Angelico verso Teramo

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Siena. Già a secco in trasferta da fine novembre, l'Angelico non si aspettava di rompere la maledizione a Siena, dove tra l'altro è sempre uscita sconfitta. «Siamo stati vivi per un quarto e mezzo, ma quando Siena ti azzanna al collo o ti rianimi, oppure la partita finisce», è il commento a fine partita del coach rossoblu Massimo Cancellieri.

Già a secco in trasferta da fine novembre, l'Angelico non si aspettava di rompere la maledizione a Siena, dove tra l'altro è sempre uscita sconfitta. «Siamo stati vivi per un quarto e mezzo, ma quando Siena ti azzanna al collo o ti rianimi, oppure la partita finisce», è il commento a fine partita del coach rossoblu Massimo Cancellieri. Confusione. E le condizioni non aiutavano: «Chessa non stava bene. E mercoledì a Teramo ci aspetta una partita dallo spessore ben diverso, e abbiamo poco tempo per recuperare. Dobbiamo resettare subito, anche se mi sarebbe piaciuto essere più competitivi nell'arco dei 40 minuti. Eravamo fermi da 20 giorni senza giocare, potevamo mettere in campo grande energia, invece ci abbiamo messo confusione». Su come Siena sia scappata, Cancellieri fa la sua analisi: «Abbiamo avuto subito problemi di falli. Per proteggere i lunghi e Coleman abbiamo provato a fare un po' di zona ma era proprio il momento in cui c'era Rakocevic, che ci ha punito da tre punti. Se poco aggressiva, la zona è controproducente: Siena si è chiusa in area e ha fatto il break». A fine partita il pullman dell'Angelico si è diretto a Teramo, dove mercoledì si gioca una delle tre gare fondamentali per il prosieguo della stagione, insieme a quelle con Cremona e Montegranaro in casa: «A queste partite chiediamo di portare a casa un po' di punti per metterci in tranquillità: vincere significherebbe andare sul 2-0 negli scontri diretti, che sarebbe fondamentale in ottica salvezza. Ma comunque senza pressione, perchè la nostra posizione in classifica è buona. E anche speculando sui risultati degli altri, che non fa mai male. Questo mese dirà tanto sul finale di campionato che possiamo fare». Minessi. Il risultato è pesante, ma non riesce a offuscare la nota lieta di giornata, i primi punti in Serie A della bandiera rossoblù Nicola Minessi, a 38 anni. «Ci ho messo un po', tra la sfortuna e gli infortuni. Ma non ho mai mollato, ci ho sempre creduto - è la sua soddisfazione a fine partita -. L'unico rammarico è aver raggiunto questo traguardo in una partita persa. Ma è importante per me anche aver dimostrato di poter dare una mano per qualche minuto senza problemi al ginocchio. Sono molto contento di questo piccolo sogno che si è avverato: quando li insegui per tanto tempo, anche i piccoli sogni diventano grandi». Adesso, anche se con la sosta per la Coppa Italia nel mezzo, le gare che valgono la stagione: «Queste tre partite sono la prova della verità: non ci illudiamo, inseguiamo sempre la salvezza coi piedi per terra perché veniamo dall'esperienza dei due anni appena trascorsi in cui ci siamo salvati all'ultima giornata. Le prossime sono le tre partite fondamentali della stagione». Lutto Bruzzi. L'Angelico ha giocato col lutto al braccio per la perdita del padre del massofisioterapista Pier Paolo Bruzzi, che ha raggiunto la squadra a Siena in mattinata, come farà mercoledì a Teramo con grande professionalità. Domattina, infatti, verranno celebrati i funerali a Zubiena di Carlo Bruzzi, morto a 72 anni. Nostro servizio g.n.

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