Studenti in piazzacontro la crisi

Studenti in piazza<br>contro la crisi
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(8 ott) «Lo studente paura non ne ha» e «noi la crisi non la paghiamo». Erano questi gli slogan che riecheggiavano di più tra gli allievi delle scuole superiori, un centinaio in tutto, che ieri mattina hanno manifestato per le vie della città (nella foto di Filippo Sarcì) per esprimere il proprio dissenso soprattutto sui tagli al settore scolastico e sul caro-libri (quest’anno il costo dei testi è aumentato del 20 per cento). L’iniziativa è stata promossa spontaneamente da un gruppo di alunni con il supporto del Collettivo autonomo studentesco biellese. Proprio ieri gli studenti sono scesi in piazza in ben 90 città italiane per protestare «contro un governo colpevole di aver distrutto il nostro presente e il nostro futuro».
«Lo studente paura non ne ha» e «noi la crisi non la paghiamo». Erano questi gli slogan che riecheggiavano di più tra gli allievi delle scuole superiori, un centinaio in tutto, che ieri mattina hanno manifestato per le vie della città (nella foto di Filippo Sarcì) per esprimere il proprio dissenso soprattutto sui tagli al settore scolastico e sul caro-libri (quest’anno il costo dei testi è aumentato del 20 per cento). L’iniziativa è stata promossa spontaneamente da un gruppo di alunni con il supporto del Collettivo autonomo studentesco biellese. Proprio ieri gli studenti sono scesi in piazza in ben 90 città italiane per protestare «contro un governo colpevole di aver distrutto il nostro presente e il nostro futuro».

La mattinata. Il ritrovo è stato fissato per le otto del mattino sotto i portici di fronte all’ex Standa. Il corteo, scortato da carabinieri e polizia, ha sfilato per via Italia, via Garibaldi, piazza Duomo, via Trieste e via Addis Abeba, per raggiungere infine il Liceo classico.
«La decisione di mobilitarsi per la prima volta - hanno spiegato Carolina Venturin, 17 anni, del Liceo artistico, e la sua compagna di classe, Cecilia Bavaro - è stata presa dopo un’assemblea studentesca che si è svolta venerdì scorso nei giardini di fianco al Liceo classico. Prima di scendere in piazza volevamo infatti capire quanti fossero interessati all’iniziativa, organizzata autonomamente, senza l’appoggio di movimenti, sindacati o partiti politici». I ragazzi hanno marciato mostrando uno striscione con scritto “la casta è finita se iniziamo a lottare”, mentre uno di loro sventolava una bandiera “No Tav”. A guidare il folto gruppo di studenti era una vecchia Renault 5 bianca, con appoggiate sul cofano le bandiere di Che Guevara e dell’Unione araba e contenente nel baule due grosse casse da cui uscivano le note di canzoni rap, reggae e underground, naturalmente a tutto volume.

Le opinioni. «Sono parecchie le questioni per cui manifestiamo - ha affermato Tommaso Esposito, 19 anni, del liceo pedagogico -, dalla crisi economica che i governi fanno pesare sui cittadini al precariato, per non parlare dei tagli al personale scolastico. Io sono venuto qui senza nemmeno aver letto il volantino dell’iniziativa che è stato distribuito nei giorni scorsi. Immaginavo già quali sarebbero state le tematiche trattate oggi».
A fare la voce grossa sono stati gli allievi delle classi prime, in particolare dei licei classico e linguistico. Uno di loro è Emilia Garzena, del linguistico. «Quest’anno - ha detto - per comprare i libri per me e mio fratello, i miei genitori hanno dovuto spendere circa mille euro. Una follia per chi riceve uno stipendio medio. La cultura è diventata davvero troppo cara».
«Protestiamo perché chi governa sta facendo pagare a noi cittadini la crisi provocata soprattutto dai propri errori - hanno poi spiegato Nicolò D’Oria e Francesco Mancini, in prima al classico, insieme all’amico Pietro Patergnoni, 14 anni, dell’Itis -. Siamo qui per dimostrare che noi giovani non siamo indifferenti a questa difficile situazione». A fare loro eco è stata Francesca Melina, “primina” al classico. «È da tempo che mi interesso di queste problematiche - ha raccontato -. Alle medie intervenivo spesso in classe quando si parlava di elezioni e referendum. Questa è la prima manifestazione a cui partecipo, ma di certo non sarà l’ultima».

Pareri contrari. In via Torino un signore di 79 anni, ex industriale che ha però preferito non rivelare il proprio nome, si è infervorato nel vedere i giovani sfilare. «Manifestano senza nemmeno avere in mente i veri motivi della crisi - ha commentato - e non conoscono le difficoltà delle aziende, dovute a pesanti vincoli burocratici e sindacali. All’estero non è così. Ecco perché non c’è più nessuno che vuole venire ad investire nel nostro Paese. Ma poi, cosa c’entra la Tav con noi biellesi, che non abbiamo nemmeno i treni puntuali?».
Nicola Muzio

8 ottobre 2011

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