Sciopero

Primo giorno di scuola: sindacato minaccia sciopero

I sindacati Sisa e Anief hanno proclamato la protesta in tutta Italia.

Primo giorno di scuola: sindacato  minaccia sciopero
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Manca poco all'inizio della scuola. Una scuola senza Dad e finalmente in presenza tutto l'anno? Difficile poterlo affermare con certezza oggi, viste le numerose incognite che pendono sul comparto (e più in generale sull'Italia intera). Quello che sappiamo, però, è che il primo giorno potrebbe già essere molto complicato. Già, perché mentre a Torino si verifica il primo caso di docenti lasciati fuori da scuola perché non in possesso del Green pass, alcune sigle sindacali hanno già annunciato uno sciopero.

 

Sciopero il primo giorno di scuola

I più agguerriti sono i docenti afferenti al sindacato Anief, che nei giorni scorsi hanno prima annunciato e poi confermato la volontà di incrociare le braccia il primo giorno di scuola.

"La scuola pretende di riaprire in presenza ma in sicurezza durante  la pandemia attraverso provvedimenti urgenti che riducano sensibilmente il numero di alunni per classe, garantiscano il necessario distanziamento tra alunni e docenti, offrano tracciamenti periodici sulla diffusione del Covid19 con test salivari gratuiti per tutti, prevedano una specifica indennità  di rischio per il personale scolastico senza alcuna inutile discriminazione in base al possesso della certificazione verde. La scuola non può essere sempre e ancora di più precaria, ha bisogno di un decisivo piano di stabilizzazione in linea con la normativa comunitaria che permetta attraverso un nuovo doppio canale di reclutamento l’assunzione di migliaia di insegnanti precari del sistema nazionale di istruzione attualmente inserti nelle graduatorie per le supplenze. La scuola deve promuovere la mobilità del suo personale e non ostacolarla, la scuola deve valorizzare tutte le sue figure professionali e non svilirle. Sulla scuola, tempio della democrazia, bisogna discutere insieme senza scelte unilaterali spesso irragionevoli e illegittime".

 

Le date dello sciopero

Iniziando la scuola in date differenti nelle varie regioni italiane, lo sciopero sarà "spalmato" su tutto il mese. Si comincia lunedì 6 settembre  nella Provincia autonoma di Bolzano;  lunedì  13 settembre lo sciopero riguarderà Abruzzo, Basilicata, Emilia Romagna, Lazio, Lombardia, Piemonte, Provincia autonoma di Trento, Umbria, Valle d’Aosta e Veneto. Il giorno dopo, il 14 settembre, lo sciopero si sposterà in Sardegna. Mercoledì 15 settembre sarà poi la volta di Campania, Liguria, Marche, Molise e Toscana. Giovedì 16 settembre toccherà a  Friuli Venezia Giulia e Sicilia e infine lunedì 20 settembre  Calabria e Puglia.

Ad aderire allo sciopero anche il sindacato Sisa.

Bisogna poi capire però quanti e quali docenti (e personale Ata) parteciperanno alla mobilitazione e se si aggiungeranno altre sigle sindacali, ma quello di potrà capire soltanto nei prossimi giorni.

 

 

 

 

La nota del presidente di Anief

Così, in una nota, il presidente del sindacato Anief, Marcello Pacifico:

"Da un anno aspettiamo regole nuove sul dimensionamento scolastico, mentre nel 2008 in due mesi furono rubati all’istruzione 10 miliardi. Ora con la variante Delta è stato accertato che il contagio si diffonde anche tra chi ha avuto il vaccino. Continuare a ripetere che l’obbligo vaccinale risolve il problema della Das e anche quello del distanziamento interpersonale laddove non ci siano le condizioni equivale a mettere a rischio la salute di tutti i lavoratori e le lavoratrici delle istituzioni scolastiche, e dei nostri studenti e studentesse. Per questo si sciopera già il primo giorno della campanella. Chi governa deve ascoltare la voce che proviene dal mondo della scuola”.

“Abbiamo bisogno di classi con non più di 15 alunni ogni 35 metri quadrati e non di sanzioni e multe per chi non possiede un Green pass per libera scelta o perché non può fisicamente permetterselo. Abbiamo bisogno di organici seri che possano rispondere a questa sfida senza più supplenti chiamati ogni anno. Avremo infatti 180 mila precari nonostante le nuove 50 mila immissioni in ruolo e le 110 mila autorizzate e poco più della metà del cosiddetto organico Covid (peraltro per i docenti da impiegare soltanto per i recuperi). Bisogna ripristinare il doppio canale di reclutamento per evitare l’avviso dei contratti a termine piuttosto che pensare di chiamare gli ennesimi supplenti al posto del personale senza green pass che pure ha lavorato in Dad e in presenza durante la crisi”.

“La scuola merita delle risposte e urgenti. Ancora a giugno con le altre sigle sindacali abbiamo manifestato a piazza Montecitorio per chiedere cambiamenti dopo che il Governo era intervenuto nella scuola unilateralmente sul tema del precariato con l’approvazione del decreto legge sostegno bis. E non siamo stati ascoltati. Ad agosto, il Governo approva alla vigilia della chiusura del Parlamento un altro decreto legge senza consultare le parti sociali che introduce l’obbligo del possesso e dell’esibizione del green pass tra il personale scolastico e universitario e per gli studenti universitari. Abbiamo raccolto in due settimane quasi 150 mila firme per chiederne l’abolizione. A metà settembre in pochi giorni si svolgerà un dibattito parlamentare che avrebbe preteso più rispetto per convertire in legge il provvedimento. Non ci saremo il primo giorno della campanella perché vogliamo esserci a scuola in sicurezza e in presenza tutto l’anno. Chiediamo ascolto. Dialogare significa discutere in due mentre ormai il ruolo del sindacato durante questa crisi si è ridotto a ratificare scelte irragionevoli, senza un preventivo confronto. Siamo pronti a riprendere il dialogo sul tema della sicurezza in classe con dati alla mano e non con slogan”.

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