Volontariato "contro" il bullismo per oltre 2700 giovani

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(24 nov) Vent’anni di stage di volontariato: 2.700 studenti partecipanti, 39 enti di accoglienza, 6.000 settimane di servizio volontario, 228.000 ore di volontariato verso disabili, bambini e anziani, 210 insegnanti coinvolti. Numeri di un’iniziativa collaudata il cui valore in una stagione di bullismo crescente è appena appena mitigato dal limite del coinvolgimento del solo 10% della popolazione giovanile biellese. I dati sono emersi nell’ambito dell’iniziativa “Stage: in gioco da 20 anni” durante la quale è stata presentata a Città Studi la ricerca “Vivere da stagisti. Vent’anni di stage di volontariato: 2.700 studenti partecipanti, 39 enti di accoglienza, 6.000 settimane di servizio volontario, 228.000 ore di volontariato verso disabili, bambini e anziani, 210 insegnanti coinvolti. Numeri di un’iniziativa collaudata il cui valore in una stagione di bullismo crescente è appena appena mitigato dal limite del coinvolgimento del solo 10% della popolazione giovanile biellese. I dati sono emersi nell’ambito dell’iniziativa “Stage: in gioco da 20 anni” durante la quale è stata presentata a Città Studi la ricerca “Vivere da stagisti. La funzione e l’impatto del progetto Stage di Volontariato”. La ricerca, durata tre anni, ha raggiunto un campione di più di 200 giovani tra i 20 e i 25 anni che hanno partecipato agli “Stage di volontariato” con l’obiettivo di capire quale è stato nel tempo l’impatto di un progetto che propone un’esperienza di volontariato, vita comunitaria e condivisione delle esperienze.
«La ricerca mette in luce che i ragazzi che hanno fatto l’esperienza del progetto non sono extraterrestri, ma simili ai loro coetanei per abitudini e anche valori; si differenziano però riguardo ad alcune caratteristiche molto importanti, che corrispondono poi a nodi della nostra società - commenta Riccardo Bresciani, responsabile del Progetto - Sono infatti più inclini ad avere fiducia negli altri, a costruire legami sociali anche con soggetti non appartenenti allo stesso livello sociale, superano i confronti con i coetanei piemontesi e italiani rispetto alla partecipazione politica, intesa come attenzione alla polis, al bene comune insomma. I ragazzi che hanno partecipato al progetto sanno infine gestire meglio alcuni aspetti della propria emotività e capire i loro desideri».
Risultati che sono stati accolti positivamente da tutti coloro che hanno partecipato alla presentazione a Città Studi. «Questa ricerca – ha commentato Loredana Sciolla, ordinaria di Sociologia dell’Università di Torino – dimostra una volta ancora di più che se gli studenti vivono in un clima scolastico positivo e dialogante con gli insegnanti, un clima anche autorevole ma mai autoritario, riescono ad essere più fiduciosi e disponibili verso gli altri e verso le istituzioni».
«Il progetto ci dimostra come sia possibile partire dai giovani per ricreare il senso del bene comune e per ricomporre la frammentazione che colpisce da tempo la nostra società», le ha fatto eco Marco Granelli, presidente del Coordinamento nazionale dei Centri di servizio per il Volontariato. Positivo anche il riscontro sul ruolo assunto dal Centro di servizio per il volontariato di Biella, al quale fa capo l’iniziativa.
24 novembre 2009

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