Tre "eroi" biellesi nell'action reality di Sky Pericolo Verticale

Tre "eroi" biellesi nell'action reality di Sky Pericolo Verticale
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«La montagna è azione pura, aria di vetro e salvataggi estremi. In questo terreno si muovono gli uomini e le donne del Soccorso Alpino della Valle d’Aosta: guide alpine, medici, verricellisti e piloti di elicotteri addestrati a intervenire in situazioni limite. Situazioni in cui anche una piccola distrazione può essere fatale».

E’ questa la presentazione ad effetto del nuovo action reality Pericolo Verticale, che porta in Italia il filone americano di racconti in presa diretta (poi rimontati ad hoc) che hanno in serie cult come Deadliest Catch (pesca ai granchi nel mare di Bering) o Ice Road Truckers - Gli eroi del ghiaccio (trasporti eccezionali invernali su camion che attraversano i laghi ghiacciati dell’Alaska) tanti appassionati spettatori anche nel nostro paese.
 
L’eccellenza tutta italiana e la spettacolarità degli interventi di soccorso in alta montagna e l’estrema prossimità con il pericolo sono un palcoscenico perfetto per raccontare storie vere, riproponendole al grande pubblico televisivo con stile romanzato, amplificando certi aspetti piuttosto che altri.
I protagonisti di Pericolo Verticale, programma in onda da mercoledì alle 22.50 sul canale satellitare a pagamento SkyUno HD, non sono eroi da fumetto: sono uomini e donne  con mogli, mariti e figli a casa che li aspettano. Uomini e donne addestrati a mettere da parte le debolezze e le paure personali per salvare vite di persone che nemmeno conoscono. L’attore Luca Argentero, anche produttore della serie, accompagnerà il racconto delle otto puntate.

Biellesi. Tra i protagonisti delle azioni in presa diretta, avvenute nel 2013 nell’arco di febbraio e marzo, ci sono anche tre biellesi: il tecnico verricellista di elicottero Alberto Boglietti, quasi sempre presente, e i medici rianimatori Giovanni Lorenzoni e Federico Prato, in servizio all’ospedale di Aosta nella Struttura Complessa di Anestesia e Rianimazione diretta dal dotto Enrico Visetti, che sono stati ripresi durante i loro rispettivi turni di servizio che li vedono sempre affiancati da due guide alpine.
«All’inizio è stato un po’ complicato abituarsi ad avere persone estranee durante gli interventi - spiega il dottor Lorenzoni (nella foto) - che aggiungevano un pizzico di tensione a quella normale, poichè si tratta pur sempre di soccorrere persone in grave difficoltà. Tuttavia la professionalità della troupe ha fatto in modo che non si creassero problemi di nessun genere e dopo un po’ l’obiettivo della telecamera puntato addosso si dimenticava».

Avete avuto modo di vedere in anteprima il risultato finale in tv?
«Sì, in effetti è un prodotto avvincente da guardare seduti in salotto, molte situazioni si prestavano a riprese spettacolari e a un racconto serrato. Poi il montaggio ha fatto il resto, amplificando certi aspetti, forse esagerando anche un po’ sotto il profilo dell’enfasi».
 
Cosa intende?
«Si parla forse troppo di eroi, ma in realtà siamo gente che fa il proprio lavoro cercando di farlo al meglio. E per riuscirci occorre anche avere un certo distacco professionale: la lucidità nei momenti chiave del soccorso è fondamentale e il coinvolgimento emotivo va messo da parte. Ovvio che in tv su punti su altro, comunque quello che si vede è tutto accaduto realmente».
Gabriele Pinna

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