Unesco, un bollino per aprire Biella di più

Intervista al presidente della Crb Franco Ferraris.

Unesco, un bollino per aprire Biella di più
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«Il bollino Unesco occasione per aiutare Biella ad aprirsi di più». E' questo, secondo Franco Ferraris, presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Biella  l’obiettivo primo del riconoscimento.

Ma perché, presidente questa iniziativa per la candidatura, dal momento che il Biellese con Oropa e i Sacri Monti è già riconosciuta e la Burcina nell’ambito dei parchi ci ha provato senza risultato?

«Si tratta - risponde il leader della Fondazione Cassa di Risparmio di Biella - di percorsi e ambiti diversi, l’Unesco Creative Cities Network (Uccn) non è un “bollino” che riconosce in modo statico l’unicità e la rilevanza mondiale di un luogo, ma un percorso dinamico che prosegue e si evolve anche e soprattutto dopo l’ingresso della città nel circuito. Si viene infatti inseriti in una rete mondiale di 180 città eccellenti per la Creatività in un particolare ambito, sul quale continuare a fondare il proprio sviluppo (Biella si candida per la propria creatività nel tessile manifatturiero, crafts & folk art, mettendo in risalto tutte le potenzialità del territorio collegate a questo ambito). Vogliamo che Biella abbia il posto che merita in questa rete mondiale di città sotto l’egida Unesco. Il fatto che Oropa e i Sacri Monti siano già riconosciuti come patrimonio Unesco non fa che rafforzare la candidatura di un territorio che ha molte potenzialità inespresse».

Non c’è il rischio di sovrapposizione con la vicina Ivrea “città industriale patrimonio Unesco” riconosciuta nel 2018?
«Ivrea è inserita in tutt’altra linea, quella dei Siti Unesco, cioè è fra quelli con il “bollino”, come Oropa e i Sacri Monti; un riconoscimento meritatissimo e particolarmente interessante perchè è un territorio a noi vicino con cui potranno svilupparsi grandi sinergie, soprattutto in riferimento al tema del paesaggio industriale antropizzato, altra eccellenza di Biella, ma in un campo Unesco diverso.
«Per dare qualche dato, in Italia i siti riconosciuti in questa linea sono 54, le Città Creative (l’ambito per cui concorre la Città di Biella) solo 9. Si capisce dunque l’importanza per Biella di entrarne a far parte».

Qual è l’obiettivo in termini di risultato che viene perseguito dall’iniziativa?


«Se riconosciuta Città creativa Unesco Biella acquisirà nuova visibilità in un contesto di eccellenze mondiali aprendo possibilità di progetti e collaborazioni di portata infinita in molteplici ambiti; lo ha subito ben capito un grandissimo Maestro della creatività come Michelangelo Pistoletto, internazionalmente apprezzato e stimato, che, con la sua Cittadellarte, ha messo a disposizione il logo del Terzo Paradiso.
«Biella sta focalizzando tutte le sue migliori risorse, umane e progettuali, verso questo obiettivo, raggiungendo già adesso il risultato di ottenere compattezza e impegno da tutti gli operatori culturali, economici e politici del territorio, con il coordinamento della Fondazione e del Comune di Biella».

Abbiamo concrete possibilità di farcela di fronte al fatto che fra gli avversari da battere c’è anche Firenze, come dire una battaglia impari?
«Non credo che la questione vada posta in questi termini: è vero che Firenze è per dimensioni e storia molto diversa da Biella, ma la nostra città ha molto di più da dire nel mondo della creatività di quello che è abituata a pensare e a “raccontarsi”. La logica è quella di fare come territorio uno sforzo per lavorare in modo unito e finalizzare tutte le energie verso un risultato condiviso. Biella gode nel mondo di grandi riconoscimenti, ce lo testimoniano le numerose lettere di sostegno che stiamo ricevendo da enti e associazioni nazionali e internazionali che ci riempiono di orgoglio e ci spronano ad andare avanti dandoci fiducia nelle nostre possibilità.
«Premesso che non è una lotta tra città poichè ognuno fa la sua corsa con il meglio del proprio territorio credo che in questa fase il vero nemico da battere sia una certa attitudine biellese a “pensare negativo”».

Che tempi hanno la candidatura e la decisione?
«Molto stringenti, la call (cioè il bando) uscirà a fine febbraio, la scadenza per la presentazione del dossier sarà a metà giugno, entro fine giugno la Commissione nazionale italiana per l’Unesco deciderà quali dossier inviare a Parigi, Parigi valuterà fino a fine settembre e a fine ottobre saranno proclamate le città di tutto il mondo ammesse al circuito. La cerimonia ufficiale sarà a novembre a Parigi».
Roberto Azzoni

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