Angelico, in arrivo Trey Johnson. Addio a Moore

La crisi di gioco e conseguentemente di risultati in avvio di campionato non è nulla di nuovo per l’ambiente di Pallacanestro Biella, qualcosa per cui perdere la calma dopo appena cinque partite. La brutta serata di lunedì, invece, ha dato segnali poco rassicuranti e per certi versi mai visti.
La piazza ha superato indenne partenze peggiori in questi dodici anni di Serie A, ma forse proprio qui sta il punto: la routine dello stringere i denti, ora che è normalità nella vita di tutti i giorni, non è più tanto gradita anche alla domenica al palasport, dove chi paga per entrare (dato in calo) vorrebbe divertirsi, almeno lì, ovviamente vincendo il più possibile. Così, dopo appena cinque turni, la situazione più delicata per l’Angelico è quella di scarso feeling col proprio pubblico.
E’ però sbagliato, se non autolesionista, alimentare atmosfere irrespirabili “da ultima spiaggia”, come invece coach Massimo Cancellieri, per sua stessa ammissione in sala stampa, avverte attorno ad una squadra che tuttavia sta rimediando brutte figure.
Nel variegato mondo dello sport professionistico ha ragione chi vince e i tifosi sono contenti solo quando la loro squadra regala soddisfazioni in campo.
I fischi uditi (a pagina 33, approfondimento) lunedì al Lauretana Forum, dunque, fanno parte del gioco.
Così come lo è provare a pensare a come migliorare un gruppo che necessita di correzioni per essere competitivo nella corsa salvezza, va detto, apertissima.
Ciao Moore. Al posto dell’ex Temple, già partito, ci vuole un esterno, riferimento per i compagni, con punti nelle mani e che sappia anche destreggiarsi nel ruolo di play quando (e pure al fine che ciò non accada) Russell Robinson svalvola di brutto.
Che il nuovo playmaker di Biella non sia un leader lo si sapeva già, ma che si sciogliesse dalla tensione ad ogni “palla a due” era meno prevedibile dopo le esperienze positive maturate in Spagna e Turchia. Finora è stato così, tranne in un’occasione con Caserta, avversaria contro cui ha sfoderato un 42 di valutazione che non gli appartiene, come al 95% dei giocatori di questo campionato.
Il sostituto di Moore sarà, dopo la gara di Bologna però, l’ex di ritorno Trey Johnson (foto), finora mai un giocatore da venti punti a partita, ma certo un buon elemento di sistema.
Clinton Fihnoir Johnson III detto “Trey” già aveva contribuito a salvare Biella in extremis nella stagione 2009/2010, giocando le ultime quattro partite, segnando una media di 11.5 punti, mettendone 13 nella decisiva e ultima partita vinta con Ferrara. Nel frattempo, per l’esterno del Mississippi di 196 cm, classe 1984, c’è stato un infortunio serio che gli ha fatto saltare il contratto con Teramo nel 2011, ma anche successive 11 presenze in Nba con i New Orleans Hornets.
L’esperienza è aumentata e il campionato italiano non è proprio sconosciuto: due buone credenziali.
Un giocatore vero in quel ruolo, al posto di Moore, dovrebbe risolvere già alcuni problemi d’assetto in automatico.
La questione ala. Non meno importante di quella nel ruolo di guardia è la questione che riguarda le due ali designate ad inizio stagione. La sfortuna ci ha messo lo zampino nel caso di Matteo Soragna, che, in soldoni, si è rotto una spalla dopo che aveva appena rimesso in sesto l’altra. L’apporto dell’argento olimpico di Atene 2004 era considerato fondamentale in questo gruppo giovane ed ora è realistico pensare che non sarà al top della forma prima di gennaio.
Troppo tempo per questa squadra che soffre anche del mancato apporto di punti di Linos Chrysikopoulos, il che lascia scoperto, come un nervo, anche il delicato ruolo di ala.
Linos o sicurezza? Considerato che il problema budget sembra essere primario, alla luce di quanto visto finora, viene da chiedersi se il progetto Chrysikopoulos sia così importante da rischiare di indirizzare verso il peggio una stagione che invece può ancora essere ampiamente risollevata, magari dirottando lo stipendio del greco (o quello di un altro comunitario).
L’idilio tra Linos e Biella è cominciato malissimo con un infortunio, colpa di nessuno, che ne ha pregiudicato la stagione scorsa.
Un altro problema di Biella è che in questa situazione generale non è la piazza ideale per assecondare la crescita di un talento (indiscutibile) che però ha bisogno di giocare 30 minuti a partita, potendo sbagliare, per imparare dagli errori. Il nodo da sciogliere è: meglio separarsi e puntare su un’ala che possa fornire determinate garanzie ad una squadra che lotta per salvarsi o andare fino in fondo con l’ala greca rischiando, ma proteggendo l’investimento fino in fondo con l’obiettivo di far seguire a Linos le orme di Sefolosha e Jerebko? Quesito difficile.
Il quadro generale. Non va perso di vista. Con due innesti tra gli esterni questa squadra può cambiare volto, poichè le scelte dei due lunghi americani sono state invece buone. Ora gli equilibri sono sbilanciati e quindi Mavunga e Brackins soffrono una pressione che con una guardia e un’ala in grado di essere pericolosi non avrebbero più, liberando anche altri compagni, ora ingabbiati, come Jaramaz o lo stesso Robinson.
Tutti i ragionamenti, però, finiscono per scontrarsi con il solito muro: per i giocatori di medio valore ci vogliono soldi. E qui entra in campo solo la società Pallacanestro Biella.
Gabriele Pinna
Twitter @gabrielepinna