Scuola, l'incognita dei nuovi indirizzi

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(15 mar) Si fa sempre più complessa la vicenda della riforma delle scuole superiori in vista del prossimo anno scolastico. Mentre gli istituti del territorio restano impegnati nelle attività di orientamento e illustrano ai ragazzi di terza media i nuovi indirizzi che saranno attuati da settembre, a livello centrale sugli stessi temi si gioca un’altra partita destinata, se non a cambiare, quantomeno a rendere più confuso il quadro delle offerte formative a disposizione. E di conseguenza le idee delle famiglie e degli studenti.
Si fa sempre più complessa la vicenda della riforma delle scuole superiori in vista del prossimo anno scolastico. Mentre gli istituti del territorio restano impegnati nelle attività di orientamento e illustrano ai ragazzi di terza media i nuovi indirizzi che saranno attuati da settembre, a livello centrale sugli stessi temi si gioca un’altra partita destinata, se non a cambiare, quantomeno a rendere più confuso il quadro delle offerte formative a disposizione. E di conseguenza le idee delle famiglie e degli studenti.
L’ultima puntata della vicenda si fonda sulla delibera con cui la giunta regionale, nei giorni scorsi, ha concesso l’attivazione di una serie di indirizzi negli istituti superiori del territorio piemontese a partire dal prossimo anno scolastico. Percorsi che, ad esempio nel caso biellese (dove ne sono stati concessi otto), non erano stati chiesti o che erano stati ipotizzati solo in prospettiva futura in quanto inattivabili già a settembre. Sulla delibera il direttore dell’Ufficio scolastico provinciale, Pier Giorgio Giannone, ha ricevuto giovedì una comunicazione del Ministero dell’Istruzione con indicazioni molto precise: «Roma ha detto no all’attivazione degli otto nuovi indirizzi - spiega -. In sostanza, nessun nuovo percorso sarà attivato in quanto la delibera regionale è stata approvata fuori da tempi massimi previsti. Il risultato è che a settembre partiranno i percorsi che già erano stati presentati in prima istanza e sui quali le varie scuole stanno effettuando orientamento». «L’intento del dicastero - aggiunge il direttore - è stato quello di porre ordine nel sistema di istruzione superiore che da 80 anni non subiva una riforma. Si trattava di un apparato ormai oberato dalle sperimentazioni e dagli indirizzi, e sul quale era necessario fare chiarezza. La riforma ha tentato di mettere qualche punto fermo in questo quadro, ponendo l’accento sull’approfondimento di alcune materie e sull’innalzamento degli standard medi di istruzione e apprendimento. Senza dimenticare il raccordo tra la scuola e il mondo del lavoro». In questo quadro, «la legge demanda alle Province e alle Regioni la possibilità di predisporre i piani dell’offerta formativa - aggiunge ancora Giannone -, ma si tratta di un’attività che va effettuata nei tempi previsti. Ed è questo il motivo per cui i 141 indirizzi concessi in extremis dalla Regione per tutto il Piemonte, di cui 8 a Biella, non potranno essere attivati».
Di diverso avviso, però, è Palazzo Lascaris. In una nota diffusa sabato, la direzione regionale all’Istruzione afferma infatti di ritenere ancora valide le determinazioni previste dalla delibera e definisce non veritiera la notizia della «bocciatura al piano dell’offerta formativa regionale da parte del Ministero dell’Istruzione». «La delibera sull’offerta formativa 2010-2011, approvata sulla base delle richieste contenute nei piani provinciali, rappresenta l’insieme degli indirizzi formativi che la Regione ritiene utili per lo sviluppo del territorio piemontese - recita la nota -. Tale piano deve però trovare riscontro nella provvista della dotazione organica che il Ministero riterrà di assegnare al sistema scolastico piemontese per il prossimo anno, che al momento non è ancora nota. La Regione peraltro resta in attesa di conoscere l’effettiva vigenza dei provvedimenti ministeriali di riordino della scuola secondaria di II grado (ancora in attesa di pubblicazione sul Gazzettino Ufficiale)».

15 marzo 2010

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