Stalking, 4 arresti e 39 denunce
(16 nov. 2009) Quattro persone arrestate, 39 denunciate e cinque cartellini gialli, quelli che la legge definisce ammonimenti, prerogativa, questultima, esclusiva del questore. Il bilancio dei primi nove mesi dallintroduzione, il 23 febbraio scorso, del reato di stalking in Italia e la conseguente liberazione di migliaia di persone dagli incubi cui le costringevano gli ex, dimostra che vi era un gran bisogno di questa legge. Quattro persone arrestate, 39 denunciate e cinque cartellini gialli, quelli che la legge definisce ammonimenti, prerogativa, questultima, esclusiva del questore. Il bilancio dei primi nove mesi dallintroduzione, il 23 febbraio scorso, del reato di stalking in Italia e la conseguente liberazione di migliaia di persone dagli incubi cui le costringevano gli ex, dimostra che vi era un gran bisogno di questa legge. I numeri che maggiormente fanno impressione, comunque, restano quelli del sommerso, di chi, nonostante tutto, non si è ancora deciso a rivolgersi a una delle tante strutture in grado di fornire i consigli più idonei al fine di denunciare lo stalker, colui che pare acquisire forza dal perseguitare unaltra persona, il più delle volte (nell80 per cento dei casi) la stessa con la quale ha trascorso una storia sentimentale più o meno lunga o intensa. Tra gli arrestati e i denunciati da polizia (due arresti e 13 denunce) e carabinieri (due arresti e 26 denunce), non vi sono solo ex, ma anche un giovane che perseguitava i genitori, oppure un agricoltore che perseguitava un vicino. E anche una donna che ne ha fatta passare di tutti i colori alla nuova fidanzata del suo ex.
Proprio per fornire la massima assistenza alle presunte vittime dello stalking, nei giorni successivi lentrata in vigore della legge, il questore, Giuseppe Poma, aveva creato la squadra atti persecutori della polizia, un pool di specialisti composto per lo più da donne. Come il dirigente della Squadra volanti, commissario Daniela Di Fonzo, o il capo della Squadra Mobile, commissario Maria Assunta Ghizzoni. Senza contare che, nello stesso ufficio, come capiturno (che si occupano pertanto delle denunce oltre lorario), operano quattro ispettori donne, esperte e capaci. Il pool, ovviamente, è stato in grado di valutare se per gli episodi denunciati poteva veramente configurarsi il reato di stalking, che da nove mesi si è trasformato in un articolo del codice penale, il 612 bis. Per far scattare la nuova e tanto attesa ipotesi di reato che pare sorgere e reggersi sulla dolce immagine di Deborah Rizzato, la cossatese uccisa a 25 anni dal folle che lha perseguitata per dieci lunghissimi anni senza che nessuno abbia mai fatto nulla per proteggerla, sono infatti necessari alcuni fondamentali paletti. Come linsorgere di un grave disagio psicologico in chi subisce le molestie, che devono comunque protrarsi nel tempo, il timore per la propria sicurezza o per quella dei propri familiari, ansia e paura.
Secondo i dati nazionali, le vittime dello stalking convivono in media con il malessere per un anno prima di decidersi a presentare denuncia. «Molte donne - spiega il commissario Daniela Di Fonzo, dirigente del pool - sono frenate dallaspetto emotivo e sentimentale della storia che stanno vivendo. Restano con la speranza nel cuore che lui possa smetterla di farle soffrire. E protraggono così nel tempo una brutta situazione che rischia di incancrenirsi...».
Le statistiche sostengono che un italiano su cinque, nella vita, è stato o è vittima di forme di molestia. A subire, per il 75 per cento dei casi, sono donne. «Tante non denunciano i loro persecutori - sostiene il commissario Di Fonzo -. E sbagliano. Se cè qualcuno che non ci fa vivere in modo sereno è giusto rivolgersi a chi può darci una mano e aiutarci a capire come fare a rimuovere il disagio. Se proprio non si vuole subito denunciare lo stalker, ci si può rivolgere ad esempio a un centro antiviolenza dove si possono trovare psicologi e altri professionisti in grado di ascoltare e capire. In tal modo si ha la possibilità di tirare fuori i problemi, le situazioni negative. Parlare del problema in un ambiente esterno, a volte può aiutare a risolverlo...».
Non sempre chi si presenta in questura o al comando dei carabinieri per presentare denuncia, è veramente vittima di atti persecutori. «Proprio così - conferma Daniela Di Fonzo -. A volte si tende a esagerare una determinata situazione oppure a non riconoscere in modo idoneo la tipologia di reato. Spesso ci sono persone che vengono a denunciare fatti che poi si rivelano essere vere e proprie violenze in famiglia, situazioni ormai incancrenite di incomprensioni che possono sfociare in episodi di violenza. Ma che nulla hanno a che fare con lo stalking. Ciò accadeva soprattutto allinizio, quando i termini della legge non erano ancora del tutto noti così come i confini del reato. Cera così la tendenza a denunciare ciò che non era vero stalking, ma altri problemi, anche grossi, sotto il tetto coniugale...».
Sorprende a volte cosa possa scattare nella mente di uno stalker nonostante tutti ormai sappiano cosa si rischia a livello penale proseguendo con gli atteggiamenti persecutori. «In alcuni casi siamo di fronte a una vera e propria forma patologica di una persona che prova piacere a rovinare la vita di unaltra persona. Allorigine cè comunque un problema psicologico che ricorda molto i disturbi ossessivo-compulsivi. E cè una fragilità particolare, una debolezza di fondo da parte di alcune persone che si dimostrano meno capaci ad affrontare le separazioni, che non sono in grado di rassegnarsi alla fine di una relazione o a essere respinti dallaltra persona. Affrontare un cambiamento di tal fatta richiede forza. La capacità di reagire alle difficoltà, in talune persone, è invece molto bassa. Così, i gesti iniziali legati allincapacità di accettare un rifiuto, diventano sempre più sistematici, reiterati nel tempo, fino allo stalking...».
La strada giusta è stata imboccata? «Penso di sì - conclude la commissaria -: il fatto di sapere che è stato creato un reato ad hoc per lo stalker, dovrebbe rappresentare un deterrente positivo...».
16 novembre 2009