente che nasce dalle pendici del Bo. Poi il tempo ha fatto la sua parte. Il corso delle cose è cambiato, la storia ha preso la sua strada, le economie si sono trasformate. E Coggiola, come il resto della valle, si è ridisegnata. Tra le difficoltà di un momento che non ha mai ritrovato la forza dei lontani tempi del tessile, una cosa alla fine è emersa tra tutte. Diventando la nuova regina di un paese che, a poco a poco, ha saputo farsi conoscere anche per qualcosa di nuovo e originale: le mountain bike. Nel circuito degli appassionati, la sforzo iniziale profuso dal biker coggiolese Fulvio Lupato e dai suoi pupilli - ora campioni - Alex e Denny alla fine si è tradotto in una nuova identità per l’intero paese. Tanto che oggi, a svariati anni di distanza da quei primi slanci e con numerose nuove forze in campo, Coggiola può vantare di essere un vero punto di riferimento italiano della disciplina, in particolare per le discese enduro. Non a caso oggi proprio qui - sulle piste dello storico Enduro dei Lupi - si raduna almeno un centinaio di appassionati biker, provenienti anche da fuori provincia. Merito di un impegno che è frutto non più del lavoro del solo Lupato, ma, per la prima volta, di un vero e proprio team: la squadra che - anche sulla scia delle lamentele con cui il papà dei campioni, lo scorso anno, aveva denunciato una certa solitudine e mancanza di collaborazione - è subentrata nella gestione, manutenzione e promozione dei percorsi. Insomma, ricalcando una formula che lo stesso Lupato aveva inaugurato già in passato, il “Coggiola enduro day” è figlio primogenito del nuovo “Coggiola enduro trail”, il gruppo di lavoro e divertimento promosso da Luigi De Santi, Ermes Brera Molinaro e lo stesso Lupato per dare nuova linfa alla disciplina sui terreni coggiolesi.Sarebbe scorretto, tuttavia, pensare che l’evento parli la sola lingua delle due ruote, chiudendosi nella nicchia degli stretti appassionati. No. La grande kermesse di oggi (cui prenderanno parte anche i campioni di casa Lupato e l’atleta di caratura nazionale Matteo Raimondi) si presenta piuttosto come un evento corale capace di raccogliere forze dall’intero paese, in linea con quell’idea - ormai non più azzardata - che vuole le mountain bike come fonte di indotto e guadagno per tutta la comunità. Forte della collaborazione del Comune - che patrocina i percorsi -, ma sostenuto soprattutto dalla volontà di numerosi amici volontari («Caio, Lorenzo, Ronni, Stefano, Roberto e tanti altri», chiarisce “Luis” De Santi) e dalla disponibilità di alcuni esercenti, il “Coggiola enduro trail” ha dunque messo in piedi una vera “macchina da guerra”: quattro percorsi perfettamente sistemati e percorribili (Bella zio, Gogher, Pian delle rape e San Pancrazio), cinque furgoni shuttle in rotazione continua dalle 9 alle 17 (12 euro giornaliero, 10 mezzo, 4 salita singola), svariate esposizioni e bike test (Team Locca presente con la gamma Specialized 2017 e due bici elettriche; Rosas Bike con la flotta Gt; Ancillotti con i nuovi telai; Red Cab e Flower Snowboardshop), lavaggio bici a disposizione e l’immancabile Pro loco di Coggiola a sfornare panini alla salamella nella piazza delle scuole. Un lavoro di squadra cui ha unito le forze anche Bruno Ventrone del Ristobar Noveis, offrendosi di tenere pulito il tratto di piste Noveis- Pian delle Rape e offrendo un pacchetto cena-notte per i biker in arrivo da fuori provincia, e al quale si auspica possano affiancarsi anche altri protagonisti: «I bar, ad esempio, sono stati tutti avvisati e coinvolti - precisa Luis De Santi - e la nostra speranza è che anche loro vogliano fare la propria parte nell’accoglienza dei tanti biker in arrivo». La trattoria Cantun Balin di Viera, ad esempio, ha già fatto sapere di essere della squadra, con un menu biker appositamente studiato per gli sportivi.
La giornata non sarà solo un modo per celebrare la mountain bike coggiolese in un anno in cui le piste non hanno ospitato alcuna competizione, come era consuetudine, ma sarà anche l’avvio di una nuova era: «Stiamo definendo gli ultimi dettagli, ma posso già annunciare che per le mtb a Coggiola sono in arrivo grandi novità», puntualizza De Santi. «Il prossimo anno le piste valsesserine saranno tappa di un campionato nazionale che stiamo allestendo con altre quattro località: Oasi Zegna, Pogno e Rive Rosse», chiarisce infatti Fulvio Lupato, promotore dell’idea. «Sarà un evento estremamente interessante - aggiunge De Santi -, che andrà ad affiancarsi ad un’ulteriore novità in arrivo: l’allestimento in paese, nell’area di arrivo delle piste, di una postazione permanente di lavaggio delle biciclette, grazie anche alla disponiblità del Comune». Tasselli che si uniscono a formare un quadro sempre più completo. A dimostrazione del fatto - nel caso qualcuno non ne fosse ancora convinto - che le mountain bike sono realmente in grado di costituire oggi, in questo mondo così diverso da quello di un tempo, una fonte di ricchezza.Veronica Balocco