Basket, coach Luca Bechi si gioca il titolo in Ucraina

Basket, coach Luca Bechi si gioca il titolo in Ucraina
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L’armata rossa del Cska Mosca che si è suicidata ad Istanbul   (ve lo ricordate Andrei “AK47” Kirilenko ospite di un camp a Graglia nel luglio 2003?), coach Luca Bechi l’aveva incontrata il 10 marzo scorso, nell’ultima partita della VTB League, la coppa baltica che vale almeno l’Eurocup per qualità delle partecipanti.

Il suo Azovmash Mariupol, compiendo un’autentica impresa, avrebbe avuta la possibilità di qualificarsi alla seconda fase come quarta del girone: «Peccato che loro venissero da una sconfitta che li aveva abbastanza indispettiti...» racconta l’ex coach di Biella che giovedì inizierà la serie di finale per cercare di conquistare il titolo ucraino contro il  Donetsk, avversaria che ha il vantaggio del campo (al meglio delle 7 gare) avendo vinto la fase regolare, dove, in rimonta, l’Azovmash si è piazzato terzo per poi eliminare 4-0 in semifinale la seconda, il Budivelnyk.
 
Asfaltati. L’incontro con il Cska, per fortuna del coach italiano arrivato ad inizio 2012 col compito di raddrizzare una stagione nata con ambizioni, ma fino ad allora poco esaltante, è stato veloce e indolore: «Abbiamo vinto un quarto: 6-4, come a tennis. Peccato fosse l’ultimo, la partita l’abbiamo persa in  casa 37-62. Ci sono passati sopra con una facilità impressionante. Mai visto niente del genere fino a quella partita. Sono di un altro pianeta, non riesco a credere che l’Olympiacos abbia vinto».
 
Ora i playoff. Digerita la figuraccia, la marcia del nuovo Mariupol  «“Biella style”, ma con molto più talento in campo» definizione data dal sito internet specializzato Draftexpress.com dopo una visita di un inviato dagli Usa, è proseguita spedita: «Nelle ultime 20 partite abbiamo fatto 17 vittorie - spiega Bechi -. Gli arrivi di Randle, Walsh e Hunter hanno ridato vigore alla squadra e soprattutto hanno assecondato lo sviluppo del mio gioco. In tre mesi non si può fare tanto, ma i ragazzi hanno soprattutto ritrovato serenità e voglia di giocare insieme. Corriamo e segnamo tanto, ora dovremo essere bravi a restare concentrati fino alla fine contro un’avversaria che ha già vinto la coppa ucraina e ha vinto la stagione regolare. La pressione è su di loro, vedremo».
La vita ucraina. Mariupol è nota per essere una delle città  con l’atmosfera tra le più inquinate al mondo, colpa delle acciaierie che  danno lavoro a tutti, compreso Bechi, considerato che il padrone del vapore (di fabbriche e squadra) è il milionario  Aleksander Savchuk, uno che non ama perdere e che per questo ha allestito una squadra «che potrebbe competere anche in Italia, come tutte quelle di prima fascia, c’è molto equilibrio» spiega Bechi. 
Dunque la vita di palestra è la più consigliata: «Qui da un mese è estate piena: vanno tutti al mare a circa dieci chilometri dalla città, dove invece non è consigliabile fare il bagno. Il nostro centro sportivo è piccolo, ma nuovo e con tutti i comfort come piscina e sauna, è un buon posto dove allenarsi e fare gruppo, cosa fondamentale per me, soprattutto con il mio staff. Uno staff unito trasmette unità alla squadra. Per conquistarli mi sono anche inventato cuoco: ha funzionato. Un po’ come quando, a Biella, Alessandro Ramagli (verso Casale? ndr) ci portava le lasagne della mamma da Livorno. Io qui, però, mi devo arrangiare...».
 Gabriele Pinna
twitter @gabrielepinna

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