Angelico: questa è squadra!

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BIELLA - Dal +8 al -16 alla vittoria. L’Angelico torna a festeggiare e lo fa in un derby contro Tortona completamente pazzo, dove a tratti non ha funzionato niente e a tratti tutto. Inutile correre a guardare com’è cambiata la classifica, Biella abbandona l’ultimo posto ma quello che conta è mettersi in testa che se in campo scendesse sempre l’Angelico del secondo tempo potremmo anche smettere di parlare di retrocessione. 

La ricetta è talmente semplice che non servirebbe nemmeno scriverla: cinque giocatori che difendono e cinque che attaccano. Perché Mike Hall può anche mandar via tutti i compagni e attaccare uno contro cinque trovando una schiacciata da infarto (il -11 nel secondo periodo). Ma non è così che si vincono le partite, tant’è vero che nell’azione dopo ci ha riprovato ed è uscita una brutta forzatura. Le partite si vincono quando Hall penetra, scarica in angolo per Venuto che segna da tre (il -1 nel terzo quarto). Si vincono quando tutti portano il loro mattoncino. Ieri gli americani hanno battuto Marks e Brooks nei loro duelli personali e gli italiani sono stati pronti a sfruttare gli spazi che si sono aperti sulle loro giocate. Almeno nel secondo tempo, non ci sono stati “anelli deboli” (cit. Michele Carrea).

Cosa è cambiato? Tutto, niente. Nessuno può saperlo. Gli arbitri hanno reso la partita nervosa fischiando tanto e male e l’Angelico è stata più brava a caricarsi grazie al calore del pubblico. Tortona senza capitan Simoncelli aveva una panchina un po’ troppo corta e i problemi di falli (Ammannato fuori al 23’, quarto di Brooks al 27’) hanno reso ancora più complicate le rotazioni. Pierich (al rientro ieri) si è dimostrato un giocatore fondamentale, sia tecnicamente che emotivamente. Insomma, Biella ha girato a suo favore tante piccole cose. Ma soprattutto ha avuto voglia di vincere, più degli avversari.

Il simbolo della riscossa è Marco Venuto. Scaricato da Tortona in estate e scelto da Biella per stare in uno degli ultimi posti della panchina. Poi le difficoltà nell’inserimento di Grande lo hanno proiettato in quintetto con sempre più minuti. E’ il simbolo perché quando Tortona ha cominciato a raddoppiare e triplicare Hall e Ferguson lui ha raccolto gli scarichi e li ha trasformati in punti. E basta riavvolgere il nastro delle ultime partite per capire che non era scontato.

Non lo si dirà mai abbastanza, ma quasi 2.700 spettatori per una squadra ultima non era scontato. E tanto meno sentire la curva cantare anche sul -16. E nemmeno i cori, ancora prima della partita, per Carrea e subito dopo quel “noi non molleremo mai” che dovrebbe essere scritto anche sulle maglie affinché tutti se lo ricordino in ogni momento, in ogni possesso, in ogni secondo. Questa è la strada per la salvezza. Stasera cda a nervi più distesi...

Matteo Lusiani

Leggi di più sull’Eco di Biella di lunedì 21 dicembre 2015 

BIELLA - Dal +8 al -16 alla vittoria. L’Angelico torna a festeggiare e lo fa in un derby contro Tortona completamente pazzo, dove a tratti non ha funzionato niente e a tratti tutto. Inutile correre a guardare com’è cambiata la classifica, Biella abbandona l’ultimo posto ma quello che conta è mettersi in testa che se in campo scendesse sempre l’Angelico del secondo tempo potremmo anche smettere di parlare di retrocessione. 

La ricetta è talmente semplice che non servirebbe nemmeno scriverla: cinque giocatori che difendono e cinque che attaccano. Perché Mike Hall può anche mandar via tutti i compagni e attaccare uno contro cinque trovando una schiacciata da infarto (il -11 nel secondo periodo). Ma non è così che si vincono le partite, tant’è vero che nell’azione dopo ci ha riprovato ed è uscita una brutta forzatura. Le partite si vincono quando Hall penetra, scarica in angolo per Venuto che segna da tre (il -1 nel terzo quarto). Si vincono quando tutti portano il loro mattoncino. Ieri gli americani hanno battuto Marks e Brooks nei loro duelli personali e gli italiani sono stati pronti a sfruttare gli spazi che si sono aperti sulle loro giocate. Almeno nel secondo tempo, non ci sono stati “anelli deboli” (cit. Michele Carrea).

Cosa è cambiato? Tutto, niente. Nessuno può saperlo. Gli arbitri hanno reso la partita nervosa fischiando tanto e male e l’Angelico è stata più brava a caricarsi grazie al calore del pubblico. Tortona senza capitan Simoncelli aveva una panchina un po’ troppo corta e i problemi di falli (Ammannato fuori al 23’, quarto di Brooks al 27’) hanno reso ancora più complicate le rotazioni. Pierich (al rientro ieri) si è dimostrato un giocatore fondamentale, sia tecnicamente che emotivamente. Insomma, Biella ha girato a suo favore tante piccole cose. Ma soprattutto ha avuto voglia di vincere, più degli avversari.

Il simbolo della riscossa è Marco Venuto. Scaricato da Tortona in estate e scelto da Biella per stare in uno degli ultimi posti della panchina. Poi le difficoltà nell’inserimento di Grande lo hanno proiettato in quintetto con sempre più minuti. E’ il simbolo perché quando Tortona ha cominciato a raddoppiare e triplicare Hall e Ferguson lui ha raccolto gli scarichi e li ha trasformati in punti. E basta riavvolgere il nastro delle ultime partite per capire che non era scontato.

Non lo si dirà mai abbastanza, ma quasi 2.700 spettatori per una squadra ultima non era scontato. E tanto meno sentire la curva cantare anche sul -16. E nemmeno i cori, ancora prima della partita, per Carrea e subito dopo quel “noi non molleremo mai” che dovrebbe essere scritto anche sulle maglie affinché tutti se lo ricordino in ogni momento, in ogni possesso, in ogni secondo. Questa è la strada per la salvezza. Stasera cda a nervi più distesi...

Matteo Lusiani

Leggi di più sull’Eco di Biella di lunedì 21 dicembre 2015 

 

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