"Aperitivo sì, in classe no": scuole superiori chiuse da Regioni, l'ira di Azzolina
"Il governo ha fatto la sua parte con i banchi, le aule, i docenti, i trasporti e lo scaglionamento"
La ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina, in una intervista sul Corriere della Sera, torna sul mancato ritorno a scuola per i ragazzi delle superiori in quasi tutte le Regioni a partire da domani, 11 gennaio.
“Rispetto alle superiori il governo ha fatto tutto quello che poteva e gli impegni li ha mantenuti grazie anche al lavoro importante dei prefetti. Vorrei ricordare che il 23 dicembre è stata firmata all’unanimità l’intesa con le regioni che prevedeva il rientro il 7 gennaio“, dice la Ministra dell’Istruzione che puntualizza: “Per me gli accordi sono importanti, se si scrivono devono essere mantenuti. Invece molte Regioni si sono sfilate: sarebbe bene che le famiglie e gli studenti capissero perché. Si chiude prima la scuola perché socialmente è stata messa nel fondo dello sgabuzzino”. Per Azzolina "il governo ha fatto la sua parte con i banchi, le aule, i docenti, i trasporti e lo scaglionamento. Alcuni presidenti non si rendono conto che chiudendo le scuole producono un danno economico al Paese, che pagherà la mancanza di competenza suoi giovani. Ma è anche un danno umano“.
La furia del ministro
La scuola è un luogo sicuro? "Se c’è la variante inglese esiste per tutti, non solo per i liceali. Devono spiegarmi perché, dove è quasi tutto aperto, gli studenti al pomeriggio possono andare a prendere l’aperitivo, mentre non possono andare in classe, con la mascherina, l’igienizzante e i banchi separati. Il punto è culturale, non sanitario“.