Sponsorizzato

Come funziona l’intervento alla cataratta?

Ce lo spiega il Dottor Paolo Tanzilli, referente per l'Ambulatorio di Chirurgia Complessa

Come funziona l’intervento alla cataratta?
Pubblicato:
Aggiornato:

La Chirurgia Ambulatoriale Complessa (CAC) è organizzata per erogare prestazioni chirurgiche che non richiedono il ricovero, così come da disposizioni Regionali DGR 35-3310 del 16 maggio 2016 e DGR 73-7504 del 03 agosto 2017. In Habilita I Cedri a Fara Novarese (NO) la Chirurgia Oculistica ha un’équipe specializzata soprattutto per effettuare interventi per la cataratta. Abbiamo chiesto al Dr. Paolo Tanzilli, referente per l’Ambulatorio di Chirurgia Complessa, come funzioni l’intervento alla cataratta.

Dr. Paolo Tanzilli

"Tutti gli interventi – spiega il Dr. Tanzilli – vengono eseguiti in anestesia topica quindi senza iniezioni e senza anestesie profonde. Grazie all’esperienza acquisita nel corso degli anni da me e dalla mia équipe, possiamo intervenire in modo molto veloce ed efficace senza provocare alcun dolore al paziente. Parliamo di operazioni che solitamente durano dai tre ai quattro minuti. Arriviamo fino a cinque minuti nel caso di interventi un po’ più complessi. Utilizziamo una tecnica microchirurgica grazie a strumentazioni di ultima generazione. Questo consente anche di dimettere il paziente in giornata, senza alcun problema. Interventi ambulatoriali che, pur nella loro complessità, non vanno a intasare l’attività delle sale operatorie e consentono un veloce decorso post-operatorio".

Quali sono i segnali principali che indicano ad una persona la possibile presenza di un problema alla cataratta e che sia quindi il caso di sottoporsi ad una visita specialistica?

"Solitamente – prosegue il Dr. Tanzilli – il 90% dei problemi sono legati alla visione offuscata. Ci sono però altri campanelli d’allarme che possono indicare che siamo di fronte ad un problema legato alla cataratta. Ad esempio, l’improvviso sopraggiungere di una miopia che non c'era mai stata in precedenza. Quindi, se si verifica la situazione per cui un occhio prima vedeva bene e poi ad un certo punto diventa miope, potrebbe trattarsi di sintomo di un particolare tipo di cataratta che non deve essere sottovalutato. Questa situazione potrebbe risultare più difficile da individuare in quanto molti pazienti possono ritenere di essere vittime di un semplice calo della vista e farsi quindi prescrivere occhiali specifici per la miopia, quando invece si tratta di cataratta: in questo modo si allunga anche il periodo della diagnosi. Non solo. Tutto ciò espone l'occhio a un intervento più complicato perché comunque si ritarda il momento dell’intervento e, di conseguenza, il recupero può non essere immediato".

Ci sono soggetti più predisposti di altri al problema cataratta?

"Possiamo definirla una patologia abbastanza democratica, nel senso che può colpire chiunque. Ciò non toglie che ci siano comunque dei fattori predisponenti come, ad esempio, l’uso di cortisone, il diabete, le malattie immunitarie, le malattie della tiroide e paratiroidi: insomma, in presenza di patologie correlate si può avere un’insorgenza della cataratta più precoce. Vorrei però sottolineare il fatto che oggi, in parte grazie a diagnosi precoci e in parte grazie ad altri fattori che permettono di individuare questa patologia molto prima, si assiste ad un crescente numero di interventi a cui si sottopongono soggetti più giovani rispetto a quanto accadeva qualche anno fa quando il paziente aveva 90 anni. Ora il contesto è differente. Come detto, la diagnosi precoce e una maggiore sensibilizzazione hanno consentito di intervenire, mediamente, in modo più efficace per i problemi di cataratta. Infine, recarsi dall’oculista, e non solo dall’ottico, ha agevolato questa situazione".

L’intervento che problemi elimina?

"Se non sono presenti anche altre problematiche correlate (se la retina non ha patologie e se non ci sono astigmatismi concomitanti), l’intervento consente di riottenere completamente la vista da lontano. Vengono quindi corretti i difetti di miopia e ipermetropia, ma non quelli di astigmatismo elevato". 

Quali sono le domande più frequenti che le fanno i pazienti?

"La domanda che mi ripetono spesso è: “quanto dura quanto dura la lente?”. La risposta è semplice: una vita, e oltre. Naturalmente la lente non va cambiata".

Seguici sui nostri canali