Bomber Jazz: «Il basket, un privilegio»

Bomber Jazz: «Il basket, un privilegio»
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BIELLA - «Eat what you kill». Che letteralmente in italiano significa un criptico: «Mangia ciò che uccidi». Nel linguaggio di strada richiama il competere, il non darsi mai per vinti e la lotta al fine di prevalere su un avversario. E’ il motto di Jazzmarr Ferguson, mister 45 punti, (contro Scafati domenica scorsa, ndr.) nuovo record di Pallacanestro Biella, dopo i lontani 43 di Antonio Granger nella Fila Biella. È questa la filosofia di vita del bomber rossoblù: non mollare mai, non essere soddisfatti nè appagati anche se si ottengono vittorie strabilianti.

Come nasce la massima? E’ lo stesso Jazz che ne racconta la storia: «Avevo 21 anni ed un professionista del basket mi enunciò quel motto. Io ho ascoltato quelle parole e le ho fatte mie in due modi: nella mente e poi letteralmente, facendomi fare un tatuaggio con questa scritta sul petto».

Aveva mai segnato 45 punti in una partita?

«Come professionista no, all’università invece ne avevo fatti 47. Non so se il nuovo ruolo abbia aiutato o no: ho preso più tiri che ho concretizzato. Volevo mostrare come gioco. E non solamente apparire come “scorer” ma soprattutto come leader».

Dove può arrivare l’Eurotrend quest’anno?

«Possiamo crescere molto, siamo un team in costruzione e ci stiamo preparando nel modo giusto. Ci approcciamo senza essere mai soddisfatti e quando incappiamo in errori ci impegniamo per correggerli».

Marta Coda Luchina

Leggi tutta l'intervista sull'Eco di Biella in edicola 

BIELLA - «Eat what you kill». Che letteralmente in italiano significa un criptico: «Mangia ciò che uccidi». Nel linguaggio di strada richiama il competere, il non darsi mai per vinti e la lotta al fine di prevalere su un avversario. E’ il motto di Jazzmarr Ferguson, mister 45 punti, (contro Scafati domenica scorsa, ndr.) nuovo record di Pallacanestro Biella, dopo i lontani 43 di Antonio Granger nella Fila Biella. È questa la filosofia di vita del bomber rossoblù: non mollare mai, non essere soddisfatti nè appagati anche se si ottengono vittorie strabilianti.

Come nasce la massima? E’ lo stesso Jazz che ne racconta la storia: «Avevo 21 anni ed un professionista del basket mi enunciò quel motto. Io ho ascoltato quelle parole e le ho fatte mie in due modi: nella mente e poi letteralmente, facendomi fare un tatuaggio con questa scritta sul petto».

Aveva mai segnato 45 punti in una partita?

«Come professionista no, all’università invece ne avevo fatti 47. Non so se il nuovo ruolo abbia aiutato o no: ho preso più tiri che ho concretizzato. Volevo mostrare come gioco. E non solamente apparire come “scorer” ma soprattutto come leader».

Dove può arrivare l’Eurotrend quest’anno?

«Possiamo crescere molto, siamo un team in costruzione e ci stiamo preparando nel modo giusto. Ci approcciamo senza essere mai soddisfatti e quando incappiamo in errori ci impegniamo per correggerli».

Marta Coda Luchina

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