Il caso

Il Sen. Mantovani risponde ad ANPI: “Il fascismo è sepolto”

Il senatore FdI: Che tristezza quel giorno a Salussola...

Il Sen. Mantovani risponde ad ANPI: “Il fascismo è sepolto”
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La polemica sorta in occasione della commemorazione, avvenuta lo scorso febbraio, dell’eccidio di Salussola, sembrano non volersi placare.

Mantovani risponde ad ANPI

Giunge in redazione una lettera del senatore Mario Mantovani, in risposta alla lettera aperta del presidente ANPI di Vercelli.

La lettera

“Rispondo alla lettera aperta del presidente dell’ANPI di Vercelli, dopo aver ripercorso con la memoria l’evento di domenica 12 marzo scorso in occasione della commemorazione dei caduti a Salussola. Con amarezza ho constatato che eravamo soli con i sindaci, i rappresentanti delle istituzioni, ed il corpo musicale; di fronte a noi poche decine di persone, e fra queste un gruppetto di sconosciuti inviati per cantare ‘Bella ciao’ per tutto il tempo del mio breve intervento, col chiaro intento non di commemorare l’eccidio, ma di sovrastare con un coro stonato le mie parole.

L’Anpi si era rifiutata di intervenire e Gad Lerner ha fatto la stessa cosa.

Ebbene: la pace e la serena convivenza civile nascono dal dialogo, dalla tolleranza, dall’incontro e dal confronto. E quale apertura al dialogo hanno dimostrato le sinistre presenti a Salussolasventolando una bandiera rossa con falce e martello e, di fatto, impedendo che le mie parole di cordoglio e di riconciliazione potessero essere espresse con chiarezza? Che esempio di civismo è stato dato da quello sparuto gruppo di esagitati davanti a un invitato, già componente del governo, che con onore aveva colto l’invito del Sindaco a portare il proprio commosso saluto? E’ questa l’idea di libertà che ci offre certa sinistra?

La storia non è una bandiera a brandelli di cui ognuno si prende un pezzo e ne fa un vessillo per i propri scopi. Io sono nato dopo la fine della seconda guerra mondiale, non ho vissuto né il fascismo, né la Resistenza, come credo nessuno degli intervenuti, quindi ritengo forzato da parte degli odierni ‘sedicenti comunisti’ il sentirsi, a 80 anni di distanza, i soli ‘eredi autorizzati’ di una lotta di libertà che ha conosciuto sofferenze ed eroismi.

La Resistenza è una pagina della storia della nostra nazione alla quale parteciparono, in modo trasversale, parecchie componenti della società civile italiana: combatterono insieme, e tanti morirono insieme, ma erano di estrazioni ideologiche anche molto diverse fra loro.

Che l’attuale partito Fratelli d’Italia, al quale, da diversi anni, ho aderito, affondi le sue radici nell’ideologia fascista è una propaganda ormai sconfessata. Il partito di Giorgia Meloni non mostra alcun sintomo di nostalgia verso quel passato. Oggi sono fiero che questa destra moderna e liberale, di cui faccio parte, tuttavia mantenga salda la difesa di alcuni valori come ‘patria’ ‘famiglia’ ‘fede cristiana’. Valori che la sinistra italiana pare abbia smarrito.

Ora, se i signori dell’Anpi rimproverano Fratelli d’Italia di ‘non rinnegare’, mi spieghino cosa abbiamo a che vedere noi, i nostri atti, le nostre politiche, col ventennio fascista? E, dunque, cosa dovremmo rinnegare?

Vedo, invece, che con orgoglio quel gruppetto a Salussolasventolava la bandiera, simbolo di un Partito Comunista che tanto avrebbe da farsi perdonare, in Italia e nel mondo, oggi e anche relativamente al periodo della lotta partigiana.

Il presidente dell’Anpi cita ‘l’amnistia Togliatti’ come un provvedimento di cui beneficiarono solo fascisti e collaborazionisti, mentre raramente si fa menzione delle vendette personali che si scatenarono dopo la liberazione e che spesso nulla avevano a che vedere con l’appartenenza o meno delle vittime al partito fascista. Furono parecchi i comunisti che si macchiarono di crimini in periodo ormai di pace e che l’amnistia ha perdonato. Vogliamo parlare di Luigi Canali e della sua fidanzata Gianna?

Fintantoché si vive di dietrologia, arroccati su posizioni sedimentate e inamovibili, un popolo non ha speranza di avanzare in un progresso anche ideale. Io insisto col dire che sia necessario superare i luoghi comuni, le prese di posizione di parte, i litigi senza confronto, gli scontri senza onestà.

Il fascismo è un’esperienza ormai sepolta, con le sue luci e le sue contraddizioni, utile adesso come spauracchio dialettico di contrapposizione moderna.

Che tristezza quel giorno a Salussola...!, eppure avrebbe potuto essere l’esempio di una tappa importante del cammino di civiltà, invece ha certificato, ancora una volta, come chi è pervaso da un’ideologia gretta e anacronistica non muti il proprio istinto rancoroso neanche davanti alla morte, e arrivi a sporcare persino il ricordo onorevole di 20 martiri della libertà!

Peccato!”

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