Ritrovati due

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(28 mag) Puntano il passante con sguardi tristi, come “desaparecidos” argentini o cileni, che più che scomparsi erano morti. Sono sempre fotografie formato tessera, segnaletiche modello commissariato di polizia. Molto tristi e tanto cariche di dolore, soprattutto per i familiari. Puntano il passante con sguardi tristi, come “desaparecidos” argentini o cileni, che più che scomparsi erano morti. Sono sempre fotografie formato tessera, segnaletiche modello commissariato di polizia. Molto tristi e tanto cariche di dolore, soprattutto per i familiari. L’associazione “Penelope” è tornata a Biella, sabato in piazza Santa Marta, con il suo carico di sofferenze e di speranze. Tra i “casi” di persone che risulterebbero scomparse per “Penelope”, che opera a livello nazionale, ci sono pure tre biellesi, o quasi.
In realtà due “casi” sono già risolti, da qualche tempo. Il più eclatante è quello di Matteo Odoardo, che secondo l’associazione che si occupa di assistere i familiari di persone scomparse, avrebbe fatto perdere le proprio tracce dal settembre del 2008. Invece a Pollone i proprietari della casa che il giovane in passato aveva affittato, l’hanno rivisto sei mesi fa, per chiudere la pratica tra rate da pagare e mobili e vestiti da portar via. Il ragazzo (27 anni) era effettivamente andato in Spagna, facendo perdere le proprie tracce per qualche tempo un po’ a tutti. La segnalazione era arrivata ai carabinieri, che negli ultimi tempi l’hanno più volte intercettato a Biella. Secondo alcune testimonianze Odoardo sarebbe stato visto fare il giocoliere con degli amici, in centro città. Comunque è vivo e vegeto. Certo qualche problema deve averlo avuto, un paio d’anni fa, quando andò a Barcellona, probabilmente per l’amarezza dovuta all’interruzione della sua storia d’amore con una coetanea. Partì senza lasciare alcun messaggio ai familiari, residenti nel Torinese. Proprio il riallacciarsi della relazione sentimentale sarebbe il motivo del suo ritorno nel Biellese. Storia a lieto fine pure per Daniel Stefanesi, oggi diciassettenne (di origini romene) che nel marzo del 2004 se ne andò dalla casa dove viveva con la madre (a Cossato), per dissidi legati allo studio. Il giovane dopo una breve assenza, in cui forse fece una scappata in patria da alcuni parenti, ha fatto ritorno al proprio focolare domestico. Non è ancora stata scritta l’ultima riga delle favole, invece, per Toni Bisignano. L’uomo aveva 42 anni quando nel dicembre del 2005 nessuno seppe più nulla di lui. Bisignano, calabrese d’origine, per otto anni aveva fatto la spola tra Biella (dove abitava con la moglie e il figlio) e Stresa, sul Lago Maggiore (dove lavorava come maître di sala all’hotel Bristol). La sua vicenda è diventata una puntata di “Chi l’ha visto”. Se ne occuparono i giornali locali, ma senza risultati, così come le indagini delle forze dell’ordine. Il “caso” risulta quindi aperto.

28 giugno 2010

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