Medicina iperbarica contro intossicazione da monossido di carbonio presso "I Cedri" di Fara Novarese
Uno dei servizi che caratterizza l’attività di Habilita I Cedri, la Casa di Cura di Fara Novarese (NO), è la medicina iperbarica. Si tratta di un servizio particolarmente importante per il territorio in quanto vi si svolgono tutti gli interventi d’emergenza relativi ai casi di intossicazione da monossido di carbonio provenienti dalla parte orientale del Piemonte. Il responsabile del servizio di Medicina Iperbarica, il Dr. Andrea Giovanniello, sottolinea l’incremento degli interventi d’emergenza registrato nel 2022, in particolare nell’ultimo periodo.
«Abbiamo assistito a una differenza significativa, soprattutto confrontando i mesi di dicembre 2021 e 2022: nel dicembre 2021 sono stati effettuati 3 interventi in regime di emergenza per un totale di 4 pazienti, nel dicembre 2022 sono stati effettuati ben 10 interventi per un totale di 20 pazienti. Se consideriamo l’intero anno 2021 abbiamo registrato complessivamente 29 interventi in regime di emergenza (tutti casi di intossicazione da monossido di carbonio) per un totale di 64 pazienti (36 donne e 28 uomini); nell'anno 2022 sono stati effettuati 48 interventi in regime di emergenza (di cui 3 per patologie da decompressione dei subacquei) per un totale di 75 pazienti (38 donne e 37 uomini)».
Quale area territoriale copre il servizio di Fara Novarese?
«Il Centro Iperbarico Habilita I Cedri di Fara Novarese rappresenta l'unico centro iperbarico del Piemonte orientale. Le ASL, che da normativa regionale hanno come riferimento il nostro Centro per i pazienti candidati a trattamento iperbarico, sia in regime di elezione, sia di emergenza, sono quelle di Novara, Vercelli, Verbano-Cusio-Ossola ed Alessandria, a cui va aggiunta l'AUSL Valle d'Aosta, con la quale è in vigore una convenzione ad hoc; pertanto, il bacino di utenza del nostro Centro ha un'importante estensione territoriale che in termini di popolazione ammonta a circa 1.250.000 abitanti».
In che modo l'intervento di ossigenoterapia permette di salvare la vita a un intossicato?
«L'ossigenoterapia è una terapia salvavita in tutti i casi di intossicazione da monossido di carbonio. La prima linea di intervento per qualsiasi paziente vittima di questo tipo di intossicazione è rappresentata dalla somministrazione di ossigeno ad alta concentrazione dal momento stesso del primo soccorso, al fine di trattare l'ipossia indotta dal veleno e potenzialmente pericolosa per la vita di organi vitali quali cervello e cuore. Ma nei casi di intossicazione più gravi, in cui ove la sola respirazione di ossigeno potrebbe non essere sufficiente, risulta fondamentale l'ossigenoterapia iperbarica, vale a dire la respirazione di ossigeno a elevate concentrazioni all'interno di camere iperbariche, camere pressurizzate a una pressione ambientale molto maggiore rispetto alla pressione atmosferica. Questo tipo di terapia è in grado di eliminare in tempi molto più rapidi il veleno dall'organismo del paziente intossicato e soprattutto si è dimostrata efficace nel ridurre le potenziali sequele neurologiche tardive, anche gravi, di cui l'intossicazione da monossido di carbonio può purtroppo essere responsabile».
Visto il recente incremento di casi di intossicazione, può essere importante fornire qualche indicazione utile per evitare di correre rischi.
«L'intossicazione da monossido di carbonio rappresenta, ad oggi, la principale causa di mortalità per intossicazione accidentale. Negli Stati Uniti si stimano circa 50.000 accessi all'anno in Pronto Soccorso, con una mortalità di circa 2.000 pazienti all’anno e le statistiche europee, purtroppo, non si discostano molto da questi dati allarmanti. Il monossido di carbonio è un gas inodore, incolore, non irritante, tanto da essere soprannominato "killer silenzioso"; si libera nell'ambiente per qualsiasi tipo di combustione in carenza di adeguata aerazione. Bisogna prestare molta cura affinché gli impianti di riscaldamento domestici vengano sottoposti a controlli di funzionalità e manutenzione a regola d'arte; bisogna assolutamente sensibilizzare alla pericolosità dell'utilizzo di bracieri artigianali utilizzati a scopo di riscaldamento in ambienti domestici. Altra campagna educativa importante in termini preventivi sarebbe quella relativa alla sensibilizzazione all'utilizzo di rilevatori domestici di monossido di carbonio, semplici dispositivi che rilevano concentrazioni ambientali potenzialmente pericolose di veleno. Altra caratteristica che fa del monossido di carbonio un veleno molto pericoloso riguarda la sintomatologia indotta dall'intossicazione: questa è molto variabile e spesso è confondibile con sintomi dovuti ad altre patologie, tanto che l'altro soprannome che gli è stato attribuito è quello di "grande imitatore". I sintomi più frequenti, soprattutto nella fase iniziale dell'intossicazione, sono cefalea, nausea, vomito e vertigini, sino poi ad arrivare alla manifestazione di dolore toracico, fatica di respiro, cardiopalmo, perdita di coscienza e coma. Alla comparsa dei primi sintomi, quando sussiste il sospetto di una possibile intossicazione, buona norma è la rapida apertura di porte e finestre, l'allontanamento dal locale e l'allertamento dei soccorsi».
L'attività della camera iperbarica non è solo emergenza: ci sono tante altre patologie che vengono trattate con questa terapia.
«Oltre ai trattamenti in regime di emergenza per casi di intossicazione da monossido di carbonio, patologia da decompressione dei subacquei, embolismi gassosi e ai trattamenti in regime di urgenza per gravi forme di infezioni necrosanti progressive dei tessuti molli, per casi di ischemia traumatica acuta o sindrome compartimentale e per innesti cutanei e lembi muscolo cutanei compromessi, l’ossigenoterapia iperbarica trova indicazione anche in molte patologie di tipo ambulatoriale. Tra queste l'ipoacusia o sordità acuta improvvisa, le ulcere a lenta guarigione, le lesioni vescicali, rettali e mandibolari a seguito di radioterapia, problematiche ortopediche quali le necrosi asettiche di testa femorale, di condilo femorale, di omero e potenzialmente di altri distretti scheletrici e le osteomieliti croniche refrattarie. Tutte queste patologie trovano indicazione di ossigenoterapia iperbarica come da linee guida delle società scientifiche nazionali e internazionali di settore e sono convenzionate con il SSN».
Come si accede al servizio di camera iperbarica? Quale iter è necessario per usufruire di questo servizio?
«L'indicazione all’ossigenoterapia iperbarica per le patologie ambulatoriali deve essere posta da un medico specialista (es. otorinolaringoiatra per casi di ipoacusia improvvisa, chirurgo vascolare o vulnologo per casi di ulcere a lenta guarigione, ortopedico per casi di osteonecrosi asettica, radioterapista o oncologo per casi di lesioni da radioterapia). Ottenuta l'indicazione, il paziente deve essere sottoposto a una valutazione di Medicina Iperbarica da parte di un medico specialista di branca; a tale visita si accede in SSN tramite prenotazione attraverso CUP regionale Regione Piemonte oppure tramite CUP dedicato della nostra struttura. La visita ha lo scopo di confermare la correttezza dell'indicazione ossigenoterapia iperbarica e di valutare l'idoneità del paziente al trattamento stesso. Per tale valutazione sono indispensabili almeno un ECG e un RX torace (eseguibili il giorno stesso della visita presso la nostra struttura) oltre a eventuali ulteriori accertamenti qualora risultassero indicati. Ottenuta l'idoneità al trattamento il paziente accede alla terapia attraverso impegnativa SSN».