La galleria dell'insicurezza

La galleria dell'insicurezza
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(29 ott) Quando è stata aperta al traffico, il 26 maggio 2006, c’era chi ne parlava come qualcosa di avveniristico. Un’infrastruttura diversa da tutte le altre, quella tecnologicamente più avanzata, di certo l’unica in grado di garantire il massimo grado di sicurezza previsto dalle norme di legge. Poi sono passati i mesi, gli anni, e qualcosa è cambiato. Molto è cambiato. E oggi, alla fine di ottobre 2009, la galleria della Volpe non è più il gioiellino che i capitolati avevano immaginato. Vittima fin da subito dei soliti maniaci dello spray, con il passare del tempo il tunnel è diventato il triste rifugio di accumuli di immondizia e, da qualche tempo, anche l’inspiegabile bersaglio di vandali in cerca di divertimenti stupidi quanto potenzialmente pericolosi. Quando è stata aperta al traffico, il 26 maggio 2006, c’era chi ne parlava come qualcosa di avveniristico. Un’infrastruttura diversa da tutte le altre, quella tecnologicamente più avanzata, di certo l’unica in grado di garantire il massimo grado di sicurezza previsto dalle norme di legge. Poi sono passati i mesi, gli anni, e qualcosa è cambiato. Molto è cambiato. E oggi, alla fine di ottobre 2009, la galleria della Volpe non è più il gioiellino che i capitolati avevano immaginato. Vittima fin da subito dei soliti maniaci dello spray, con il passare del tempo il tunnel è diventato il triste rifugio di accumuli di immondizia e, da qualche tempo, anche l’inspiegabile bersaglio di vandali in cerca di divertimenti stupidi quanto potenzialmente pericolosi.
Non serve molto per rendersene conto. Basta attraversare una volta i millequattrocento metri di galleria in auto, senza neppure bisogno di fermarsi in una delle piazzole di emergenza, per vedere quel che è stato degli impianti antincendio. Delle sette postazioni per estintori, ben quattro oggi sono totalmente fuori uso (nella foto Bena al centro, uno degli estintori trafugati accanto a un cumulo di immondizia e alle scritte sui muri che costellano il tunnel). E non per una mancata manutenzione dell’impianto, ma perché qualche buontempone si è divertito a rompere i vetri e a portarsi a casa gli unici strumenti che, in caso di incendio, gli automobilisti avrebbero a disposizione per un rapido tentativo di spegnere le fiamme. Una fine triste, insomma, per quella che doveva essere l’infrastruttura tecnologicamente più avanzata dell’intero sistema viario locale. E se la Provincia, che su questo tratto ha competenza diretta dopo il passaggio di consegne da parte dell’Anas, si è già detta pronta ad intervenire, resta innegabile il fatto che, quanto a disciplina e senso civico, c’è chi lascia ampiamente a desiderare.
Nel tunnel che collega Quaregna a Ponte Guelpa, in fondo, di risorse pubbliche ne sono state spese a volontà. A partire dalla realizzazione degli impianti tecnologici, effettuata con un appalto apposito per una spesa di alcuni milioni di euro, per arrivare alle ingenti spese per la tenuta e la manutenzione (tali da indurre la passata amministrazione a promuovere l’installazione di sistemi di risparmio energetico nel nuovo tratto in via di completamento), sino alle risorse messe in campo per l’organizzazione di esercitazioni di difesa civile con il coinvolgimento dei Vigili del fuoco, il tratto è costato al Biellese forse più di quel che ci si sarebbe aspettati. E l’assenza (fortunatamente) di incidenti non rappresenta comunque una giustificazione valida perché la galleria possa perdere le caratteristiche di sicurezza che lo contraddistinguono.
Una galleria come quella, nei propositi del legislatore che così ha voluto dopo il rogo nel tunnel del Monte Bianco, deve possedere al suo stesso interno gli strumenti finalizzati a tutelare la pubblica incolumità. Dai sistemi di ventilazione, ai quali pure meriterebbe dare un’occhiata per le persistenti esalazioni di scarichi d’auto che si avvertono nel tratto, agli impianti antincendio, sino al sistema semaforico di sicurezza: tutto contribuisce a rendere il tunnel sicuro per tutti. Ed è incredibile che qualche vandalo, senza rendersene conto, si diverta a mettere a repentaglio la vita altrui. Nella foto un'immagine di degrado

29 ottobre 2009

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