Fattura elettronica: tutto quello che c’è da sapere

Fattura elettronica:  tutto quello che c’è da sapere
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Ormai la fattura elettronica non è più un segreto per tutti i professionisti che da 3 anni la utilizzano quotidianamente nello svolgimento del proprio lavoro. Entrata in vigore il 1 gennaio 2019, è stata una misura introdotta per contrastare l’evasione fiscale, ma anche per semplificare la parte fiscale del lavoro. 

Un sistema molto più semplice di quello che si potesse pensare ancora prima della sua entrata in vigore. In effetti i dubbi a riguardo erano veramente molti, qualcuno pensava che la fatturazione elettronica avrebbe rallentato il lavoro e sarebbe stata causa di difficoltà, senza parlare poi dei complottisti che pensavano che fosse solo uno strumento di controllo. 

A distanza di 3 anni, moltissimi sono stati i cambiamenti, a partire dagli obbligati alla fatturazione in formato elettronico.

Fattura elettronica: come funziona

La fattura elettronica si differenzia da quella cartacea a cui si era abituati, perchè per la sua compilazione e per il suo invio occorre un dispositivo elettronico dotato di connessione internet e un servizio specifico. Per quello che riguarda quest’ultimo, l’operatore può scegliere tra: software gestionali venduti da terze parti, il portale gratuito messo a disposizione dall’Agenzia delle Entrate, ovvero delle piattaforme come fatturapro.click

Quest’ultima è tra le 3 possibilità, la più semplice, non richiede nessuna installazione sul proprio dispositivo, è molto più economica dei software gestionali e più semplice da utilizzare della sezione dell’Agenzia delle Entrate. Pagando un semplice abbonamento, da scegliere in base a quelle che sono le proprie esigenze lavorative, non solo si può utilizzare la piattaforma per inviare e ricevere fatture, ma anche per archiviarle, con la possibilità da parte del commercialista di accedervi facilmente. 

Per quello che invece riguarda la compilazione del documento, gli elementi essenziali sono gli stessi del vecchio cartaceo quindi: 

  • intestazione di chi emette la fattura e chi la riceve, con numero partita IVA o codice fiscale, nome e cognome o nome della società, sede legale o indirizzo di residenza; 
  • descrizione dei prodotti o codice identificativo; 
  • prezzo al netto dell’IVA; 
  • percentuale IVA; 
  • Totale da pagare; 
  • numero progressivo; 
  • data e ora di invio. 

Nella fatturazione elettronica viene poi inserito il codice destinatario, o la PEC che permette di salvare il documento nel cassetto fiscale dei soggetti coinvolti nello scambio. 

Chi vi è obbligato

Quando la fattura elettronica è entrata in vigore nel 2019 la legge aveva previsto che alcuni specifici soggetti ne fossero esonerati. Quindi era possibile affermare che la e-fattura era obbligatoria per tutti, fatta eccezione per i forfettari e coloro che agiscono in regime dei minimi. 

Per tali soggetti era comunque fatta salva la possibilità di decidere in maniera autonoma di aderire al sistema di fattura elettronica in via del tutto volontaria. In effetti non sono stati pochi i soggetti che hanno poi deciso di utilizzare comunque tale sistema, per una netta semplificazione del lavoro, dovendo comunque confrontarsi con altri soggetti economici che ne erano già obbligati. 

Ma dal 1 luglio 2022 l’obbligo si è esteso anche ai forfettari e a gran parte dei soggetti che fino ad oggi erano esonerati da tale sistema. Un cambiamento che già guarda al momento, non troppo lontano, in cui la fattura elettronica sarà obbligatoria per tutti. 

Fattura elettronica: le scadenze da rispettare

Quindi la fattura elettronica è obbligatoria per buona parte dei soggetti economici possessori di IVA e deve contenere alcuni elementi essenziali. Ma altro elemento indispensabile del documento elettronico è il rispetto delle scadenze imposte dalla legge. 

La fattura in formato elettronico deve essere inviata contestualmente alla conclusione dello scambio che viene effettuato, che si tratta di uno scambio di prodotti o di servizi. Ovvero, al massimo, l’invio del documento deve avvenire entro e non oltre i 12 giorni successivi allo scambio. 

Questo vale per quello che concerne le fatture immediate, diverso è invece il discorso per quelle differite, che devono essere emesse entro il 15 del mese successivo a quello in cui lo scambio è avvenuto. 

Il mancato rispetto delle scadenza espone al rischio di possibili sanzioni pecuniarie che si compone di una parte fissa e di un’altra pari a una percentuale dell’imponibile che non è stato fatturato. A tal proposito si ricorda che unica eccezione a questo è stata prevista per il primo trimestre successivo al 1 luglio 2022 per i forfettari e i nuovi obbligati alla e-fattura. 

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