Debito pubblico sostenibile

Le spese del debito pubblico nei comuni del biellese

Quanto “costa” ai cittadini Biellesi l’indebitamento nei propri Comuni

Le spese del debito pubblico nei comuni del biellese
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In tempo di pandemia, ci siamo dimenticati dei vincoli europei sui conti pubblici, giustamente sospesi in quest’ultimo periodo. Quando torneremo alla normalità, però, si dovrà riprendere a rispettarli in virtù del famoso “Patto di stabilità esterno”.

Per adempiere all’obbligo, le pubbliche amministrazioni dovranno prevedere che i conti siano sotto controllo e con il rispetto del pareggio di bilancio, che viene calcolato come differenza tra entrate finali e spese finali, comprese le spese da accensione e rimborso prestiti.

Da alcuni anni, il concetto legato al pareggio di bilancio ha assunto rilevanza costituzionale, ma l’indebitamento per le amministrazioni pubbliche non è necessariamente un fatto negativo.
Contrarre mutui o prestiti, infatti, per un ente locale può significare anche la volontà di investire su infrastrutture. I comuni possono indebitarsi solo per gli investimenti e la costruzione di rilevanti opere pubbliche, ma non per le spese correnti, come quelle relative al funzionamento della macchina amministrativa o all’erogazione dei servizi ordinari nei confronti della cittadinanza.

Nel 2019, nel Biellese, la spesa per il debito pubblico ammontava a circa 14milioni di euro, con una media pro capite per abitante di circa 77,3 euro, cifra in linea con la media nazionale: 72,43 euro.
Il report che oggi pubblichiamo (in base ai dati del 2019), mostra per ogni comune la spesa totale e la spesa pro capite destinata a “Debito pubblico”. Nei bilanci delle amministrazioni comunali un’intera missione di spesa è dedicata al debito, spese necessarie alla restituzione delle risorse ottenute dall’ente per finanziare gli investimenti o la realizzazione di opere pubbliche.
In altre parole, nei bilanci viene considerata una “quota rateale”, quota con la quale il comune rimborsa annualmente la cifra ottenuta in prestito, maggiorata degli interessi.
Tuttavia, va anche detto che nell’intento di controllare l’indebitamento netto dei comuni, si sono nel tempo stratificati molti vincoli sull’utilizzo delle entrate e sull’entità della spesa.
Per esempio, almeno il 50 per cento delle entrate da sanzioni per violazioni del codice della strada devono essere utilizzate esclusivamente per interventi di miglioramento della sicurezza stradale, gli oneri di urbanizzazione devono finanziare interventi di riqualificazione urbanistica o nuove opere pubbliche, le entrate da ‘alienazioni’ del patrimonio devono essere destinate esclusivamente a spese di investimento. E per quanto riguarda le spese, i comuni, per esempio, non possono sostenere più del totale della spesa del personale dell’anno precedente, non possono spendere in acquisti di beni e servizi un valore superiore al valore medio del triennio precedente e dal 2018 le spese di funzionamento relative al parco immobiliare, impiego delle auto di servizio e strumentazione informatica, devono essere ridotte.

Guardando i dati tra i capoluoghi piemontesi, con 338,30 euro pro capite, Torino è la città a spendere di più per le rate annuali relative alla restituzione del debito pubblico. Biella, con 158,10 euro pro capite è il terzo capoluogo del Piemonte, solo dietro ad Alessandria.

Michele Porta - Sales Manager e Coordinatore Editoriale EcodiBiellaTra i comuni Biellesi, in testa c’è Gifflenga con 290,4 euro pro capite per abitante. Un costo elevato per i 114 residenti. Il comune che alla voce “debito pubblico” risulta tra i migliori, è invece Vigliano Biellese. La spesa pro capite per i 7mila settecento abitanti è di soli 3 euro. Tra i comuni con una popolazione superiore ai 3mila abitanti, Cossato (56,4), Candelo (62,9), Occhieppo Inferiore (67,9), Mongrando (25,2), Ponderano (99,2), Gaglianico (86,4), Cavaglià (63,0) e Andorno Micca (41,5). In Italia, se guardiamo ai cluster regionali, i comuni che elargiscono annualmente più denaro si trovano in territori a statuto speciale, e cioè nella provincia autonoma di Bolzano (207,14), in Valle D’Aosta (162,45) e Friuli Venezia Giulia (104,04). Tutte cifre abbondantemente superiori alla media nazionale, pari a 72,43 euro pro capite.

Michele Porta
michele.porta@netweek.it

Dall'inserto BIellese Green del 23 maggio 2022 - Accedi all'inserto

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