Il Balletto di Mosca porta in scena Lo Schiaccianoci al Sociale
(21 dic) Nuovo appuntamento con gli spettacoli che l'Accademia Perosi organizza nell'ambito di Biella in scena. Dopo il fortunato spettacolo del duo Igudesman&Joo a fine novembre, sarà il Balletto di Mosca il protagonista della nuova esibizione. Giovedì 23 dicembre, alle 21, la compagnia porterà in scena sul palco del Teatro Sociale Villani uno dei più noti balletti di tutti i tempi: Lo Schiaccianoci. La vendita dei biglietti si svolge nell'agenzia Serenissima Viaggi di via Gramsci 10 dalle ore 15.30 alle 18.30. Eventuali biglietti ancora disponibili saranno in vendita dalle ore 19.30 della sera di spettacolo presso il Teatro Sociale.
Nuovo appuntamento con gli spettacoli che l'Accademia Perosi organizza nell'ambito di "Biella in scena", la lunga rassegna teatrale che da fine novembre ai primi di maggio porterà sul palco del teatro Sociale Villani spettacoli di prosa, musica e teatro. Dopo il fortunato spettacolo del duo Igudesman&Joo a fine novembre, sarà il Balletto di Mosca il protagonista della nuova esibizione.
Giovedì 23 dicembre, alle 21, la compagnia porterà in scena sul palco del Teatro Sociale Villani uno dei più noti balletti di tutti i tempi: Lo Schiaccianoci.
La vendita dei biglietti si svolge nell'agenzia Serenissima Viaggi di via Gramsci 10 dalle ore 15.30 alle 18.30. Eventuali biglietti ancora disponibili saranno in vendita dalle ore 19.30 della sera di spettacolo presso il Teatro Sociale.
(Platea: euro 25
Palchi: euro 22
Galleria: euro 15
Under 25 e over 65: riduzione di euro 2 sul biglietto d'ingresso)
Lo Spettacolo - Il Balletto di Mosca La Classique, fondato nel 1990 sotto légida e con il riconoscimento del Dipartimento della Cultura della Città di Mosca Moskoncert da Nadejda Pavlova e Elik Melikov e presente in Italia dal 91, è un organico formato da una cinquantina di elementi provenienti da blasonate strutture come il Bolshoi di Mosca, il Kirov di San PietroBurgo, i Ballets Theatres di Kiev e Odessa, e ha in repertorio tutti i grandi titoli. La compagnia, figlia della grande madre Russia, si pone come un baluardo della secolare tradizione della danse décole ma, grazie al coreografo Alexander Vorotnikov, la libera dai ridondanti e obsoleti manierismi per riproporla rinnovata e adatta al pubblico odierno che, se ama la tradizione, nel contempo predilige mises en scène più agili e moderne. Una predilezione perfettamente compresa da Elik Melikov, imprenditore e uomo di teatro che nel 90, dando i natali al Balletto di Mosca La Classique, ha iniziato e proseguito con successo la carriera di direttore artistico. Peculiarità della Compagnia è quella di dar modo di poter rappresentare entrambi i titoli con la musica dal vivo grazie alla collaborazione con lOrchestra Sinfonica Italiana. Sul podio Kostantin Kvatinets, talentuoso direttore dorchestra russo, dal 2006 specializzato anche nella direzione per il balletto.
Con lo Schiaccianoci, il balletto diventato il simbolo del Natale, quasi con l'obbligo di metterlo in scena ogni anno, se no non sembra neppure festa, si torna a una favola, quella delle paure infantili notturne, il ben noto racconto noir di Ernst Theodor Amadeus Hoffmann, addolcito però nella riscrittura di Alexandre Dumas.
Lo Schiaccianoci, l'ultima creazione della serie fortunata che associò il talento straordinario di Tchajkovskij, compositore, Marius Petipa, librettista, e Lev Ivanov, coreografo, arrivando in scena il 6 dicembre 1892 ancora e sempre al Teatro Mariinskij, starring Antonietta dell'Era, fu giudicato negativamente dall'eminente ballettomane Konstantin Skal'kovskij: "Poca cosa per la ballerina, nulla per l'arte; e anche la musica è piuttosto debole"; e ancor peggio da un altro autorevole osservatore, Nikolai Bezobrazov: "Vale poco come féerie". Errori di valutazione clamorosi, dovuti forse alla delusione per non aver ritrovato nella mise en danse quel versante oscuro hoffmaniano che tanto affascinava i lettori.
Solo di lì a un decennio il Valzer dei fiocchi di neve sarà riconosciuto come un autentico capolavoro e il ruolo di Fata confetto sarà conteso tra le migliori ballerine, anche se consiste di un unico passo a due. La prima produzione di Schiaccianoci, al Bol'oj, fu curata da Aleksandr Gorskij, ormai a fine carriera e, storicamente, in piena fase rivoluzionaria, per cui quel tipo di balletto mal si addiceva al clima interno del teatro, anti-gerarchico e ugualitario.
A Leningrado, invece, lavorarono sulla storia della piccola Clara o Maria - che riceve in dono dallo zio orologiaio-mago Drosselmeyer un pupazzo schiaccianoci, pronto al suo fianco nella battaglia notturna contro i topi, e se ne innamora, una volta scoperto che è il bel nipote dello zio stesso, non senza un volo goloso nel regno degli zuccheri - sia l'innovatore Fijodor Lopukhov, che ne fece nel 1929 un moderno balletto robotico sia Vassilij Vajnonen, che nel 1934 ne ricavò uno spettacolo soprattutto per bambini, con il mondo dei sogni ben distinto da quello quotidiano e con la giovane futura grandissima stella Galina Ulanova come protagonista.
Al Bol'oj di Mosca, Jurij Grigorovic decise, nel 1966, di tornare al senso ultimo della partitura di Tchajkovskij e anche ai risvolti più inquieti della vicenda nella scrittura di Hoffmann, valendosi di una coppia di protagonisti d'eccezione, Ekaterina Maksimova e Vladimir Vasil'ev. Nulla di "dolciastro" per la sezione dei canditi o di "commovente" nella sua versione, che mette l'accento caso mai sulla lotta e sulle prove da superare per crescere. Tutti i russi d'occidente hanno allestito il loro Schiaccianoci, Sergeev a Londra per il Sadler's Welles Ballet, George Balanchine per il New York City Ballet, che lo ripropone immancabilmente a ogni fine d'anno, Nureyev a Stoccolma, a Londra, a Parigi e anche alla Scala, Barynikov all'American Ballet Theatre.
Se l'americano John Neumeier ha trasposto l'ambiente in un teatro d'opera dove la sorella maggiore di Clara è étoile e se Mark Morris, nato a Seattle, nel suo The Hard Nut Underground rimette in campo la storia nella storia della "noce dura" per i suoi ragazzacci avventurosi durante un party malizioso e salace, a Mosca per Grigorovic la noce è solo e sempre il veicolo fatato per entrare nel paese onirico della festa dell'amore, che si conclude con il risveglio alla vita normale, dove non tutto risplende come laggiù. Qui il balletto di Natale diventa, nel fondo, una meditazione sulla natura umana, nel suo romanticismo e nella sua realtà terrestre, condotta con i mezzi della danza più raffinata e affascinante, per sedurre l'immaginazione e per seminare il germe della bellezza servendosi di un apologo sull'infanzia e la maturità, sulla meraviglia e l'incanto della scoperta di sé e del mondo.
21 dicembre 2010