Angelico, al Forum non si passa!

Angelico, al Forum non si passa!
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BIELLA - Ci sono momenti di grazia in cui tutto è possibile. Ieri è stato uno di questi momenti. L’Angelico ha vinto gara 1 contro una Verona grande, grossa e profonda forse più di quanto era lecito aspettarsi, ma comunque non abbastanza per espugnare il Forum.

Il destino aveva già scelto Biella, ed è stato chiaro alla fine del primo quarto. Coach Carrea manda in campo Rattalino pensando di avere ancora un fallo da spendere, ma non ce l’ha. Boscagin va in lunetta (la Tezenis non poteva chiedere di meglio: ha il 90% ai liberi), eppure fa 0/2: Hall raccoglie il rimbalzo, corre fino a centrocampo e segna da tre in acrobazia sulla sirena un canestro irreale.

Fisicità vs. intensità. Verona fa paura per la dimensione dei giocatori. L’area diventa un fortino arroccato dietro i centimetri e i chili dei vari Diliegro, Brkic, Totè e Pini, tanto è vero che di rimbalzi offensivi, almeno in avvio, praticamente non se ne vedono.

Poi Hall decide di ridisegnare lo spazio del campo. Verona non concede spazi in area? Lui infila un 4/5 dal perimetro che stana gli avversari e apre varchi che non esistevano nei primi minuti. La vera partita è cominciata qui, al settimo di gioco, quando la difesa della Scaligera improvvisamente diventata attaccabile anche dai comuni mortali: negli ultimi giri di orologio del primo quarto arrivano i primi punti di Ferguson e Venuto e Biella prende margine.

Senza le magie di Hall, Biella non sarebbe rimasta attaccata alla partita in avvio, invece chiude il primo quarto addirittura sul 25-14, dopo essere stata sul 5-10 dopo 4’. Ma se Mike regge l’attacco, è l’intensità a reggere la difesa: Biella costringe la Scaligera a quattro perse nel primo quarto e altrettante nel secondo e toglie tutti gli attacchi di Frazier (zero uscite dai blocchi, zero canestri dal palleggio).

Lotta a rimbalzo. Con questa intensità l’Angelico bilancia la brutta prestazione a rimbalzo nei primi 20’ (17-23). Ma la partita cambia radicalmente nel terzo periodo, quando Biella strappa 17 rimbalzi (a 8) di cui la bellezza di nove offensivi. Certo, c’è del demerito di Verona, evidente ad esempio sulla tripla di Venuto del 49-40: solo in angolo trova il primo ferro, ma la palla gli torna tra le mani e la seconda volta non perdona. Dov’era la difesa gialloblu? Questi passaggi a vuoto non sono concessi in una serie di playoff, ma è altrettanto vero che l’Angelico è brava a sfruttarli al meglio: al 30’ è +17, massimo vantaggio.

In realtà in una serie di playoffnon ci si potrebbe concedere nemmeno tutti gli errori al tiro che si è concessa Biella. Non si potrebbe, a meno che non si abbia Mike Hall: un giocatore così riesce a compensare qualunque cosa.
Ferguson vs. Robinson. Prima della partita non era chiaro se la sfida sarebbe stata con Dawan Robinson o Micheal Frazier. Ma tutto è diventato cristallino nel terzo periodo, quando Jazz praticamente si è preso un isolamento difensivo (quasi un paradosso) per dimostrare di poter contenere Robinson. E ci è riuscito. Con il temperamento, ovviamente, perché Ferguson non può certo diventare il miglior difensore della squadra di punto in bianco, a maggior ragione se deve regalare chili e centimetri all’avversario. Però Ribinson, che aveva messo a ferro e fuoco la difesa rossoblù nel primo tempo, nel terzo quarto si è bloccato: 10’ in campo, un solo tiro (sbagliato), nessun assist. Era stato un fattore, non lo è più stato.

Cosa dice questa vittoria? All’orizzonte c’è gara 2, domani alle 20.30, e questa gara non lascia segnali così positivi come ci si potrebbe aspettare. Con lo stato di grazia di Hall e il temperamento degli altri giocatori si vince una partita, si può perfino pensare di vincere una Coppa Italia (Biella ci è andata vicino), ma non si vince una serie. Domani serviranno più punti dagli italiani. Molti più punti.
Matteo Lusiani

BIELLA - Ci sono momenti di grazia in cui tutto è possibile. Ieri è stato uno di questi momenti. L’Angelico ha vinto gara 1 contro una Verona grande, grossa e profonda forse più di quanto era lecito aspettarsi, ma comunque non abbastanza per espugnare il Forum.

Il destino aveva già scelto Biella, ed è stato chiaro alla fine del primo quarto. Coach Carrea manda in campo Rattalino pensando di avere ancora un fallo da spendere, ma non ce l’ha. Boscagin va in lunetta (la Tezenis non poteva chiedere di meglio: ha il 90% ai liberi), eppure fa 0/2: Hall raccoglie il rimbalzo, corre fino a centrocampo e segna da tre in acrobazia sulla sirena un canestro irreale.

Fisicità vs. intensità. Verona fa paura per la dimensione dei giocatori. L’area diventa un fortino arroccato dietro i centimetri e i chili dei vari Diliegro, Brkic, Totè e Pini, tanto è vero che di rimbalzi offensivi, almeno in avvio, praticamente non se ne vedono.

Poi Hall decide di ridisegnare lo spazio del campo. Verona non concede spazi in area? Lui infila un 4/5 dal perimetro che stana gli avversari e apre varchi che non esistevano nei primi minuti. La vera partita è cominciata qui, al settimo di gioco, quando la difesa della Scaligera improvvisamente diventata attaccabile anche dai comuni mortali: negli ultimi giri di orologio del primo quarto arrivano i primi punti di Ferguson e Venuto e Biella prende margine.

Senza le magie di Hall, Biella non sarebbe rimasta attaccata alla partita in avvio, invece chiude il primo quarto addirittura sul 25-14, dopo essere stata sul 5-10 dopo 4’. Ma se Mike regge l’attacco, è l’intensità a reggere la difesa: Biella costringe la Scaligera a quattro perse nel primo quarto e altrettante nel secondo e toglie tutti gli attacchi di Frazier (zero uscite dai blocchi, zero canestri dal palleggio).

Lotta a rimbalzo. Con questa intensità l’Angelico bilancia la brutta prestazione a rimbalzo nei primi 20’ (17-23). Ma la partita cambia radicalmente nel terzo periodo, quando Biella strappa 17 rimbalzi (a 8) di cui la bellezza di nove offensivi. Certo, c’è del demerito di Verona, evidente ad esempio sulla tripla di Venuto del 49-40: solo in angolo trova il primo ferro, ma la palla gli torna tra le mani e la seconda volta non perdona. Dov’era la difesa gialloblu? Questi passaggi a vuoto non sono concessi in una serie di playoff, ma è altrettanto vero che l’Angelico è brava a sfruttarli al meglio: al 30’ è +17, massimo vantaggio.

In realtà in una serie di playoffnon ci si potrebbe concedere nemmeno tutti gli errori al tiro che si è concessa Biella. Non si potrebbe, a meno che non si abbia Mike Hall: un giocatore così riesce a compensare qualunque cosa.
Ferguson vs. Robinson. Prima della partita non era chiaro se la sfida sarebbe stata con Dawan Robinson o Micheal Frazier. Ma tutto è diventato cristallino nel terzo periodo, quando Jazz praticamente si è preso un isolamento difensivo (quasi un paradosso) per dimostrare di poter contenere Robinson. E ci è riuscito. Con il temperamento, ovviamente, perché Ferguson non può certo diventare il miglior difensore della squadra di punto in bianco, a maggior ragione se deve regalare chili e centimetri all’avversario. Però Ribinson, che aveva messo a ferro e fuoco la difesa rossoblù nel primo tempo, nel terzo quarto si è bloccato: 10’ in campo, un solo tiro (sbagliato), nessun assist. Era stato un fattore, non lo è più stato.

Cosa dice questa vittoria? All’orizzonte c’è gara 2, domani alle 20.30, e questa gara non lascia segnali così positivi come ci si potrebbe aspettare. Con lo stato di grazia di Hall e il temperamento degli altri giocatori si vince una partita, si può perfino pensare di vincere una Coppa Italia (Biella ci è andata vicino), ma non si vince una serie. Domani serviranno più punti dagli italiani. Molti più punti.
Matteo Lusiani

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