«Selvatica, operazione compiuta»

«Selvatica, operazione compiuta»
Pubblicato:
Aggiornato:

BIELLA - È un evento unico nel suo genere, che celebra la natura in tutta la sua meraviglia attraverso il linguaggio delle arti visive: fotografia, pittura, cinema. Ha da poco chiuso i battenti la quinta edizione di Selvatica, festival dedicato ad arte e natura, che ha coinvolto per oltre un mese tutto il Biellese, con 24 esposizioni nelle locations più belle e suggestive del territorio.

Oltre alle sedi principali - Palazzo Gromo Losa, Palazzo Ferrero, Museo del Territorio, Fondazione Sella, Cittadellarte, Biblioteca Civica e Biblioteca di Città Studi – molte altre realtà biellesi hanno partecipato all’evento con mostre a tema: Palazzo Lamarmora, il Santuario d’Oropa, il Ricetto di Candelo, la Trappa di Sordevolo, Casa Zegna a Trivero, il Falseum di Verrone, Andirivieni di Sala, Spaziocultura CRB, le gallerie Zaion, Silvy Bassanese, Bibox.    

Ma non si è trattato solo di una vetrina per offrire forti ma fugaci emozioni: con un nutrito calendario di convegni, laboratori, concerti, spettacoli e passeggiate, il festival mira a lasciare un segno ai suoi visitatori, offrendo occasioni di conoscenza e approfondimento, facendo dialogare artisti e intellettuali, creativi e ricercatori, umanisti e scienziati, sul grande tema della nostra “casa comune”, l’ambiente.

«Selvatica - dice Fabrizio Lava, uno degli ideatori del concept del festival, di cui è anche organizzatore con E20Progetti - non è una rassegna di arte contemporanea, ma un’occasione per comunicare, attraverso il linguaggio potente dell’arte, un messaggio, in tutta la sua complessità. Il nostro obiettivo è quello di sensibilizzare il pubblico sui temi ambientali, e abbiamo scelto di farlo attraverso due diversi approcci: da un lato l’arte, capace di parlare ad un pubblico vasto; dall’altro l’informazione, rivolta ai giovani e, in generale, a un’audience più mirata, che desidera conoscere e approfondire. La nostra sfida è proprio quella di far dialogare mondi diversi e linguaggi diversi, dall’arte alla scienza».

Quest’anno il programma si è notevolmente ampliato, coinvolgendo nuove realtà, come Fondazione Sella e Cittadellarte, e “spalmandosi” su tutto il territorio: «La nostra sfida è stata quella di costruire un programma molto articolato, coinvolgendo tante realtà diverse su un tema comune, che ciascuna ha poi interpretato nella sua peculiare ottica. È stata una mostra corale, che ha contagiato un po’ tutto il Biellese», dice Andrea Quaregna, di Fondazione Cassa di Risparmio di Biella, organizzatrice e principale sponsor dell’iniziativa.

Un “festival diffuso”, un mosaico di sguardi diversi sulla natura, che ha significato un salto di qualità dell’evento, pur comportando il rischio di dispersività e qualche difficoltà di coordinamento: «È un format nuovo, che richiede un po’ di rodaggio – continua Quaregna – e nelle prossime edizioni cercheremo di migliorare la sinergia e i collegamenti tra le diverse sedi, non sempre facili da raggiungere, soprattutto per i visitatori giunti da fuori».

I risultati, in termini di pubblico, sono soddisfacenti: le cifre ufficiali non sono ancora disponibili, ma le prime stime parlano di 4-5.000 tessere vendute, per un totale di circa 10.000 presenze ai diversi siti coinvolti. E, al di là dei numeri, c’è la soddisfazione per il successo delle iniziative didattiche, che hanno visto una partecipazione di ragazzi ben al di sopra delle aspettative.

Simona Perolo

BIELLA - È un evento unico nel suo genere, che celebra la natura in tutta la sua meraviglia attraverso il linguaggio delle arti visive: fotografia, pittura, cinema. Ha da poco chiuso i battenti la quinta edizione di Selvatica, festival dedicato ad arte e natura, che ha coinvolto per oltre un mese tutto il Biellese, con 24 esposizioni nelle locations più belle e suggestive del territorio.

Oltre alle sedi principali - Palazzo Gromo Losa, Palazzo Ferrero, Museo del Territorio, Fondazione Sella, Cittadellarte, Biblioteca Civica e Biblioteca di Città Studi – molte altre realtà biellesi hanno partecipato all’evento con mostre a tema: Palazzo Lamarmora, il Santuario d’Oropa, il Ricetto di Candelo, la Trappa di Sordevolo, Casa Zegna a Trivero, il Falseum di Verrone, Andirivieni di Sala, Spaziocultura CRB, le gallerie Zaion, Silvy Bassanese, Bibox.    

Ma non si è trattato solo di una vetrina per offrire forti ma fugaci emozioni: con un nutrito calendario di convegni, laboratori, concerti, spettacoli e passeggiate, il festival mira a lasciare un segno ai suoi visitatori, offrendo occasioni di conoscenza e approfondimento, facendo dialogare artisti e intellettuali, creativi e ricercatori, umanisti e scienziati, sul grande tema della nostra “casa comune”, l’ambiente.

«Selvatica - dice Fabrizio Lava, uno degli ideatori del concept del festival, di cui è anche organizzatore con E20Progetti - non è una rassegna di arte contemporanea, ma un’occasione per comunicare, attraverso il linguaggio potente dell’arte, un messaggio, in tutta la sua complessità. Il nostro obiettivo è quello di sensibilizzare il pubblico sui temi ambientali, e abbiamo scelto di farlo attraverso due diversi approcci: da un lato l’arte, capace di parlare ad un pubblico vasto; dall’altro l’informazione, rivolta ai giovani e, in generale, a un’audience più mirata, che desidera conoscere e approfondire. La nostra sfida è proprio quella di far dialogare mondi diversi e linguaggi diversi, dall’arte alla scienza».

Quest’anno il programma si è notevolmente ampliato, coinvolgendo nuove realtà, come Fondazione Sella e Cittadellarte, e “spalmandosi” su tutto il territorio: «La nostra sfida è stata quella di costruire un programma molto articolato, coinvolgendo tante realtà diverse su un tema comune, che ciascuna ha poi interpretato nella sua peculiare ottica. È stata una mostra corale, che ha contagiato un po’ tutto il Biellese», dice Andrea Quaregna, di Fondazione Cassa di Risparmio di Biella, organizzatrice e principale sponsor dell’iniziativa.

Un “festival diffuso”, un mosaico di sguardi diversi sulla natura, che ha significato un salto di qualità dell’evento, pur comportando il rischio di dispersività e qualche difficoltà di coordinamento: «È un format nuovo, che richiede un po’ di rodaggio – continua Quaregna – e nelle prossime edizioni cercheremo di migliorare la sinergia e i collegamenti tra le diverse sedi, non sempre facili da raggiungere, soprattutto per i visitatori giunti da fuori».

I risultati, in termini di pubblico, sono soddisfacenti: le cifre ufficiali non sono ancora disponibili, ma le prime stime parlano di 4-5.000 tessere vendute, per un totale di circa 10.000 presenze ai diversi siti coinvolti. E, al di là dei numeri, c’è la soddisfazione per il successo delle iniziative didattiche, che hanno visto una partecipazione di ragazzi ben al di sopra delle aspettative.

Simona Perolo

Seguici sui nostri canali