Atletica leggera, le azzurre Ejjafini e Roffino all'Europeo di Zurigo

Tra poche ore, sarà già tempo di giudizi. Dopo la lunga attesa, l’Europeo di Zurigo - edizione numero 22 della rassegna continentale, a 80 anni esatti da Torino 1934 - darà la misura esatta ed inappellabile del valore della squadra azzurra. Ottantuno gli atleti chiamati dal selezionatore Massimo Magnani (48 uomini, 33 donne), un dato che, va detto in premessa, rientra nella fisiologia di un grande Paese come l’Italia, quando la scena da calcare è quella della “vecchia” Europa.
E, soprattutto, quando il programma tecnico (a differenza di Helsinki 2012, prima edizione biennale nell’anno olimpico) include anche marcia e maratona.
Biella conferma la sua presenza femminile ad alto livello in azzurro, portando Nadia Ejjafini nella maratona e Valeria Roffino nella gara dei 3000 siepi.
Tanti giovani, diversi esordienti, ma anche più di un “senatore”. Tutti con progetti, ambizioni, obiettivi, cuciti su misura. In linea generale, la richiesta dello staff tecnico agli atleti va posta, ancora una volta, sul piano della capacità prestativa, che è discorso diverso dalla competitività (parallelo, magari, ma diverso). In altre parole, Magnani chiede ai suoi uomini e alle sue donne in azzurro di esprimersi quanto più vicino possibile ai propri limiti, stagionali o personali, laddove ciò sia possibile (il mezzofondo, per fare un esempio, è un terreno dove ciò accadrà con inevitabile difficoltà). Se poi questo vorrà dire passare un turno, centrare l’ammissione alla finale, o addirittura salire sul podio, è un altro discorso (la competitività di cui sopra). Legato a tanti aspetti, il primo dei quali, vero e proprio “sale” dello sport, sta nello spessore degli avversari. Lo ha ripetuto anche il presidente federale Alfio Giomi: l’obiettivo è proprio quello di vedere accanto ai nomi degli atleti italiani tante sigle PB o SB (personal best, season best). Significherebbe aver centrato il giusto percorso di preparazione, ed aver affrontato la gara con determinazione, equilibrio, consapevolezza. Non un risultato da poco. Non un traguardo semplice da raggiungere.
Proprio questo l’obiettivo di Valeria Roffino che ha limato la preparazione con la tecnica Clelia Zola.
Ai Campionati Italiani di Rovereto a fine luglio, Roffino si è laureata regina della specialità “biellese” 3000 siepi con una gara chiusa col tempo di 9’53”82. La 24enne ha tolto quasi 9 secondi al precedente limite personale di 10’02”56. Il record italiano di 9’27”48 segnato all’Olimpiade di Pechino 2008 da Elena Romagnolo, assente in Svizzera, è forse ancora inavvicinabile, ma migliorarsi ancora potrebbe voler dire centrare la finale.
L’Italia gioca carte pesantissime in alcune prove. La prima, è senz’altro la maratona donne, dove, in un caso di abbondanza che ha pochi precedenti nell’atletica italiana, andranno in gara la campionessa europea in carica, Anna Incerti (oro tardivo a Barcellona 2010, annunciata in ottime condizioni di forma) e la vicecampionessa del mondo, Valeria Straneo; a loro, si aggiunge un’altra atleta segnalata sulla strada dell’efficienza, ovvero Nadia Ejjafini. Da questo tris, l’Italia può ragionevolmente tirar fuori una chance di medaglia, seppure in un contesto difficile (tante atlete ambiscono al colpo grosso), e su un percorso particolare, con una salita da corsa in montagna - da ripetere quattro volte - piazzata nel bel mezzo del circuito.
in tv
Valeria Roffino correrà in batteria venerdì alle 11.13, eventuale finale domenica alle 16.08.
Nadia Ejjafini correrà sabato dalle 9. Dirette tv su RaiSport 1 ed Eurosport