Si alza il sipario

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(10 giu) Pane, Passione e ...adrenalina, si potrebbe scrivere facendo il verso al celebre film di Luigi Comencini. Qui, però, Comencini non c’è. C’è invece quel balòs (quel birbone) di San Medard che, martedì scorso, non ha risparmiato neppure la pioggia. E si sa, da queste parti ripetono da secoli che se piove a San Medard, par quaranta dì na fa na part (per quaranta giorni ne fa una parte). «Ma no: domenica ci sarà il sole. L’ho visto su Internet» taglia corto il regista Celestino Fogliano, unendo, in una sorta di ossimoro, scaramanzia e tecnologia. Pane, Passione e ...adrenalina, si potrebbe scrivere facendo il verso al celebre film di Luigi Comencini. Qui, però, Comencini non c’è. C’è invece quel balòs (quel birbone) di San Medard che, martedì scorso, non ha risparmiato neppure la pioggia. E si sa, da queste parti ripetono da secoli che se piove a San Medard, par quaranta dì na fa na part (per quaranta giorni ne fa una parte). «Ma no: domenica ci sarà il sole. L’ho visto su Internet» taglia corto il regista Celestino Fogliano, unendo, in una sorta di ossimoro, scaramanzia e tecnologia.
Ad un pugno di giorni dalla prima della Passione di Cristo (fissata per domenica alle 16) non è solo San Medard a mettere elettricità nell’aria di un paese dove può anche capitare che la Madonna ed il Diavolo finiscano per essere addirittura parenti.
L’edizione 2010 è, più delle altre, carica di aspettative visto che coincide con un complessivo restyling della scenografia (divenuta tridimensionale) e dei costumi (frutto di uno studio sull’iconografia dei colori) e considerato che la promozione turistica e territoriale dell’evento, attuata da Atl Biella, ha già consentito di raggiungere le 13.500 prenotazioni.
«Siamo ormai al conto alla rovescia - continua Celestino Fogliano -. E, come sempre, si vorrebbe che le giornate fossero di 48 ore perché tanti sono ancora i dettagli da sistemare. Del resto, il tempo perso a causa di tre settimane di condizioni atmosferiche avverse ci costringe ora al rush finale. Insisto: sono ottimista, anche se qualche piccolo scongiuro confesso di farlo».
Insomma, testiculis tactis (per citare il maccheronico ablativo assoluto de “La donna della domenica” di Fruttero e Lucentini), i sordevolesi si apprestano al debutto passando le loro serate in prove meticolose. Come tradizione vuole, la prima viene affidata ai cosiddetti veterani ovvero a coloro che da più tempo sostengono i ruoli. Così, domenica pomeriggio, la parte di Cristo verrà interpretata da Mauro Girelli e quella della Madonna da Anna Pidello.
«L’emozione c’è - ammette Mauro Girelli, classe 1971, Gesù sulla scena ma elettrauto nella vita -. Nel 1992 ho interpretato San Giovanni, poi, dal 2000, ho vestito i panni di Cristo. E’ la prima volta che recito alla “prima” e questo contribuisce a darmi la sensazione del tempo che passa. Ma proprio il passare degli anni ha contribuito a fare maturare in me anche un’altra visione della parte e a farmi sviluppare, pur non essendo un praticante, una diversa sensibilità verso Dio e la religione. L’emozione poi è aumentata dal fatto che sono ancora tanti i dettagli tecnici da mettere a punto. Però sono convinto che la forza della nostra Passione sia soprattutto il cuore che mettiamo dentro alle cose».
Proprio la nuova scenografia tridimensionale che ha ristretto lo spazio scenico richiede una nuova dinamica dei movimenti e la concordanza del recitativo rispetto ad essi.
«Questa è forse la maggior difficoltà tecnica con cui dobbiamo misurarci - aggiunge Anna Pidello che divide il suo tempo tra prove, attività di mamma e professione di insegnante -. Comunque, anche l’impostazione della parte della Madonna, per volere del regista, sarà nuova: indulgeremo meno alle lacrime e punteremo di più sulla consapevolezza umana di Maria rispetto alla vicenda del Cristo. Il fatto comunque di essere mamma nella vita mi ha aiutato ad immedesimarmi meglio nel personaggio. Per me, che con questa edizione darò l’addio al ruolo della Madonna per effetto della nuova regola introdotta dal Comitato e che fissa nel numero massimo di quattro le edizioni in cui è possibile sostenere lo stesso ruolo, oltre all’emozione c’è già anche un pizzico di nostalgia».
Domenica sarà anche la volta di Fabrizio Pin come San Giovanni e di Claudio Gallina come Ponzio Pilato.
«E’ la terza volta che sostengo questo ruolo - confida Claudio Gallina, Pilato nel fine settimana ma direttore di banca nei giorni feriali -. Potrei dire che Pilato ha finito per invecchiare con me e, in fondo, se mi guardo indietro si vede: all’inizio tratteggiavo un personaggio più aggressivo, mentre oggi prevale in me una lettura più sfumata, oserei dire, quella di un Ponzio Pilato come quello descritto da Anatole France. Come mi sono preparato? Soprattutto mettendomi a dieta per riuscire ad entrare nella corazza di scena. Emozionato? Un po’. Ma a prevalere è sempre il divertimento che comunque la Passione rappresenta».
Anche Fabrizio Pin è alla sua terza volta come San Giovanni. Ha esordito giovanissimo ed oggi si destreggia con abilità tra il ripasso delle ottave del Dati e i testi di biologia (è prossimo alla laurea in materia).
«Non provo il classico timore - rivela Fabrizio Pin - quanto un sentimento che mi fa chiedere: andrà bene oppure no? Certo, sento di non essere forse all’altezza se penso ai dettagli tecnici come la dizione; ma poi, a confortarmi, è la consapevolezza che la grandezza della Passione risiede nel suo carattere popolare: è fatta con il cuore più che con i tecnicismi».
E questo cuore che batte scandisce da duecento anni la storia sordevolese.

10 giugno 2010

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