Fratelli italia

Riforma magistratura: Fdi in piazza a raccogliere firme

Appuntamento a Biella, in Piazza Santa Marta, sabato 24 luglio dalle ore 15:00 alle 18:00.

Riforma magistratura: Fdi in piazza a raccogliere firme
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Referendum: Fratelli d’Italia raccoglie le firme per riformare la magistratura.
Appuntamento a Biella, in Piazza Santa Marta, sabato 24 luglio dalle ore 15:00 alle 18:00.

Riforma giustizia

Il Segretario Provinciale Cristiano Franceschini spiega perché firmare per riformare la magistratura:
“E' necessario iniziare un processo di riforma radicale della magistratura.
I quesiti referendari che Fratelli d’Italia sostiene sono 4:

QUESITO N.1 'RIFORMA DEL CSM'
Il ‘caso’ Palamara ha portato alla luce i guasti del sistema delle ‘correnti’ nella Magistratura. Il primo passo per poterlo sradicare è quello di superare il potere di veto delle correnti all’interno del Csm. Attualmente un magistrato che voglia candidarsi al Consiglio Superiore della Magistratura deve raccogliere dalle 25 alle 50 firme. Ciò significa necessariamente che per poter presentare la propria candidatura deve ottenere l’appoggio di una delle correnti interne alla magistratura. Il quesito referendario vuole abrogare il vincolo delle firme e permettere così a tutti i magistrati di candidarsi, senza dover sottostare al condizionamento delle correnti.
FDI È FAVOREVOLE Al QUESITO N.1

QUESITO N.2 'RESPONSABILITA' DIRETTA DEI MAGISTRATI'
Al grande potere di cui gode la magistratura in Italia non corrisponde un adeguato obbligo per i propri membri di rendere conto delle eventuali decisioni sbagliate assunte. L’obiettivo del quesito è ridurre la specialità della disciplina della responsabilità dei magistrati, permettendo, quindi, al cittadino leso nei propri diritti dalla condotta del magistrato di poterlo chiamare in giudizio direttamente.
FDI È FAVOREVOLE AL QUESITO N.2

QUESITO N.3 'EQUA VALUTAZIONE DEI MAGISTRATI'
Il Consiglio direttivo presso la Corte di Cassazione e i Consigli giudiziari sono gli organi dove si valuta anche la professionalità dei magistrati. Ad oggi, tuttavia, quando si tratta di discutere o valutare lo status dei magistrati, la componente minoritaria ‘non togata’ di questi collegi (avvocati e professori universitari) è esclusa dalle discussioni e dalle votazioni vertenti su questi temi. L’abrogazione di questa norma consentirebbe anche alla componente ‘non togata’ di esprimersi sulla qualità del lavoro dei magistrati, superando in questo modo il principio della giustizia solo interna alla magistratura.
FDI È FAVOREVOLE AL QUESITO N.3

QUESITO N.4 'SEPARAZIONE DELLE CARRIERE DEI MAGISTRATI'
Ad oggi i magistrati della pubblica accusa e quelli chiamati a giudicare sono inseriti in un’unica categoria professionale. Nel corso della loro carriera i magistrati passano più volte dalle funzioni giudicanti a quelle requirenti e viceversa. Questa contiguità tra il pubblico ministero e il giudice rischia di creare uno spirito corporativo tra le due figure e di compromettere un sano e fisiologico antagonismo tra poteri, vero presidio di efficienza e di equilibrio del sistema democratico. Il quesito punta a stabilire che il magistrato, una volta scelta la funzione giudicante o quella requirente all’inizio della carriera, non possa più passare all’altra.
FDI È FAVOREVOLE AL QUESITO N.4

Fratelli d’Italia è contraria ai quesiti n.5 e n.6 e non li  sostiene:

QUESITO N. 5 ‘LIMITI ALLA CUSTODIA CAUTELARE’
Il carcere preventivo, ovvero il periodo di detenzione scontato prima della sentenza di condanna, si è trasformato negli anni da misura con funzione prettamente cautelare, a vera e propria forma anticipatoria della pena, con evidente violazione del principio costituzionale della presunzione di non colpevolezza, sancito nell’articolo 27 della Costituzione. Il quesito punta a limitare la possibilità di ricorrere alla carcerazione preventiva prima dell’emanazione di una sentenza definitiva di condanna.
FDI È CONTRARIA AL QUESITO N.5
Follia! La possibile reiterazione del reato della stessa specie – che è ciò che verrebbe abrogato - è lo strumento con cui si applica la custodia cautelare in carcere, per esempio, a spacciatori per arrestarne la carriera criminale.
La carcerazione preventiva in Italia deve essere affrontata, anche perché è abusata , a volte utilizzata come strumento di pressione per confessioni, ma non possiamo disarmare le procure e non considerare la custodia cautelare quale strumento per fronteggiare la criminalità con risposte rapide e chirurgiche.
Con l’approvazione del quesito resterebbero sguarnite di ogni tipo di misura cautelare condotte come i furti in abitazione o come la cessione di sostanze stupefacenti, anche di rilevante entità, purché non accompagnate dalla partecipazione ad associazioni per delinquere volte al traffico della droga.
L’arresto in flagranza per queste tipologie di reati sarebbe immediatamente seguito dalla remissione in libertà dell’arrestato, con conseguente innalzamento dell’allarme sociale e con demoralizzazione della polizia giudiziaria che vedrebbe libero, dopo poche ore, chi arrestato in flagranza di reato.
Ma v’è di più! Non si potrebbero arrestare coloro che vivono di furti in abitazione che spesso si trasformano in tragedie. Diventa paradossale invocare la legittima difesa speciale nei confronti di chi entra in abitazione da una parte e dall’altra sostenere che, anche se viene arrestato in flagranza, non può essere sottoposto alla carcerazione preventiva per arrestarne la carriera criminale.

QUESITO N. 6 'ABOLIZIONE SEVERINO'
La cosiddetta ‘legge Severino’ prevede che in caso di condanna ad alcune specifiche ipotesi di reato sia comminata automaticamente la sanzione accessoria dell’incandidabilità alla carica di parlamentare, consigliere e governatore regionale, sindaco e amministratore locale. Nella prassi, tuttavia, l’applicazione della misura dell’incandidabilità presenta diverse criticità, oltre a essere del tutto sproporzionata rispetto allo spirito della norma. Il quesito referendario intende abolire l’automatismo per quanto riguarda i termini di incandidabilità, ineleggibilità e decadenza, lasciando al giudice la decisione, caso per caso, se comminare, oltre alla sanzione penale, anche la sanzione accessoria dell’interdizione dai pubblici uffici e per quanto tempo.

FDI È CONTRARIA AL QUESITO N. 6
La Severino è una norma che deve essere rivista completamente anche alla luce del mutato quadro storico e degli evidenti riflessi perversi forse nemmeno ben ponderati dal legislatore.
In particolare in materia di incandidabilità alle cariche elettive nelle Regioni e negli enti locali la Severino consente le misure interdittive anche a sentenza non definitiva ed è inaccettabile.
La lista dei reati per cui scatta l’automatismo con le misure interdittive dopo la condanna definitiva deve essere ristretta, limitandola ai casi di grave disvalore.
Non possiamo però buttare il bambino con l’acqua sporca.
Abolire ogni automatismo fra condanne per fatti corruttivi e incandidabilità, ineleggibilità e decadenza o sospensione non ci convince perché riteniamo che chi ha commesso reati gravissimi approfittando della carica ricoperta non possa rappresentare degnamente il popolo italiano, ma soprattutto consegnerebbe alla magistratura un potere discrezionale inaccettabile nel rapporto fra politica e delitti corruttivi, consentendo al magistrato, in costanza del ritorno alla precedente normativa, di decidere a chi applicare la pena sanzione accessoria interdittiva e a chi non applicarla.
Sembra stridere con la filosofia stessa dei referendum”.

 

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