Treno in panne, è rivolta

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(21 lug) A causa di un corto circuito, probabilmente all’impianto antincendio del diretto Biella-Torino di ieri sera, un centinaio di pendolari è rimasto bloccati per più di mezzora a pochi metri dalla stazione San Paolo di Biella.
Viste le norme di sicurezza il capotreno ha impedito loro di scendere, fino a quando la “rivolta” non si è materializzata e il centinaio di passeggeri ha deciso comunque , dopo aver messo al corrente Vigili del fuoco e carabinieri, di abbandonare il treno, ormai fermo da tempo in attesa dell’arrivo di un nuovo locomotore che lo trainasse fino a destinazione. A causa di un corto circuito, probabilmente all’impianto antincendio del diretto Biella-Torino di ieri sera, un centinaio di pendolari è rimasto bloccati per più di mezzora a pochi metri dalla stazione San Paolo di Biella.
Viste le norme di sicurezza il capotreno ha impedito loro di scendere, fino a quando la “rivolta” non si è materializzata e il centinaio di passeggeri ha deciso comunque , dopo aver messo al corrente Vigili del fuoco e carabinieri, di abbandonare il treno, ormai fermo da tempo in attesa dell’arrivo di un nuovo locomotore che lo trainasse fino a destinazione.

Erano le 19,45 circa quando il diretto, puntuale rispetto alla tabella di marcia, stava per entrare alla stazione San Paolo. Improvvisamente, però, il locomotore si è bloccato e non c’è stato più verso di farlo muovere. Macchinista e capotreno hanno provato a porre rimedio, cercando di raffreddare l’impianto antincendio, ma a nulla sono valsi i loro sforzi. Nel frattempo i pendolari cercavano spiegazioni e chiedevano di poter abbandonare il treno, ma nulla. Le norme di sicurezza impediscono ai passeggeri di scendere sui binari. «Non era stata neppure avvertita la centrale operativa - dice uno stizzito presidente dell’associazione pendolari Marco Vigliocco - e solo dopo un po’ si è cercato un locomotore per trainare il diretto fino in stazione. Ma a Biella non ce n’erano e a Santhià neppure. Alle otto e un quarto si è appreso che sarebbe partito un locomotore da Novara. A quel punto i pendolari hanno deciso di scendere comunque nonostante il capotreno esortasse loro di non farlo. E sono giunti in stazione poco prima delle nove sani e salvi dopo aver camminato per qualche centinaio di metri sui binari. E pensare che c’era anche qualcuno che aveva fretta perché doveva prendere l’insulina».

Vertice... Solamente martedì l’associazione aveva incontrato Trenitalia per discutere del futuro delle ferrovie biellesi. «Se queste sono le premesse - sentenzia Vigliocco - andiamo proprio male. Il diretto Biella-Torino resterà in vigore fino a dicembre, ma noi pendolari non vogliamo continuare a vivere con l’angoscia che da un momento all’altro si possa rimanere a piedi. E’ ora di finirla». Durante l’incontro si è discusso anche degli orari del Biella-Milano, bocciati dall’associazione che lamenta anche «la possibilità che i collegamenti con Novara peggiorino ulteriormente».

21 luglio 2011

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